Livorno Rugby 1931 promosso in A1
Livorno 22 luglio 2025 Livorno Rugby 1931 promosso in A1
Ci sono promozioni che si conquistano con i punti.
E poi ci sono promozioni che si meritano.
Con ogni allenamento, ogni sacrificio, ogni battito di cuore dato alla maglia.
L’Unicusano Livorno Rugby 1931 è ufficialmente in Serie A1!
Il campionato era finito, e la promozione era sfuggita per un soffio. Poi, con le rinunce di Paese e Lazio, è arrivata la decisione della Federazione: dare spazio a chi, più di tutti, lo meritava.
E Livorno era lì. Prima nel girone sud. 82 punti su 90. Una stagione dominata con il cuore e con la testa. Una squadra costruita giorno dopo giorno, con il sudore, la forza e la determinazione dei ragazzi e di tutto lo staff tecnico, spinti da una città tornata a stringersi intorno alla propria maglia.
Non è solo un traguardo. È un ritorno a casa.
A un rugby che conta, che forma, che educa.
A un’idea di sport che si intreccia con l’identità profonda di questa città.
Perché a Livorno, il rugby è una lingua fatta di fango, appartenenza e collettivo. Una lingua che si tramanda, che si vive. Che pulsa.
La promozione vista dal cuore del club:
A raccontare meglio di ogni dato l’anima di questo risultato, sono le parole del Presidente Giovanni Riccetti, che da tredici anni guida il club con passione e senso di responsabilità:
“Questa non è solo una promozione. È un passaggio.
Da ciò che siamo stati, a ciò che vogliamo diventare. Insieme.
Ringrazio tutti, ma proprio tutti, coloro che hanno contribuito a questo grande successo sportivo, dal più occasionale dei collaboratori, sino all’ottimo tecnico Riccardo Squarcini, che sono certo saprà cogliere le occasioni che certamente avrà di farsi valere in contesti meno casalinghi.
Ora il club imbocca una strada sportivamente in salita; lo fa con la determinazione di chi è consapevole di affrontare una sfida difficile, e con l’orgoglio di riaffermare e rafforzare la propria filosofia de ‘Il Livorno Rugby dei Livornesi’, che un tecnico di valore assoluto come Gianluca Guidi saprà tradurre sul campo in impegno, spirito indomito e sfrontato, voglia di osare e di concludere ogni partita, ma anche ogni singolo allenamento, con la testa alta e l’orgoglio di aver rispettato una promessa fatta a se stessi.”
Parole che tracciano un orizzonte chiaro: Livorno non vuole solo salire di categoria. Vuole portare il rugby di alto livello dentro la città. Renderlo accessibile, educativo, vivo.
A incarnare questo spirito, c’è anche Giacomo Gragnani, il capitano. Uomo-squadra, voce dello spogliatoio, sempre pronto all’azione in nome della maglia biancoverde.
Simbolo di equilibrio e determinazione. Le sue parole:
“Questo è un risultato voluto, cercato e meritato.
Non vediamo l’ora di iniziare questa nuova avventura,
per continuare il processo di crescita e lottare per nuovi obiettivi.”
Un nuovo corso, radici profonde
Questa promozione segna anche l’inizio di un nuovo capitolo tecnico.
La promozione in A1 segna anche l’inizio di una nuova era tecnica.
Nel cuore tecnico del progetto ci sarà Gianluca Guidi, Director of Rugby, una delle figure più autorevoli del panorama nazionale: ex Nazionale, Zebre, Fiamme Oro, Calvisano.
Guidi sarà guida, ispirazione e ponte tra generazioni. A lui è affidato il compito di portare visione e metodo.
“Sentire il battito di questa squadra- racconta Guidi-, vivo e autentico, è un privilegio. Qui non c’è solo il campo, c’è una città che cresce intorno a un sogno; ci sono ragazzi che imparano cosa vuol dire cuore, sacrificio, appartenenza.
Mi impegno ogni giorno per onorare la storia centenaria di questo club e per far crescere una nuova generazione che porti il rugby di alto livello a Livorno. Perché questo progetto sia davvero dei nostri giovani.”
Giovani, appunto. E giovani sono anche le due figure che affiancheranno Guidi in questo viaggio: Antonio Tangredi, pilone, e Rocco Del Bono, apertura/estremo.
Due colonne portanti dello spogliatoio biancoverde. Due voci diverse, unite dalla stessa dedizione, visione, presenza.
