Maleodoranze a Stagno e Calambrone, Arpat: “Eni non era l’unica sorgente”
Stagno (Collesalvetti, Livorno) 26 marzo 2020 – L’Arpat comunica i risultati dell’attività svolta ed in corso per proseguire l’approfondimento della problematica delle maleodoranze e per individuare le cause dei cattivi odori e promuovere azioni di miglioramento
Cattivi odori a Stagno (LI) e Calambrone (PI)
Come emerso dal Piano Mirato per la riduzione dell’inquinamento olfattivo nell’area Nord di Livorno e Collesalvetti condotto dal Dipartimento ARPAT di Livorno, la zona del Calambrone è soggetta alla ricaduta di una molteplicità di emissioni in atmosfera causate da:
- ditte per lo più operanti nel comparto petrolchimico situate nell’area Nord di Livorno, al confine con Pisa;
- area portuale;
- traffico marittimo;
- attività portuali connesse con le ditte stesse;
Per la mitigazione dei cattivi odori presso le abitazioni di Calambrone e Tirrenia, poiché sono molte le sorgenti appartenenti ad aziende diverse che contribuiscono alle emissioni in atmosfera, il Dipartimento ARPAT di Livorno ha cercato di stimare l’impatto di ciascuna ed ha richiesto alle aziende coinvolte nel Piano Mirato di mitigare le proprie emissioni a partire da quelle che si ritiene possano contribuire maggiormente.
La raffineria ENI, tra il 2018 e 2019, ha provveduto in sintesi, a:
- coprire le vasche di trattamento reflui che prima recapitavano direttamente in atmosfera;
- raddoppiare la linea di trattamento biologico e sostituire il sistema di areazione superficiale;
- realizzare il collettamento e abbattimento con diversi sistemi, anche innovativi, delle emissioni di serbatoi che prima recapitavano direttamente in atmosfera e che contenevano prodotti aventi concentrazioni odorigene elevatissime.
L’ENI ha incaricato il Politecnico di Milano di redigere una “Valutazione comparativa di impatto olfattivo”, simulando l’impatto della raffineria sul territorio prima dell’installazione delle opere di mitigazione e dopo il completamento di tali installazioni.
Il Politecnico ha effettuato decine di campionamenti presso la raffineria per la stima della concentrazione delle emissioni odorigene.
Il Dipartimento ARPAT di Livorno sta al momento valutando la Valutazione prodotta, in relazione alle conoscenze pregresse e attuali, sia del territorio che degli impianti.
ARPAT ed ISPRA, in occasione del controllo AIA del 2019, hanno prescritto ad ENI di redigere ed osservare delle procedure aziendali che consentano di misurare nel tempo l’efficienza e l’efficacia delle opere di mitigazione installate. L’attuale AIA del MATTM ha introdotto specifiche prescrizioni, relativamente alla mitigazione delle emissioni odorigene.
La raffineria, come previsto nella propria autorizzazione ambientale AIA, nel gennaio 2020 ha eseguito la fermata progressiva degli impianti e il riavvio progressivo si è completato nel successivo mese di febbraio. Durante questo periodo il Dipartimento ARPAT di Livorno ha potuto verificare gli impatti sul territorio di Calambrone-Tirrenia, con emissioni da parte di ENI ridotte al minimo.
Nonostante questa notevole riduzione di impatto ambientale, ARPAT, nello stesso periodo, ha ricevuto 5 segnalazioni di “aria irrespirabile-malesseri-idrocarburi” da residenti a Calambrone: è evidente che la raffineria ENI non è, e non era, l’unica sorgente emissiva su Calambrone.
L’azienda Toscopetrol (deposito e distribuzione di bitume) ha installato un sistema di convogliamento e abbattimento degli sfiati dei propri serbatoi che prima finivano direttamente in atmosfera.
Tale impianto non è attualmente in esercizio e la ditta sta anche aspettando il consenso definitivo per la fornitura di gas metano, notoriamente meno inquinante dell’olio combustibile denso che attualmente alimenta la caldaia dell’impianto.
Sono inoltre previste opere di miglioramento del sistema di recupero vapori e abbattimento delle emissioni dalle pensiline di carico delle autobotti.
Altre aziende del comprensorio, che trattano prodotti contenenti idrocarburi, hanno valutato “poco significativo” il proprio impatto odorigeno sul territorio. Il Dipartimento ARPAT di Livorno sta valutando la documentazione tecnica prodotta a tal proposito.
Con i dati anemometrici a disposizione, ARPAT ha valutato le decine di segnalazioni per cattivi odori inoltrate da cittadini residenti in località Calambrone e Tirrenia.
