Livorno in Comune: “Ritirarsi da capitale della cultura, saggia la decisione di Salvetti”
Livorno 27 gennaio 2020 – La decisione del Sindaco Salvetti di ritirare la candidatura di Livorno a Capitale della Cultura 2021 é, in termini assoluti, una saggia decisione.
Non é una questione economica, se i 500.000 euro accantonati dalla precedente amministrazione siano pochi o tanti.
Non é una questione politica regionale, se si sia lasciato il passo per ‘ordini superiori’ ad altre città Toscane.
Il fatto é che per iscriversi al campionato e vincerlo, ci si passi l’esempio quanto mai attuale, non basta una dichiarazione, la buona volontà, o il blasone dei titoli sportivi passati.
Ci vuole una struttura societaria, un settore tecnico, un parco giocatori e anche, certamente, una dotazione finanziaria adeguata.
E tutto questo non si materializza in un momento.
Non a Livorno. Non oggi.
Livorno oggi é una città afflitta da evidenti problematiche infrastrutturali che ne limitano pesantemente lo sviluppo economico, alla ricerca di soluzioni per la carenza diffusa di lavoro, alle prese con questioni complesse come la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la mobilità, l’abitare sociale, l’edilizia scolastica, e altro ancora.
L’amministrazione Salvetti é in carica dallo scorso giugno con la promessa, votata favorevolmente dai livornesi, di affrontare questi problemi e risolverli, anche ascoltando e rendendo effettiva la partecipazione dal basso. E’ giusto che queste siano le priorità, alle quali corrisponderanno evidentemente nel prossimo futuro giudizi e responsabilità politiche, perché questo hanno chiesto e chiedono i cittadini:
Lavoro e Benessere.
E dal lavoro e dal benessere diffuso si può creare la base sulla quale costruire l’identità culturale di una città, congiungendo alle radici e alle tradizioni (Modì, Mascagni, Ciampi, solo tre nomi tra tanti) un presente che veda cittadini consapevoli e responsabili, anch’essi, verso una Livorno risanata e da rispettare nei minimi comportamenti quotidiani, nella cura dell’arredo urbano, della pulizia, delle regole dell’educazione e della convivenza.
Le code per la Mostra del Museo di Città fanno ben sperare e indicano una direzione.
Quando il livello generale della cultura, quella alta e quella più elementare, sarà idoneo, la candidatura di Livorno, la Livorno di Dedo, di Ciampi, di Mascagni, ma anche di tanti giovani artisti livornesi ‘scappati’ per mancanza di ascolto o per distrazione generale, sarà una candidatura per vincere. Speriamo il più presto possibile, con l’impegno di tutti.
Lucarelli Michele, Livorno in Comune