Liberata in mare la tartaruga “Ruga”
Torna a nuotare nelle acque dell’Area Marina Protetta Secche della Meloria. Guarda anche il video.
È stata chiamata “Ruga” la tartaruga marina della specie Caretta caretta rituffatasi in mare questa mattina da bordo di una motovedetta della Guardia costiera di Livorno.
L’esemplare era stato preso in cura dall’Acquario di Livorno dopo il rinvenimento in mare e segnalato alla Capitaneria e all’ARPAT da parte di un pescatore che l’aveva trovato impigliato nelle reti da pesca, nel mese di maggio di quest’anno, davanti la costa di Vada.
Ruga è stata ospitata 5 mesi nelle vasche dell’Acquario di Livorno in qualità di centro di recupero. Cure che rientrano tra quelle previste dall’Osservatorio Toscano della Biodiversità di Regione Toscana e che hanno riportato la tartaruga, all’inizio poco reattiva e debilitata, nelle condizioni di forma per riprendere il mare.
L’esemplare, infatti, come fanno sapere gli enti scientifici che hanno collaborato alla ripresa dell’animale, ha aumentato il suo peso di circa il 25%, passando da 14 a 18 kg, cibato soprattutto di totani, aringhe e gamberi in grado di fornire tutte le sostanze nutritive necessarie per il recupero delle energie e della massa muscolare.
Prima della liberazione, alla Caretta caretta è stata applicata una marcatura che consentirà di poterla riconoscere tramite un codice in caso di rinvenimento in futuro.
Chiunque dovesse ritrovare la tartaruga in futuro potrà comunicare il suddetto codice, tramite la Guardia costiera, primo anello della rete di soggetti chiamati a intervenire in caso di animali marini in difficoltà o spiaggiati, all’Acquario di Livorno o all’ARPAT. Inoltre – in collaborazione con il Dipartimento di Etologia dell’Università degli Studi di Pisa – è stato applicato sul carapace della tartaruga, lungo 49 cm e largo 44, un trasmettitore satellitare, messo a disposizione da ARPAT, che permetterà localizzare la tartaruga grazie ai segnali inviati dalla radiotrasmittente e monitorarne gli spostamenti. Il rilascio di Ruga è avvenuto all’interno dell’area marina protetta “Secche della Meloria”.
La Guardia costiera di Livorno che in qualità di articolazione periferica del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha anche il compito di alimentare la banca dati nazionale degli avvistamenti di animali marini che garantisce la disponibilità di preziose informazioni ai fini ambientali e scientifici, ha fornito il supporto con una motovedetta, sulla quale i militari hanno ospitato, anche un medico veterinario dell’Acquario di Livorno e una biologa dell’ARPAT di Livorno settore mare che hanno seguito tutte le fasi della liberazione.
La Guardia Costiera ricorda che tutte le comunicazioni, per segnalare ogni tipo di emergenza in mare, comprese le situazioni riguardanti i mammiferi marini o tartarughe bisognosi di assistenza, possono essere effettuate tramite il numero blu 1530, gratuito ed attivo su tutto il territorio nazionale, 24 ore su 24, che permette di contattare la Capitaneria di porto più vicina, per un intervento immediato.
In questo modo verrà prontamente allertata la rete di recupero che fa capo all’Osservatorio Toscano della Biodiversità, dando così avvio a tutte le procedure necessarie soprattutto per definire a quale istituto affidare l’animale per le eventuali cure.