Politica 5 Maggio 2025

Livorno Civica: “Lavoro e Vita, entrambi devono rimanere”

Livorno Civica: "Lavoro e Vita, entrambi Devono Rimanere"Livorno 5 maggio 2025 Livorno Civica: “Lavoro e Vita, entrambi Devono Rimanere”

Stefano Cionini di Livorno Civica interviene con delle cosiderazioni sul costo del lavoro e la sicurezza di tornare a casa

Come ogni anno il primo giorno di maggio si festeggia la festa dei lavoratori, anche quest’anno si sono svolte nelle grandi e piccole città della penisola, comizi, concerti , assemblee, spettacoli, che tutti insieme , collettivamente hanno visto generazioni diverse riunirsi e ritrovarsi in un’idea comune, un legame che unisce qualsiasi età e pensiero, un filo che corre attraverso i secoli e che fa parte della storia dell’umanità, IL LAVORO, un qualcosa che dà dignità, sicurezza e speranza , quindi un percorso imprescindibile per chiunque.
Ognuno di noi ha vissuto il momento cruciale del passaggio dall’essere un adolescente per trovarsi improvvisamente nel ciclo produttivo del paese. Un cambiamento vissuto con entusiasmo, con timore, con curiosità, ma comunque un tempo di formazione sia professionale che come persona.
Questo deve essere il lavoro e questo vorremmo festeggiare ogni primo di maggio.
Purtroppo mi duole dirlo, ma il bel paese è diventato in pochi decenni un luogo completamente diverso da come lo avevano costruito i nostri genitori. In un tempo breve sono sbiaditi tutti quei diritti per i quali tante battaglie sono state effettuate negli anni passati.
Nel nome del liberismo sono stati introdotti contratti differenziati all’interno di stesse aziende, si è puntato su premi produzione stimolando i lavoratori ad accettare orari in straordinario con una ricaduta negativa occupazionale la cui conseguenza è l’emergere di uno stress lavorativo correlato.
Una patologia sempre piu diffusa.
A questa modifica epocale che ha strisciato sotto traccia negli ultimi decenni, si è affiancata anche un’altra piaga che è diventata strutturale: IL PRECARIATO, un modo di far lavorare le persone che non permette di creare un futuro, un bagaglio professionale, un progetto di vita. Un sistema delegato ad agenzie private che inviano i lavoratori e le lavoratrici in una babele di inserimenti temporanei nel pubblico e nel privato senza che ci sia una garanzia di continuità.
Osserviamo giovani e meno giovani che lavorano per lo stato, a fianco di colleghi che svolgono il loro stesso lavoro, ma che percepiscono una diversa retribuzione, un diverso trattamento contrattuale o addirittura una esclusione da eventuali welfare aziendali proprio perchè precari e quindi senza certezza di continuità lavorativa. Tutto questo ha per lo stato sicuramente un costo maggiore in quanto si trova a dover pagare l’agenzia e il lavoratore, mentre nel settore privato da l’illusione all’imprenditore di non aver obbligo di mantenere una consistenza numerica di dipendenti a tempo indeterminato. In realtà accade che tantissimi lavoratori, proprio perchè con il lavoro precario non si può organizzare una vita dignitosa , lascino le aziende e il personale venga sostituito in un ciclo insostenibile che non forma mai in maniera sufficientemente preparata le maestranze.
Essere preparati oggi, non vuol dire soltanto saper svolgere il proprio lavoro e contribuire ad aumentare il fatturato aziendale, vuol dire anche saper lavorare in sicurezza, rispettare i regolamenti, le norme e arrivare a fine giornata senza aver messo in pericolo la propria vita e quella dei compagni di lavoro. Per realizzare questo, per formare un lavoratore specializzato, servono investimenti continui e controlli sul territorio per verificare che le disposizioni in merito alla sicurezza sul lavoro siano rispettate.
Una catena che deve necessariamente essere gestita dalla stato, un sistema di controllo che non puo essere delegato a nessuno perchè va al di la del profitto e quindi è importante che un soggetto pubblico abbia la possibilità di intervenire , agire e se necessario sanzionare laddove venissero rilevate infrazioni o mala informazione del personale.
Le due figure obbligatorie RSPP e RLS devono essere messe in grado di programmare e decidere nel loro ambito senza ingerenze da parte della proprietà perche solo cosi ci sarà vera prevenzione. Lo stato deve mettere in bilancio l’assunzione di ISPETTORI DEL LAVORO per coprire le zone con realtà lavorative frammentate sul territorio. È necessario investire nel settore sicurezza, un grande cambiamento culturale che permetta agli imprenditori e ai lavoratori di svolgere in sinergia i rispettivi compiti senza che ci sia sbilanciamenti o tentativi di elusione delle norme, quindi un controllo capillare del territorio permetterebbe di creare un deterrente importante con la conseguente contrazione del numero di incidenti sul lavoro a cui siamo ormai abituati ad assistere giornalmente.
La sicurezza costa , dicono molti imprenditori, ma in realtà è molto piu semplice dedicare una parte delle risorse al settore sicurezza piuttosto che sperare sempre che una buona stella ci protegga e ci faccia arrivare alla fine del turno sani e salvi.
Continuando a nascondersi dietro il problema dei costi , avremo ogni giorni notizie di eventi luttuosi dei quali quasi nessuno se ne cura.
La sicurezza costa, ma
– QUANTO COSTA UN LAVORATORE CHE NON TORNA A CASA LA SERA.
– QUANTO COSTA GUARDARE UNA SEDIA VUOTA IN UNA FAMIGLIA.
– QUANTO COSTA LASCIARE DEI BAMBINI O UNA MOGLIE O UN MARITO IMPROVVISAMENTE SENZA UN AFFETTO NELLA DISPERAZIONE.
LA VITA UMANA NON HA PREZZO.
Dobbiamo imparare questa regola: “mai mettere in pericolo la vita per produrre ricchezza , perchè la vera ricchezza è tornare la sera dai propri cari sani e salvi”.
Quando riusciremo a far nostro questo semplice concetto avremo aziende sicure con personale formato e non occorrerà più il controllo degli ispettori, perchè ognuno di noi sarà ispettore di se stesso.
Verrà anche questo tempo, ma tutti noi dobbiamo batterci affinché questo non comporti decenni di attesa e ancora morti e morti sul lavoro.
Stefano Cionini per Livorno Civica

Livorno Civica: “Lavoro e Vita, entrambi Devono Rimanere”