Basket, Il malumore della Libertas verso l’assessore
Dall’orario per gli allenamenti della prima squadra, alla gestione del PalaMacchia. Pardini: “Manca una strategia per la pallacanestro livornese”
“Vogliamo alzare l’asticella del basket livornese. Il movimento riparte da noi che ci siamo conquistati la Serie B e quest’anno investiremo 250mila euro per un campionato impegnativo. E il nostro obiettivo è come minimo non retrocedere” . Giovanni Pardini, accompagnato dal coach Gabriele Pardini si focalizza sugli orari degli allenamenti della prima squadra, ma i temi in discussione sono molti di più e vanno ben oltre la questione dell’utilizzo settimanale del PalaMacchia.
La questione degli orari. Casus belli che ha innescato la polemica a distanza tra i vertici della Libertas e l’assessore allo Sport Andrea Morini. La società da tempo lamenta di aver invano richiesto quattro allenamenti da due ore: “Ci era stato detto che la Libertas avrebbe avuto la prelazione sugli orari. Invece ci sono stati assegnati tre spazi da un’ora e mezzo (martedì, giovedì e venerdì), pare per una vecchia delibera che limita la durata degli allenamenti; un provvedimento fatto e pensato quando tutte le squadre erano in Serie D. Dalle ore 15 alle ore 20 c’è attività federale e il palazzetto non è più disponibile dopo le 21.30. Ci è stato persino detto che il mercoledì il palazzetto non è disponibile perché assegnato alle giovanili del Don Bosco. Sappiamo che la Federazione Pallacanestro, il Coni e l’assessore ci stanno lavorando, ma mancano 15 giorni al primo allenamento e noi ancora non sappiamo dove andare il 16 agosto“. “Non siamo per la guerra e si può trovare un compromesso”. Ma se non si trova, Gabriele Pardini annuncia: ” Ci tocchera’ fare muro. Giovedi 17 ci presentiamo al Palamacchia e lo occupiamo. Io lo faccio e molti giocatori mi seguiranno“.
Dov’è l’assessore? “Abbiamo cercato di contattare l’assessore allo Sport Andrea Morini tante volte, ma non siamo riusciti a parlarci. Ormai è quasi un mese che si nega. Chiediamo rispetto. Rispetto degli impegni presi. E rispetto è anche rispondere al telefono”. A questo Giovanni e Gabriele Pardini aggiungono due circostanze: “Quando siamo stati promossi in Serie B siamo stati accolti in Comune, ma non invitati, a differenza dei Berretti Verdi del Livorno Calcio, quasi avessimo rotto le uova nel paniere”. E poi aggiungono: “L’Assessore non risponde, poi vedi sul suo profilo Facebook i “mi piace” e la condivisione alla campagna della Pallacanestro Livorno”.
Gli impianti. “Noi della Libertas non abbiamo impianti pubblici, quando invece altre società ne hanno due. Eppure abbiamo cento bambini del minibasket, siamo in serie B e ospiteremo giocatori professionisti da altre parti di Italia. Ci saremmo aspettati che il PalaMacchia, come previsto andasse a gara pubblica ed eravamo pronti a parteciparvi; invece c’è stata un’altra proroga al Don Bosco. E’ paradossale che, pur portando un risultato come questo di fronte a 4000 spettatori, si debba pensare a cercare impianti fuori Livorno come Collesalvetti o Pisa”. “Noi per fortuna non campiamo di basket e se vogliamo crescere tutti dobbiamo andare oltre le rendite di posizione” chiosa Giovanni Pardini. Dal pubblico c’è poi chi ricorda che “la Libertas paga alla società concessionaria del PalaMacchia, il Don Bosco, 20mila euro l’anno, poco meno del canone totale di gestione per l’impianto, ma che il Don Bosco ne incassa 54mila dal Comune come contributo, traendone quindi un discreto utile”.
Sponsor. La serie B costa 250mila euro come minimo e per far le cose bene ci vorrebbero almeno 300mila euro. “Sulla stampa avevamo letto che Esselunga avrebbe investito sulla cultura e sul basket livornese, ma sembra che la cosa sia sfumata insieme con il progetto di un consorzio societario tra varie realtà del basket”
Manca una visione. “Il derby Libertas-Pielle ha portato al Palamacchia 4000 persone. E’ la dimostrazione che il movimento del basket a Livorno c’è ancora e che non bisogna sprecare questo entusiasmo. Non mi pare però di vedere una strategia chiara. La città deve sostenere il movimento del basket. Sì, lo sappiamo che il Comune pensava a un consorzio tra società, ma la realtà non è quella e bisogna farci i conti. Livorno non vuole un ente ma vuole la passione”. “Bisogna eliminare – prosegue Giovanni Pardini – le rendite di posizione e riportare al centro la meritocrazia. Chi porta risultati e investe di più deve avere la priorita” .
Il PalaModigliani. “Il palazzetto di porta a terra è stato progettato per il basket e adesso è utilizzato solo per gli eventi. E’ una cattedrale nel deserto; inoltre come struttura separa troppo il pubblico dai giocatori. Il vero palazzetto, anche da un punto di vista storico, è il palamacchia. E’ un luogo che incarna meglio il basket cittadino per come lo concepiamo”.
Il compleanno a settembre. Libertas compie 70 anni e li andrà a festeggiare il 16 e il 17 al PalaMacchia con un quadrangolare con due squadre di A2: Ravenna e Bergamo più Libertas e Piombino. “L’organizzazione – ribadiscono – non sarà un impegno a costo zero: appartamenti, indotto e ospitalità squadre avranno un costo. E anche in questo caso noi abbiamo la sensazione che non ci sia una reale sensazione dell’importanza dei nostri sforzi“.