Tangredi è forza che ascolta, intelligenza che guida. Un pilone solido e sensibile, capace di farsi spazio fra gli avversari e dentro il cuore dei compagni. In campo è determinazione pura, fuori è ascolto, affidabilità, autenticità. Si occuperà della mischia chiusa e del punto d’incontro, ma più di tutto sarà colonna emotiva e tecnica di un gruppo che in lui riconosce un punto fermo:
“L’A1 è un traguardo importante per questo club: torniamo nella top20 del rugby italiano, e lo facciamo dopo una stagione vissuta con il cuore in mano.
Un campionato dominato, dei playoff intensi, e una promozione sfiorata per un soffio.
Questo risultato è il frutto del lavoro quotidiano di un gruppo straordinario: dai giovani ai senatori, ognuno ha messo qualcosa di sé.
Un grazie speciale va al nostro staff e soprattutto a Riccardo Squarcini, che per me è stato più di un allenatore: un mentore, un amico, un esempio di serenità, passione e competenza.
Ora ci attende una nuova sfida, dura ma bellissima.
Il mio ruolo da giocatore/allenatore – come quello di Rocco – sarà al servizio di questa crescita.
E sono certo che con una guida come Gianluca Guidi al nostro fianco potremo accompagnare i più giovani e dare ancora più forza a ciò che siamo.
Non ci resta che rimboccarci le maniche e farci trovare pronti, ogni singolo giorno.”
Del Bono, invece, è la scintilla che accende il gioco. Creativo, generoso, istintivo ma sempre lucido, sa leggere le partite e ispirare i compagni. Coordinerà l’attacco, mettendo il suo talento al servizio della squadra e del progetto tecnico
“Partecipare al prossimo campionato di Serie A1 è per noi motivo di grande orgoglio.
Sarà un’esperienza entusiasmante, una vera opportunità di crescita per tutti, soprattutto per i più giovani.
Accompagnarli nel loro percorso, aiutandoli a diventare uomini e atleti attraverso i valori in cui crediamo, è
la mia più grande motivazione.
So bene di avere ancora tanto da imparare, ma affrontare questa sfida al fianco di un punto di riferimento come Gianluca Guidi mi dà fiducia e stimolo.
Darò il massimo, con passione e umiltà. Non vedo l’ora di iniziare questo nuovo viaggio.”
Due ruoli. Due voci. Ma soprattutto, due presenze.
Perché il rugby – quello vero – si costruisce così: da chi resta anche dopo l’allenamento.
Da chi sa guardare avanti. Da chi crede che la propria crescita sia parte di quella degli altri.
Il vivaio: storie, volti, futuro
Gli altri sono loro. I ragazzi. I giovani. Le radici e il futuro. Il senso di tutto questo.
È per loro – e con loro – che Livorno torna a respirare rugby di alto livello.
Perché ogni passo avanti ha senso solo se accende sogni dietro di sé, se apre strade, se crea orizzonti.
Come quelli che oggi iniziano a percorrere otto ragazzi biancoverdi, convocati nelle Accademie Federali.
A Parma, nell’Accademia U20, ci saranno:
Pietro Celi, apertura classe 2006, visione limpida e sangue freddo;
Christian Brasini, pilone 2006, forza silenziosa e imprescindibile;
Jacopo De Rossi, 2007, tallonatore generoso e presente, figlio di Andrea De Rossi, simbolo del rugby italiano, colonna del Livorno Rugby e capitano dell’Italia ai Mondiali 2003.
A Roma, nell’Accademia U19, Livorno è il club più rappresentato in Italia:
Edoardo D’Ammando, mediano intelligente e lucido;
Leonardo Tosi e Augusto Alessandri, piloni solidi e affamati;
Romeo Celi, apertura 2009, estro e visione;
Giulio Lenzi, mediano 2009, cuore e decisione.
E accanto a loro, un fiume che continua a scorrere: i giovani dell’Under 15, già coinvolti nelle selezioni regionali, con la loro grinta e la loro voglia di crescere.
E poi il minirugby. Il vero cuore pulsante. La fonte.
Ogni bambino che calcia storto, che placca troppo in alto, che cade e si rialza: è lì che nasce tutto.
È per loro che si costruisce.
Un orizzonte che profuma di futuro:
L’A1 non è un punto d’arrivo.
È un nuovo inizio. Una promessa che si rinnova.
Perché portare il rugby di alto livello a Livorno non è solo ambizione:
è visione. È responsabilità. È comunità.
È dare ai ragazzi un motivo per restare, un campo dove crescere, una città che li riconosca e li accompagni.
Con lo stesso spirito di sempre. Ma con una visione sempre più chiara.
Quella che il Livorno Rugby non è dei singoli, ma delle generazioni presenti e future. Non appartiene a qualcuno. È di chi lo vive. Di chi lo ha vissuto. E, soprattutto, di chi verrà.