Lotta sull’Inceneritore: Accuse e Risposta tra Rifiuti Zero e Sindaco Salvetti
Rifiuti zero: "esclusivo Salvetti tradisce la città". Il Sindaco: "Rifiuti zero in malafede, funzionerà al massimo altri 2 anni"
Livorno 9 febbraio 2024 – Lotta sull’Inceneritore: Accuse e Risposta tra Rifiuti Zero e Sindaco Salvetti
Accuse di “Rifiuti Zero” all’amministrazione comunale di Livorno in merito all’inceneritore di Livorno si scontrano con la risposta decisa del Sindaco Luca Salvetti.
Le accuse vertono sulle presunte manovre ingannevoli dell’amministrazione riguardo al rinnovo dell’autorizzazione per l’inceneritore.
Sulla base di un verbale datato 22 gennaio, si denunciano ritardi e mancate risposte a osservazioni critiche. Si evidenzia il rifiuto della richiesta di massima tutela ambientale da parte del Comune e l’accettazione di soluzioni alternative con possibile impatto sulla salute pubblica. Si solleva inoltre il dubbio sul reale termine di chiusura dell’impianto.
La risposta del Sindaco Salvetti smentisce energicamente tali accuse. Sottolinea l’impegno per una gestione responsabile dell’inceneritore, con interventi mirati a ridurre le emissioni nocive e garantire il rispetto delle normative ambientali.
Si ribadisce la volontà di chiudere l’impianto entro il 2027 e si precisa che le misure adottate rispondono a criteri di sostenibilità economica e ambientale. Si respinge categoricamente l’idea di una gestione prolungata dell’inceneritore oltre tale data.
Di seguito le due dichiarazioni
Coordinamento Rifiuti zero Livorno
“Siamo entrati in possesso della copia del verbale dell’ultima riunione convocata in Regione il 22 gennaio scorso per il rinnovo dell’autorizzazione chiesta da Aamps per prolungare la vita dell’inceneritore, un impianto pensato e costruito all’inizio degli anni ’70, quando non esisteva il riciclo né la raccolta differenziata.
Leggendo il verbale, colpisce prima di tutto il fatto che la Regione chieda per ben tre volte ad Aamps di rispondere alle osservazioni del nostro Coordinamento Rifiuti Zero, soprattutto a quelle di carattere economico, comprese le ripercussioni sulla tariffa.
Incredibilmente, nel verbale viene affermato che le valutazioni economiche sarebbero ancora “in corso” (dopo un anno e mezzo dall’inizio del procedimento) e che Aamps si riserva di rispondere non si sa quando.
In realtà, Aamps ha già presentato più volte i conti riguardanti il costo dell’operazione di adeguamento dell’impianto, sempre sfavorevoli rispetto ad una semplice chiusura definitiva dello stesso, ma ogni volta sembra che voglia ricominciare da capo pur di strappare l’agognata autorizzazione.
Per quanto riguarda la doppia garanzia richiesta dal Comune, a proposito della massima tutela ambientale e del termine di esercizio dell’impianto da fissare al 2027, sbandierata da Salvetti come una doppia condizione non negoziabile, leggendo il verbale si scopre che in realtà è stata respinta dalla Regione e che il Comune non si è opposto, ma ha addirittura aiutato la Regione a bocciare la richiesta.
La massima tutela ambientale prevista dalle famose “BAT”, cioè le migliori tecnologie disponibili secondo l’Unione Europea, si sostanzia con l’installazione del sistema di abbattimento catalitico degli ossidi di azoto (nox), tra i gas più nocivi emessi dall’impianto.
Aamps però non vuole installare tale sistema, perché afferma, ma non dimostra, di non avere sufficiente spazio a disposizione.
Appositamente interrogato dalla Regione in merito, il Comune (“alla presenza del sindaco Salvetti”, riporta il verbale) accetta la richiesta di Aamps, escludendo il sistema di abbattimento catalitico degli ossidi di azoto.
Salvetti quindi: non pretende più la massima garanzia ambientale, ma si accontenta di un sistema alternativo di “maniche filtranti”, nonostante – si legge nel verbale – “in Italia nessun impianto di incenerimento è dotato di tale tecnologia”, perciò sarà necessario “un periodo di sperimentazione”: insomma i cittadini livornesi vengono trattati come cavie di laboratorio e la tutela dell’ambiente e della salute pubblica viene sacrificata pur di lasciare acceso l’inceneritore!
L’altra richiesta di Salvetti riguardava la dismissione dell’impianto entro il 2027, ma anche in questo caso la Regione ha portato allo scoperto il bluff del Comune: nel verbale viene chiarito che l’autorizzazione, come prevede la legge, verrà concessa per almeno 10 anni (estendibili a 16 anni) e che dev’essere eventualmente Aamps a stabilire una chiusura anticipata.
Bene, sapete da chi è composto il Comitato per il controllo analogo su Aamps (parificata dalla normativa ad un ufficio interno del Comune di Livorno), competente sulle decisioni strategiche aziendali e quindi sul futuro dell’inceneritore? E’ composto da una sola persona: Luca Salvetti.
