Livorno, la Polizia di Stato ricorda il Questore Giovanni Palatucci
Livorno 11 febbraio 2025 Livorno, la Polizia di Stato ricorda il Questore Giovanni Palatucci
Ieri, presso l’area della memoria della Questura di Livorno ha avuto luogo una breve cerimonia commemorativa in ricordo di Giovanni Palatucci, alla presenza di autorità civili e religiose.
L’iniziativa assume particolare valore per il ricordo della vicenda personale di questo Eroe e per favorire altresì la sottolineatura dell’importanza della memoria, quale unico baluardo culturale di pericolose derive razziste o comunque di intolleranza.
Le Autorità e i cittadini una volta accolti dal Questore di Livorno Giusi Stellino, si sono recati nei pressi del Monumento ai Caduti, nell’Area della Memoria in questo Piazzale Caduti della Polizia di Stato, ove già è stato posto un cippo con targa dedicata a Giovanni Palatucci, e piantumato un ulivo, segno di pace, per deporre nell’occasione un omaggio floreale simbolo del ricordo.-
Giovanni Palatucci ultimo Questore di Fiume, Servo di Dio, Giusto tra le Nazioni, Medaglia d’Oro al Merito Civile, di origine campana, era un giovane commissario di polizia che nel 1937, venne assegnato all’ufficio immigrazione della città istriana di Fiume (ora Rijeka-Croazia); in pieno secondo conflitto mondiale, fu incaricato poi di assumere la reggenza di Questore della città.
Nel suo breve ma intenso servizio mise in atto una vera e propria azione di salvataggio sistematico in favore e dei perseguitati dal regime nazista.
Nel momento in cui ebbe l’opportunità di mettersi in salvo, preferì senza esitazione usare il salvacondotto che gli era stato offerto per salvare altre persone, decidendo di rimanere eroicamente al suo posto, per proseguire la sua missione in favore del prossimo e nella piena consapevolezza di essere in pericolo di vita.
La sua opera ha contribuito a salvare la vita di circa 5000 persone e per questo lo stato di Israele gli ha conferito il titolo di “Giusto tra le Nazioni” e presso il Museo Memoriale dell’Olocausto – Yad Vashem è stato piantumato un bosco di 5000 alberi a lui intitolato.
Purtroppo non è riuscito a salvare la sua vita. Infatti i nazisti, che scoprirono il suo progetto, lo arrestarono nel 1944 e, ristretto all’interno del campo di sterminio di Dachau (Germania), morì il 10 febbraio del 1945.San Giovanni Paolo II, durante il Giubileo del 2000 lo ha annoverato fra i martiri del ventesimo secolo.
Nel ricordare il Commissario eroe, il Questore Stellino ha sottolineato il particolare valore dell’esempio incarnato dal dott. Palatucci, modello di virtù che devono connotare l’agire degli appartenenti alla Polizia di Stato da sempre impegnati nel servire, ascoltare, aiutare e proteggere i cittadini da ogni sopruso e per garantire loro un futuro di libertà e sicurezza. Il Questore ha inoltre sottolineato la particolare valenza simbolica dell’area della memoria in cui viene ricordato anche il sacrificio di otto appartenenti alla Polizia di stato trucidati per mano nazista allorquando decisero di unirsi alle brigate partigiane per contrastare la barbarie delle truppe hitleriane.
Nell’occasione il Prefetto Dionisi ha tenuto un discorso in sua memoria:
“Oggi ci apprestiamo a compiere il gesto simbolico della deposizione di un mazzo di fiori presso l’Area della Memoria in commemorazione del Questore di Fiume Giovanni Palatucci che era un uomo di legge, esempio di rettitudine e generosità. Questi, infatti, ispirandosi ai valori e ai sani principi tramandati dalla sua famiglia profondamente cattolica, utilizzò il suo ruolo di responsabile all’ufficio stranieri della Regia Questura per salvare numerosissimi ebrei dalla deportazione nazista.
Palatucci seguì l’insegnamento biblico di Gesù secondo Il quale “Nessuno ha un amore più grande di chi dona la sua vita per coloro che ama”, infatti nonostante fosse consapevole che contravvenire alle norme per una giusta causa l’avrebbe inevitabilmente condannato a morte, ha preferito violare le leggi razziali vigenti per evitare l’espulsione dei profughi ebrei destinati ai campi di concentramento nazisti su ordine di Mussolini.
Sono fermamente convinto che una legge giusta nasce sempre da un’etica solida. Se l’etica vacilla, prima o poi anche la legge perde forza. Ci sono casi in cui la legge va seguita alla lettera, altri in cui va compresa nello spirito. È qui che interviene l’etica, per non farci essere ciechi esecutori, ma interpreti consapevoli. Applicare la legge senza etica è come amministrare giustizia senza umanità: si rischia di avere la regola, ma non la giustizia.
Colgo l’occasione per ricordare anche altri Giusti livornesi: la Prof.ssa Lida Basso Frisini, una giovane donna di Pescia che ha soccorso una famiglia di ebrei fuggita dalla Francia a seguito dell’esercito italiano in ritirata, Mario Canessa, poliziotto in servizio al confine della Valtellina, Giovanni Gelati repubblicano e antifascista e Frida Misul, autrice di una delle prime testimonianze letterarie di deportati italiani nel campo di concentramento di Auschwitz.
Rievocare il passato è utile come monito per non ripetere gli errori commessi, anche se purtroppo la storia ci insegna che non è sempre così, ma non bisogna mai smettere di provarci e ritengo che in questo momento storico sia particolarmente importante ricordare personaggi simili, non solo per le guerre attualmente in atto, ma anche perché il 2025 è l’anno del Giubileo intitolato “pellegrini di speranza”.
Livorno, la Polizia di Stato ricorda il Questore Giovanni Palatucci