Licenziamenti MT, Trotta (PaP): “la solita scusa di aziende che vogliono tagliare teste e stipendi dei lavoratori”
Livorno 28 dicembre 2021
Le dichiarazioni della consigliera comunale Aurora Trotta (Potere al Popolo) in merito ai licenziamenti MT
“Sono stata assieme ai compagni ed alle compagne di Potere al Popolo Livorno al presidio e allo sciopero indetto a sostegno dei lavoratori MT.
Sono stati licenziati nonostante abbiano operato per anni tramite questo appalto occupandosi della movimentazione di automobili all’interno del piazzale della Bertani Trasporti Spa, senza che ci sia stato alcun sensibile calo del fatturato.
La pervicace volontà della Bertani di tenere basso il costo dell’appalto, ha indotto la MT a disdire il medesimo e proceder ai licenziamenti dei 25 lavoratori.
Dunque nessun calo di lavoro o fatturato:
solo la solita scusa di aziende che vogliono tagliare teste e stipendi dei lavoratori e peggiorarne le condizioni di lavoro.
Il solito sistema di sempre, che oggi ricade sulla testa dei lavoratori MT.
Già da tempo non poche erano le preoccupazioni e la necessità di tener alta l’attenzione su questa situazione, che sembrava grave da ogni punto di vista:
prima di tutto sulla garanzia lavorativa svanita per questi 25 lavoratori, oltre che sulla generale impostazione del sistema degli appalti.
Abbiamo cercato di dare un contributo concreto, supportandoli e sostenendoli per tutta la giornata mentre si cercava di rallentare il trasferimento delle automobili, che partono dalla Darsena Toscana Est ed arrivano ai piazzali Bertani.
Ricordiamo che i lavoratori MT sono stati in parte sostituiti da lavoratori Bertani, fatti venire da centinaia di chilometri da Livorno, con una modalità che è eufemistico definire “discutibile” (si pensi solo al fatto che dormono sui loro camion parcheggiati nel piazzale) per quanto riguarda il futuro di quella mansione.
Sarebbe bello sapere se Bertani vorrà davvero reinternalizzare interamente il servizio nel rispetto dell’anzianità di chi ha svolto quella mansione per anni, oppure se si tratta solo di un “prendere tempo” in vista di un nuovo appalto al ribasso.
Queste mobilitazioni, in particolare il picchetto organizzato davanti all’ingresso della Darsena, sono un passaggio necessario per far capire a tutti gli attori coinvolti che non è un “problema” circostanziato a Bertani, ma che investe attivamente sia l’Autorità Portuale (proprio perchè si transita all’interno della Darsena Toscana Est) ed il Comune di Livorno.
Sarebbe bene che l’Amministrazione contribuisse con iniziative appropriate e forti pressioni a difendere le prospettive dei 25 posti di lavoro in ballo.
Non solo: c’è estrema necessità di un contributo per agire di concerto e ripristinare condizioni di lavoro buone, non appalti che ribassano ulteriormente le paghe e che si liberano dei lavoratori a piacimento.
Ci sembra davvero il minimo tutto questo, quindi è ancora più grave constatare che l’attenzione in questi anni sia stata così bassa, mentre la situazione stava letteralmente scoppiando mano a mano e questi “attori” non si siano attivati per verificare che le condizioni fossero degne e le prospettive lavorative più sicure.
Mi aspetto una presa di posizione forte su questo gioco al ribasso da parte della politica cittadina, dell’Autorità Portuale che non può far finta di niente, dell’ispettorato del lavoro e della città tutta.
Interverremo con ogni nostro mezzo a disposizione, rimarcando che nè a Livorno nè da altre parti si può continuare ad ignorare il prestarsi a queste dinamiche sulla pelle di chi, dopo anni di lavoro, viene scartato e mandato a casa .
Cercheremo di attenzionare la situazione in tutti i suoi passaggi, ma ricordiamo che queste premesse son già state scritte anni fa, da chi ci raccontava che togliere tutele e garanzie ai lavoratori poteva aiutare il mondo del lavoro.
Oggi abbiamo la conferma, se mai ci fosse stato il bisogno di averne, che tutto questo è a discapito dei lavoratori e del circuito cittadino che, per l’ennesima volta, paga le decisioni di chi fa l’imprenditore ma vuole soltanto aumentare i propri profitti sulla pelle di chi lavora”.