Legalità in piazza Garibaldi, lettera al Prefetto dall’ex onorevole M5S Francesco Berti
Livorno 21 agosto 2025 Legalità in piazza Garibaldi, lettera al Prefetto dall’ex onorevole M5S Francesco Berti
L’ex onorevole M5S Francesco Berti,
dibattito di Piazza Garibaldi emerso recentemente:
BERTI – Piazza Garibaldi: legalità sospesa, vietato minimizzare, serve
collaborazione
Gentile Prefetto,
ho letto le Sue dichiarazioni su Piazza Garibaldi in risposta al Consigliere
Perini e al Sindaco. Ci tengo a ringraziare le strutture che dirige, e soprattutto
le forze dell’ordine sul campo per il prezioso e insostituibile lavoro quotidiano.
Proprio per questo ribadisco: l’attenzione politica e amministrativa non è mai
abbastanza. Le accuse di “strumentalizzazione” non aiutano. Da
parlamentare ho lavorato con Prefetture e Questure per risolvere problemi
senza clamore mediatico, ma oggi questa questione deve tornare in cima
all’agenda viste le immagini che sono inequivocabili.
In Piazza Garibaldi, e anche in Piazza Venti, è “terra di nessuno”: ovunque in
Europa avanzano società parallele, un separatismo culturale che rifiuta le
norme comuni e incrina il patto civile. I mantra “si sposterà altrove”, “serve
integrazione”, “c’è domanda c’è offerta” diventano pretesti per l’inazione, e
alimentano una negazione del problema che rischia di sfociare in giustizia
privata, sempre esecrabile. Con chi spaccia o usa violenza non si fa
integrazione: prima si ristabilisce la legge. Discutere di progetti sociali mentre
la casa è in fiamme significa lasciare soli i più deboli, residenti e
commercianti. Di notte non si può camminare in Piazza Garibaldi senza
essere molestati, tutta Livorno ne è consapevole. Lo Stato deve aumentare la
presenza e invertire l’onda di rassegnazione.
Servono misure concrete e verificabili. Rimozione baracchine rimanenti,
controlli serrati su affitti, subaffitti e attività economiche, revoche e chiusure
ex art. 100 TULPS in caso di usi illeciti; mappatura di immobili a rischio,
videosorveglianza funzionante e illuminazione adeguata. L’attuale presidio è
insufficiente; il Sindaco può richiedere un presidio potenziato della Polizia di
Stato o militari. Perché non condividere, con un cruscotto mensile o
bimensile della Prefettura con numeri chiari su interventi, esiti e recidive?
Serve anche trasparenza sui rimpatri. Quante espulsioni disposte dalla
Questura di Livorno sono effettivamente eseguite? Quante riguardano
soggetti recidivi?
Il fenomeno è complesso, ma non può diventare un alibi. Il contesto non è
facile: i dati nazionali ed europei indicano che la quota di esecuzione delle
espulsioni è ancora troppo bassa: 1 espulsione su 4 viene effettivamente
eseguita. L’UE è consapevole del problema e sta intervenendo con un nuovo
Regolamento sui Paesi sicuri per accelerare. È necessario dire la verità anche
sui ritardi accumulati nella costruzione dei CPR come previsto dall’art 19 del
decreto Minniti-Orlando (legge 46/2017) e ottusamente ostacolati dalla
Regione e da Giani: senza strutture operative i rimpatri restano sulla carta e il
principio di legalità perde efficacia, svalutando il lavoro delle nostre forze
dell’ordine.
Prefettura e Comune parlino chiaro e agiscano insieme. Spegniamo
l’incendio, poi ricostruiamo: legalità e certezza della pena sono il fondamento
della convivenza civile, del patto cittadino-Stato e anche dell’assimilazione
degli stranieri