Libertas-Pavia, il riso Scotti resta sullo stomaco (65-76)
Venti minuti accettabili, poi il crollo. La Maurelli Libertas Livorno 1947 incassa la seconda sconfitta consecutiva e terza interna in questo primo terzo di campionato. Non sono solide consolazioni le attenuanti generiche addotte sotto forma di assenze (quelle di lungo corso di Forti e Ammannato), di lavoro settimanale reso difficile dalle precarie condizioni di Toniato (ai box nei giorni scorsi per un colpo al coccige) e dalla permanenza di Kuuba nella natìa Estonia per motivi di studio da domenica a venerdì.
È chiaro che gli amaranto stanno vivendo una fase delicata della stagione e Pavia – che era reduce da tre sconfitte consecutive – ha acuito le difficoltà della Libertas con una prestazione sufficiente, ma non esattamente indimenticabile.
E dire che la Libertas ha avuto in mano l’inerzia della partita per i primi due tempi. Complici le basse percentuali di tiro degli ospiti indotte da una difesa attenta e puntuale, Livorno è sempre stata avanti con buona sicurezza fino al massimo vantaggio di +11 (30-17 al 15’) prima che Calzavara, Torgano e D’Alessandro ricucissero in un amen lo strappo (30-28 tre minuti più tardi). La Libertas, però ha reagito e negli ultimi due giri di lancetta ha di nuovo scavato un piccolo solco, buono per andare al riposo sul +5 (36-31).
Nella ripresa, però, c’è stato un monologo pavese. Pronti via e il 2-10 per la Riso Scotti ha ribaltato il match (38-41). Per molti minuti è stato un braccio di ferro, poi sul 53-55 c’è stato l’allungo decisivo della squadra di Di Bella che si è portato a +7 e poi ha controllato nonostante qualche sussulto libertassino. Nel finale il massimo vantaggio ospite (61-76 al 39’) prima di quattro punti dei padroni di casa buoni solo per addolcire la differenza canestri.
Coach Alessandro Fantozzi: “Le assenze? Ci sono e basta. Quando si vince e quando si perde. Abbiamo fatto un primo tempo discreto, poi nel secondo non siamo stati abili ad attaccare bene e abbiamo subito canestri in transizione. Infine nei momenti decisivi non abbiamo fatto canestro”.