Sapete chi fa parte del Comitato per il controllo analogo sul gruppo Retiambiente, di cui fa parte Aamps? Luca Salvetti, con la maggioranza relativa delle azioni.
In pratica la Regione ha fatto notare a Salvetti che non deve chiedere a loro un termine massimo per l’attività dell’inceneritore, deve deciderlo lui (come stiamo ripetendo pubblicamente noi da circa due anni).
Di fronte a queste evidenze, il Comune ha evitato di prendere posizione: ritirata totale e indecorosa.
Durante la riunione è stata anche decisa la sospensione del procedimento di rinnovo dell’autorizzazione, in attesa di capire se le modifiche sostanziali proposte per l’impianto necessitano di apposita procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), cosa che farà perdere ulteriori mesi di tempo per ammortizzare l’investimento multimilionario, necessario per prolungare la vita dell’inceneritore.
Impossibile quindi chiudere il forno entro il 2027 se verrà concessa l’autorizzazione (oppure se Salvetti non si decide a ritirare la richiesta di rinnovo), quindi la prospettiva è quella di proseguire per almeno altri dieci anni, nonostante l’introduzione della carbon tax che farà ulteriormente esplodere le perdite gestionali, da ripianare con la TARI.
Lo scandalo diventa sempre più grave ogni giorno che passa”.
La risposta del sindaco di Livorno Luca Salvetti
Non posso non rispondere all’ultimo comunicato di Rifiuti Zero, perché mette in discussione un aspetto del modo di amministrare del sottoscritto e della Giunta che invece dal mio punto di vista non è negoziabile. E lo fa omettendo colpevolmente una parte importante delle informazioni che invece i cittadini hanno il diritto di conoscere.
Rifiuti Zero sostiene infatti che il mio intervento nella Conferenza di Servizi avrebbe avuto l’effetto di non pretendere più la massima garanzia ambientale, quando invece è avvenuto esattamente il contrario.
Questa è davvero malafede.
E’ intellettualmente disonesto citare solo una parte di quello che il testo del verbale riporta, e offende proprio l’intelligenza dei nostri concittadini.
Mi preme a questo punto sottolineare che, come risulta chiaramente dal verbale della Conferenza di Servizi, sono intervenuto proprio per chiedere il NON SUPERAMENTO dei limiti più bassi; proprio quelli previsti dalle BAT, per l’emissione degli ossidi di azoto.
Proprio su mia richiesta la Conferenza ha quindi previsto una specifica prescrizione, che obbligherà il gestore, se l’impianto funzionerà ancora, a rimanere sotto il 150 mg per mq, e non sotto il 180 (cosa che sarebbe stata possibile SECONDO LA NORMA). Ma non è finita.
Rifiuti Zero denuncia il presunto bluff, che sarebbe stato orchestrato dal sottoscritto, riguardo al fine vita dell’impianto, che non potrà funzionare oltre il 2027.
Evidentemente sfuggono alcuni particolari fondamentali.
Prima di tutto, sottolineo che sia il Comune sia ATO hanno presentato un’osservazione al Piano Regionale dell’Economia Circolare dove chiedono che sia chiaramente specificato che l’impianto concluderà il suo ciclo operativo non oltre il 31/12/2027.
In secondo luogo preciso che, a fronte di un’autorizzazione che formalmente non può essere rilasciata per soli due anni, Aamps provvederà, per quanto possibile, a noleggiare le attrezzature per la manutenzione, acquistando solo ciò che non può essere noleggiato.
Questo proprio in virtù del fatto che dal 2028 l’impianto non sarà più sostenibile dal punto di vista economico e organizzativo, a causa dell’introduzione della Carbon Tax sugli impianti di incenerimento e dell’entrata in funzione dell’ossicombustore di Peccioli.
Noi abbiamo lavorato per costruire un vero percorso di dismissione dell’inceneritore, perché non ci interessano le dichiarazioni puramente ideologiche.
Ci abbiamo lavorato con convinzione, perché riteniamo che il modello dell’incenerimento sia superato e debba cedere il passo a soluzioni più sostenibili . Ma anche con senso di responsabilità, tenendo conto in modo laico delle alternative per la chiusura del ciclo dei rifiuti e delle ricadute delle nostre scelte sui bilanci aziendali e sul futuro dei lavoratori.
Retiambiente ha promosso un’indagine di mercato per chiudere il ciclo in mancanza del Picchianti.
Dall’esito è risultato che i rifiuti dovrebbero viaggiare fino all’Olanda per essere inceneriti, stante l’impossibilità, più volte giustamente ribadita dalla Regione, di portarli in discarica.
Sfido chiunque a sostenere che questa scelta pilatesca, che tra l’altro impatterebbe sulle tasche dei cittadini, sia quella ambientalmente più sostenibile.
Quando si governa, si deve farlo con buon senso, e noi ci siamo sforzati per fare la scelta più corretta per la nostra comunità.
L’impianto funzionerà al massimo per poco più di due anni, quindi, con limiti emissivi bassi, assicurando una gestione seria del ciclo dei rifiuti, una TARI contenuta e garanzie per i lavoratori dell’azienda.