Legambiente: “Ok alla riconversione dell’impianto ENI, ma no a bio-carburanti e rifiuti”
Stagno (Collesalvetti, Livorno) 25 novembre 2020
Legambiente accoglie favorevolmente l’iniziativa dei sindaci di Livorno e Collesalvetti, a proposito della richiesta di apertura di un tavolo di confronto sul futuro della raffineria ENI di Stagno.
Le fonti fossili ormai sono inevitabilmente in declino, sia per la residua disponibilità di risorse naturali, sia per la necessità di lottare contro il cambiamento climatico e l’impatto dell’inquinamento sul territorio.
Il confronto tra azienda, Governo (che dell’azienda è l’azionista di riferimento), i soggetti istituzionali del territorio, i sindacati dei lavoratori e le comunità locali può consentire di evitare l’esclusione del sito di Stagno dal piano di riconversione ecologica degli impianti ENI, utilizzando il Recovery fund ed ogni altro strumento di sostegno pubblico.
In questo quadro, il contributo delle associazioni ambientaliste come Legambiente potrà evitare che il dibattito si orienti pericolosamente verso soluzioni pseudo-ecologiche, che in realtà nascondono impatti significativi sull’ambiente e sul clima.
Ovviamente, la soluzione per conservare i posti di lavoro ed allo stesso tempo proteggere la popolazione e l’ambiente dall’inquinamento non potrà comprendere il gassificatore-inceneritore di rifiuti proposto lo scorso anno, perché accentrerebbe su Livorno il traffico di rifiuti indifferenziati e di plastiche di tutta la Regione (come minimo), scaricando sul territorio una quantità enorme di emissioni inquinanti, oltretutto senza neanche garantire una minima percentuale degli attuali posti di lavoro.
Allo stesso modo, sarebbe totalmente fuorviante indirizzare le proposte provenienti dal territorio verso una soluzione rappresentata da una cosiddetta bio-raffineria per produrre carburanti da olio di palma o suoi derivati, classificati ormai anche dall’Europa, nella nuova direttiva rinnovabili, come coltivazioni a rischio per le foreste tropicali e la biodiversità.
L’olio di palma e derivati non sono più considerati né green né rinnovabili, perché a causa della distruzione delle foreste le emissioni complessive di CO2 nell’intero ciclo di vita risultano triple rispetto al gasolio fossile.
Un investimento dunque non solo devastante dal punto di vista ambientale, ma anche molto rischioso per la futura conservazione del livello occupazionale, data l’ostilità con cui viene giustamente accolto dalle istituzioni: l’Europa ha fissato al 2030 l’anno di uscita dalla produzione di biocarburanti e Legambiente chiede che l’Italia anticipi questa scadenza, come ha già fatto la Francia.
Una soluzione che tenga insieme la sostenibilità ambientale e quella occupazionale può venire solo da investimenti sulle vere fonti rinnovabili, come l’energia solare, l’eolico, il moto ondoso, ecc.
ENI si sta impegnando in soluzioni di questo tipo sia in Italia che all’estero. Quello che chiediamo è di includere anche il sito di Stagno ed il territorio livornese in questa strategia, che ha un orizzonte temporale tale da mettere davvero in sicurezza anche i posti di lavoro.
Per questo chiediamo ai sindaci di Livorno e Collesalvetti, al presidente della Regione Toscana ed alle parti sociali di allargare da subito il confronto anche alle associazioni ambientaliste del territorio: è ora di superare la contrapposizione assurda tra ambiente e lavoro, costruendo insieme soluzioni che garantiscano l’uno e l’altro.