Lockdown, Sabato sera: pochi clienti nei locali, molti vuoti
Livorno 24 maggio 2020 – Lockdown e “vita” nei locali, un sabato sera di tristezza. Pochi clienti nei locali, molti vuoti.
Dalla Venezia al viale Italia, il sabato sera è molto lontano da quello dei tempi prima della quarantena.
Per quanto riguarda ristoranti e pizzerie, la situazione non è rosea, e si differenzia molto da locale a locale e dalla sua posizione. Sul lungomare infatti mentre alcuni noti locali avevano tutti i pochi posti ai tavoli pieni, altri avevavo uno o due clienti e addirittura qualcheduno era completamente vuoto.
Alle 21.30 però molti ristoranti e pizzerie erano già vuoti.
La stessa situazione del lungomare per ristoranti e pizzerie vale anche per la Venezia, il quartiere della movida.
Per quanto riguarda i pub, abituati a vederli stracolmi di persone dentro e fuori, possiamo dire che sono quelli che ieri sera hanno più sofferto la crisi della riapertura.
Molti avevano dei clienti seduti ai tavoli ma tanti erano vuoti, o con una, al massimo due persone.
Sul lungomare le gelaterie anche se lontane dai tempi d’oro, hanno tenuto. Avevano file ordinate di persone che aspettavano il loro turno per comprare il gelato.
Nei bar sul lungomare la situazione non era rosea, molti vuoti, in alcuni le persone si contavano sulle dita di una mano. Solo alcuni bar, ma erano veramente pochi, avevano molte persone, ma anche se molte, erano sempre un decimo dei quelle a cui erano abituati prima.
Anche i giovani, famiglie ed anziani che di solito affollavano il viale Italia il sabato sera, sono un “ricordo”, in confronto ad un normale sabato il lungomare era praticamente vuoto
Abbiamo posto ai titolari delle attività alcune domande e questa praticamente è la situazione emersa dalle loro risposte:
Per quanto riguarda i ristoratori, il problema che hanno con i clienti è il fattore tempo. I pochi tavoli a disposizione fanno si che i posti a disposizione termino subito.
Il cliente come ha sempre fatto, si siede, ordina, mangia con il suo tempo, poi paga e va via per lasciare il posto a nuovi clienti.
Se prima nelle fasce orarie dalle 19 alle 22 si facevano ad esempio tre turni da 50 persone, ora i posti sono una decina e invece di 150 persone ne servono 30.
“Anche se abbiamo persone che vogliono mangiare da noi siamo costretti a mandarle via, non c’è posto”.
“Purtroppo con la nostra tipologia di lavoro, le persone non vengono certamente da noi a mangiare alle 17 del pomeriggio o la 23 della sera”.
“Lei da solo o con la sua famiglia verrebbe a “fare merenda” da noi alle 16/17 del pomeriggio? Oppure aspetterebbe fino alle 23 della sera per cenare al tavolo libero? Non credo?” Questo è quello che ci ha domandato un ristoratore.
I Pub sono quelli che più risentono delle regole del distanziamento sociale, prima del covid, raccontano i titolari, la nostra attività era un punto di svago e ritrovo.
Comitive di amici venivano da noi per stare in compagnia, si sedevano, parlavano e consumavano.
Altri venivano da soli o a piccoli gruppi di due o tre persone per bere e vedere di fare nuove conoscenze, ora tutto è cambiato.
I locali pieni all’interno e la moltitudine di persone fuori che parlano e socializzano è diventata un sogno di un tempo lontano.
E’ proprio l’uso dei Pub come punto di ritrovo, di socializzazione e nuove conoscenze che ci penalizza di più in questo periodo post covid
La cosa su cui tutti gli esercenti concordano è che le persone non hanno soldi.
Non avendo soldi, se devono spendere , spendono quei pochi soldi che hanno per cose più necessarie.