Livorno in Comune, sicurezza : “Ignoranza e propaganda”
Livorno – “La direttiva del Ministro Salvini per l’applicazione del cosiddetto decreto sicurezza, secondo la quale i sindaci “distratti” dovrebbero sfruttare meglio gli strumenti messi a disposizione dalle sue misure, come il Daspo urbano, è il plastico esempio di quando le parole scavalcano i fatti.
Viene a mente la frase di Maria Antonietta che invitava il popolo affamato di pane a mangiare brioches.
C’è nelle esternazioni del Ministro, come sempre, un misto di ignoranza e propaganda.
Ignoranza: il perimetro comune delle competenze di Sindaco e Prefetto in materia di ordine pubblico è ben chiaro e fissato dalla legge, e non c’è bisogno di una circolare ministeriale perché essi operino, ognuno con i propri poteri.
Il Sindaco, quando opera come autorità locale di pubblica sicurezza, dipende funzionalmente per legge dal Prefetto e dal Questore.
Propaganda: il Daspo urbano e le “zone rosse”. Con un’ordinanza si dovrebbero allontanare spacciatori, ladri, scippatori, venditori abusivi dalle zone sensibili, cioè quelle aree nei centri storici, nelle piazze più frequentate da cittadini e turisti o vicine a scuole e università.
Il Daspo sportivo prevede l’obbligo di firma per i ‘daspati’ ogni volta che c’è la manifestazione sportiva per la quale è stato emesso il provvedimento a suo carico.
Viene da immaginare la fila dei ‘daspati urbani’ (spacciatori, ladri, venditori abusivi) fuori della Questura o di un ufficio di Polizia per porre la propria firma attestando che non sono nelle ‘zone sensibili’ a delinquere.
Un paradosso, le parole che superano la semplicità dei fatti.
Il Prefetto e il Questore dovrebbero semplicemente avere dal Ministero più risorse (uomini, auto delle volanti con la benzina per circolare) e il Sindaco dovrebbe, come spieghiamo nel nostro programma, razionalizzare e potenziare la presenza dei vigili urbani sul territorio, riaprire il tavolo dell’immigrazione (abbandonato a Livorno da anni dall’attuale amministrazione) per gestire realisticamente la questione, darsi un vero piano di politiche sociali, in collaborazione sinergica con le tante associazioni di volontariato, destinandovi quei fondi che sono scomparsi dagli ultimi bilanci, combattendo il disagio con i fatti e non con le parole.
Il resto è chiacchiera destinata a sciogliersi a giugno, come neve estiva”.
Livorno in Comune