I dati anemometrici sono rilevati dalle centraline meteo a disposizione sul territorio, in particolare quelle della Rete Mareografica Nazionale presso il Porto Mediceo di Livorno, della raffineria ENI di Livorno-Collesalvetti, del LaMMA presso l’Istituto Tecnico Nautico “Alfredo Cappellini” di Livorno, del Settore Idrologico della Regione Toscana presso Bocca d’Arno.
È stato possibile ricostruire il percorso degli inquinanti a ritroso dal punto della segnalazione fino alla sorgente: in molti casi le traiettorie ipotizzate nelle ricostruzioni indicano la parte di territorio posta ad est-sud-est di Calambrone (dove insiste la zona industriale e il porto di Livorno).
Nella valutazione delle varie segnalazioni si è registrato che:
alcune ricostruzioni, sulla base delle segnalazioni ricevute, conducono in mare aperto, dove non sono presenti possibili sorgenti emissive;
in altri svariati casi le ricostruzioni portano a nord-est, dove ci sono il parco di Migliarino S. Rossore e Camp Darby.
ARPAT, rispondendo alle segnalazioni dei cittadini, ha più volte affermato che per poter intervenire prontamente sul territorio per cattivi odori, al di fuori dell’orario di servizio del personale ARPAT, il canale di comunicazione corretto non è la segnalazione via Web all’URP di ARPAT, ma la richiesta alle autorità di pronto intervento che possono attivare ARPAT, in servizio di Pronta Disponibilità, dalle ore 19:30 alle ore 07:30 dei giorni feriali e H24 nei sabati e giorni festivi.
Purtroppo, queste indicazioni sono state completamente disattese con la conseguenza che il personale di ARPAT non è stato presente nel momento del manifestarsi dei fenomeni di maleodoranza, che normalmente durano per un tempo limitato.
Nei rari casi in cui è stato possibile intervenire nell’immediatezza del fatto, i fenomeni hanno avuto breve durata e la variabilità delle condizioni meteo non hanno consentito di individuare la provenienza delle stesse, sebbene si sia potuto accertare che le lamentele fossero fondate.
Tutto ciò non agevola l’individuazione delle eventuali responsabilità in un contesto territoriale dove sono presenti una molteplicità di sorgenti emissive aventi lo stesso tipico odore di idrocarburi.
Il Dipartimento ARPAT di Livorno ha valutato anche:
le possibili emissioni dello Scolmatore nei tratti affioranti soprattutto nel periodo estivo, con il campionamento e l’analisi chimica dei fanghi in superficie;
le emissioni dalle navi che trasportano prodotti idrocarburici, nelle fasi di ormeggio a banchina e nel periodo di carico delle proprie cisterne (ad esempio con bitume), senza ad oggi poter dimostrare un nesso tra la loro attività e le segnalazioni ricevute dai residenti di Calambrone-Tirrenia nel periodo temporale dell’attività di carico.
Per quanto riguarda le emissioni di fumi dai camini delle navi ormeggiate, l’entrata in vigore delle nuove regole per ridurre i livelli di zolfo nel carburante utilizzato nel trasporto marittimo dovrebbe diminuire l’inquinamento proveniente dai camini delle navi, che potrebbe avere parziali ricadute sull’abitato, in presenza di particolari condizioni meteo.
Da luglio 2019 a marzo 2020, si è osservata una certa corrispondenza tra gli orari delle segnalazioni ricevute dall’URP di ARPAT con quelli delle operazioni di trasferimento di sostanze idrocarburiche, fortemente odorigene, tra gli stabilimenti della zona di Stagno, tra loro e con l’esterno (navi, ecc.).
Attualmente si stanno verificando le condizioni meteorologiche presenti in corrispondenza di tali trasferimenti, peraltro molto numerosi, con l’obiettivo di capire se tali trasferimenti possano determinare i fenomeni lamentati.
Se del caso, ARPAT invierà proposte di prescrizioni al MATTM ed alla Regione Toscana, in qualità di autorità competenti al rilascio dei provvedimenti di AIA per ENI e di AUA per gli altri depositi di oli minerali e frazioni idrocarburiche della zona.
Molti degli impianti e stabilimenti già presenti sul territorio sono sottoposti anche a procedimenti di verifica di assoggettabilità a VIA od a VIA, in occasione di eventuali modifiche. Nel caso emergessero responsabilità dirette, dal punto di vista dell’origine dei cattivi odori, nei confronti di questi stabilimenti, sarà cura di ARPAT richiedere, all’interno di tali procedimenti, che vengano previste ulteriori prescrizioni per la mitigazione delle stesse.
ARPAT proseguirà l’attività di approfondimento della problematica ambientale in oggetto e di controllo delle aziende, per individuare le cause dei cattivi odori e promuovere azioni di miglioramento.
Per approfondimenti: la relazione completa sulle maleodoranze a Calambrone