Litiga, lascia la fidanzata immobile in terra, tenta la fuga e si scaglia sulla polizia. Nordafricano fermato con il taser
Livorno 18 giugno 2024 – Litiga, lascia la fidanzata immobile in terra, tenta la fuga e si scaglia sulla polizia. Nordafricano fermato con il taser
Nel primo pomerigio di ieri le volanti della polizia intervenivano in via dei pelaghi per la segnalazione di una lite in atto tra un uomo di origini nord africane e una donna che chiedeva aiuto.
Giunti sul posto gli agenti notavano già la presenza di sanitari, con ambulanza medicalizzata, che soccorrevano la ragazza piangente che, riversa a terra, non riusciva a muoversi mentre, l’uomo; un nord africano, con pantaloncino blu scuro e senza maglietta, si stava allontanando dal luogo dell’intervento e, da alcuni passanti, veniva indicato come autore di quanto appena accaduto.
Lo straniero, notando che la volante lo stava inseguendo, cercava di eludere in tutti i modi il controllo di Polizia, cercando di nascondersi tra le vetture in sosta, per poi dileguarsi in direzione opposta alla Volante facevando vari slalom tra le autovetture in transito, causando non poco caos per la circolazione stradale.
L’uomo, durante la fuga, più volte bofonchiava minacce nei confronti degli operatori, che lo seguivano, nello specifico proferiva testualmente “lasciatemi stare che vi ammazzo”.
Successivamente in considerazione del fatto che l’ uomo non desisteva nella fuga ma anzi, una volta raggiunto si scagliava contro gli agenti cercando di colpirli con la porta dell’autovettura di servizio, che in quel momento era aperta, per poi essere immobilizzato anche grazie all’aiuto del Taser in dotazione.
Successivamente lo straniero veniva accompagnato presso gli uffici di Polizia e si procedeva nei suoi confronti per “Lesioni Personali” con l’aggravante dell’Art. 577 c.p. in quanto fidanzati e associato presso la Casa Circondariale di Livorno “Le Sughere”.
Va precisato che il procedimento penale non è ancora definito e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevole l’indagato.