M5S: “Ato commissariata, esulta solo il PD”
Il Pd preferisce invece esultare e sfruttare l’occasione per tornare a sparare sul concordato preventivo in continuità di Aamps, che con la sentenza del Tar c’entra poco o nulla.
Il motivo è semplice: al Pd non interessano né i cittadini livornesi, né i lavoratori di Aamps, ma solo privatizzare un servizio strategico.
Non potendolo ammettere apertamente preferiscono parlare d’altro, utilizzando una tecnica vecchia quanto la politica. Quella della disinformazione.
Secondo il Pd, il concordato preventivo ha determinato “enormi oneri a carico dei contribuenti”.
Bugia. Il concordato, incluse le consulenze professionali, è costato poco più di 900mila euro. Ricapitalizzare l’azienda, senza peraltro avere alcuna garanzia su un suo successivo e indispensabile risanamento gestionale, sarebbe costato almeno 10 volte tanto.
Secondo il Pd, poi, il concordato avrebbe prodotto solo “un non risultato”.
E qui bastano i numeri: protetta dall’ombrello del tribunale, l’azienda ha potuto ristrutturarsi e rilanciarsi, chiudendo il 2016 con 2,3 milioni di euro di utili. Un bel salto in avanti rispetto al 2014 quando si registravano perdite per 11,4 milioni di euro.
Secondo il Pd, poi, “la sentenza del Tar mette a rischio il concordato”.
Falso. La sentenza dice solo che non è possibile estendere il contratto di servizio al 2030, visto che, una volta costituita la società pubblico privata Reti Ambiente, sarà questa a subentrare ai gestori attuali. Ciò che stupisce è che il Tar – così come il Pd – “suggerisca” al Comune di trovare un accordo con Ato per permettere all’azienda di operare fino al 2021, data naturale della scadenza del concordato. E’ quantomeno curioso che un tribunale amministrativo dia suggerimenti su una procedura che, peraltro, attiene alla giustizia ordinaria.
Secondo il Pd, infine, l’amministrazione avrebbe intrapreso la strada del concordato in preda a “deliri isolazionisti”. Su questo i dem hanno ragione.
Se per deliri isolazionisti si intende la volontà politica di mantenere pubblico un servizio strategico, allora sì, siamo mossi da deliri isolazionisti.
Se si intende la volontà di tutelare i lavoratori dell’azienda che, se assorbiti in Reti Ambiente, potrebbero essere spediti a lavorare a Massa o a Lucca o in Garfagnana, allora sì, siamo isolazionisti.
Se si intende la volontà di garantire ai livornesi un servizio a costi più bassi rispetto a quelli previsti con la società pubblico-privata, allora sì, siamo isolazionisti.
Se si intende infine portare avanti un progetto a rifiuti zero e un progressivo smantellamento dell’inceneritore di Livorno, allora sì, siamo convintamente isolazionisti”.