Lungomare di Livorno: “Un’elegia di Tristezza tra Baracchine Abbandonate”
Livorno 5 febbraio 2024 – Lungomare di Livorno: “Un’elegia di Tristezza tra Baracchine Abbandonate”
Nelle pieghe del lungomare di Livorno si cela un racconto di nostalgia e decadimento, dipinto con versi che narrano la triste melodia di un luogo che fu un tempo vivo e animato.
Attraverso questa poesia di un lettore, ci immergiamo nelle piazze dimenticate, dove; le baracchine di legno raccontano storie di giorni passati e la tristezza si mescola con la bellezza decadente del mare.
Un’ode poetica al lungomare, una riflessione sulla mutevolezza del tempo che lascia dietro di sé il vuoto confortante e le baracchine che un tempo erano un calvario di vita. Un lungomare che s’addormenta, trascinando con sé le sue storie, testimoni silenziose di un passato ormai sbiadito
Nel grigiore d’inverno, Livorno mia,
Tra nuvole sospese, triste poesia.
Lungomare, cantiere di yacht eleganti,
Benetti sfiora l’orizzonte, ma il cuore è distratto.
Scoglio della Regina, la prima piazzetta,
Dove il tempo s’è fermato, è la realtà concreta.
Baracchine di legno, un tempo vivaci,
Ora cede il legno, la tristezza ne spazi.
Una piazza deserta, la struttura è crollata,
Abbandono e gelo, l’atmosfera è gelata.
Panchine di pietra, chiare e dure là dove un tempo c’èra la vita,
Nel vento d’inverno, la nostalgia è sicura.
Via Funaioli, la seconda piazzetta incontra,
Bar che s’affacciavano, ora il vuoto conforta.
Memorie affievolite di vita, in un presente grigio,
Strutture pericolanti, la vita fugge via.
Terza piazzetta, di fronte all’acquario,
Baracchine di legno, un tempo vivaci ora un calvario.
Ora chiuse e decadenti, come il loro destino,
Il soffitto s’avvalla nel vuoto, senza destino.
Lungomare morto, abbandonato al nulla,
Dove la vita fioriva, ora si annuncia il nulla.
Nel silenzio dell’acquario, l’eco di risate lontane,
Il lungomare s’addormenta, portando con sé gioie e vita.
Lungomare di Livorno: “Un’elegia di Tristezza tra Baracchine Abbandonate”
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