Libri: domenica presentazione di “La mia vita con Lenin”
Livorno 15 novembre 2019 – Domenica 17 novembre 2019, ore 18.00, presso La Feltrinelli, via Di Franco 12, Livorno, si terrà la presentazione del volume La mia vita con Lenin, di Nadezda K. Krupskaja, pubblicato quest’anno, in coedizione, da Edizioni Rapporti Sociali e Red Ster Press. Si tratta di un libro che raccoglie i ricordi della principale collaboratrice di Lenin, la compagna Krupskaja per l’appunto, sua moglie. Il racconto delle missioni all’estero e delle cifrature delle corrispondenze del marito con gli altri attivisti rivoluzionari, il lavoro clandestino per la costruzione del partito della rivoluzione e la preparazione ideologica di massa, le esperienze di vita vissuta, tra personale e politico, sullo sfondo del percorso della costruzione della grande Rivoluzione d’Ottobre ne fa oggi una pubblicazione preziosa e bella, particolarmente utile a noi, comunisti d’oggi, per gli insegnamenti di vita e di storia che se ne possono trarre: anche se sono trascorsi più di 100 anni, oggi come allora, siamo in una fase storica dell’umanità assai simile, caratterizzata dalla decadenza del capitalismo e lo sviluppo della rivoluzione che instaurerà il socialismo. Nadezda Krupskaja è stata una comunista, una rivoluzionaria, una compagna che ha condiviso la vita con Lenin e ce ne rende partecipi attraverso le sue memorie, i cui intenti mai scadono nella celebrazione ma, esattamente al contrario, trovano conferma nell’alimento che offrono alla passione per quella causa che ha servito tutta la vita e da cui attinse forza per la sua emancipazione e per quella di un’intera classe che, con la vittoria della rivoluzione e la costruzione del primo Stato socialista della Storia, l’Unione Sovietica, abbandonava la propria condizione servile, esito di secoli di divisione di classe e le concezioni ad essa connesse per creare, invece, relazioni sociali nuove, basate sull’associazione dei lavoratori che attuano, in maniera crescente, un nuovo dominio, quello sulla loro stessa attività associata e vita sociale. Al centro di tutto il racconto, la Krupskaja, mai pone se stessa e nemmeno Lenin, ma la lotta di classe e quanto necessario a farla avanzare, momento dopo momento, fatto dopo fatto, fase dopo fase. Ripercorre un’intera vita, piena di soddisfazione e gioia nonostante le sofferenze e i sacrifici. E’, così. Nadezda fu una donna felice. Lo fu perché visse un’esistenza piena di impegno, che traeva bilancio dalla Storia passata, costruiva il presente, proiettata verso il futuro. Fu donna libera, perchè scelse di farlo, trovando nel movimento comunita cosciente e organizzato la possibilità di farlo. La sua, però, non fu la felicità del borghese che, oggi come allora, può permettersi di non lavorare perché vive sulle spalle di chi lavora, così come la sua non fu la “libertà” dei borghesi, quella venduta nelle pubblicità brillanti di un modello già fallito. Non fu, dunque, evasione e, man che meno, fuga dalla realtà, ma sua comprensione per agirla e trasformarla. E’ questo il senso che la Krupskaja diede alla sua vita e, con lei e come lei, altri rivoluzionari. E’ questa la gioia che visse, quella di sentirsi ed essere parte di un tutto: un piccolo partito rispetto alla massa della popolazione, ma che decise di cambiare tutto, si diede i mezzi per farlo e, in effetti, cambiò tutto; una società nuova in costruzione, senza esuberi né parassitismi, dove tutti quanti ne condivisero il progetto, la causa e il fine trovarono senso poiché a ognuno essa assegnò un posto; un’impresa collettiva, che sconvolse il mondo, cambiò la Storia.