Maltratta la compagna cubana, la squadra mobile porta in carcere un marocchino
Livorno 22 settembre 2019 – Nei giorni scorsi, la seconda sezione della Squadra Mobile di Livorno, ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della Custodia Cautelare in carcere a carico di un cittadino marocchino, di anni 35, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti, lesioni e minacce a carico della compagna di origini cubane.
L’attività d’indagine, condotta in tempi celerissimi, ha dimostrato che l’uomo si è reso autore di numerosissimi episodi di violenza fisica il più grave dei quali le ha causato la rottura del setto nasale con prognosi di giorni 30, dopo averla presa a calci e pugni alla testa.
I maltrattamenti, dovuti ad una insana gelosia, hanno avuto inizio nel 2016 non appena è iniziata la relazione sentimentale; già nel gennaio del 2019 la donna era stata collocata presso una comunità protetta, che aveva poi volontariamente abbandonato circa un mese fa, in quanto impaurita dalle minacce del compagno. Quest’ultimo era infatti riuscito a rintracciarla in quel luogo.
Dal quel momento, la persona offesa, che aveva deciso di riprendere la convivenza per paura di ulteriori ritorsioni, ha continuato a subire una escalation di violenza fisica e psicologica. La stessa è stata privata del telefono cellulare e seguita in ogni suo spostamento in modo tale da non avere contatti con l’esterno.
L’ultimo episodio avvenuto la scorsa settimana è stato posto in essere con particolare violenza: per strada, il cittadino marocchino l’ha colpita con calci e pugni al volto lanciandole una bicicletta, sbattendole violentemente la testa sopra un’autovettura in sosta fino a farle perdere i sensi.
In suo soccorso è arrivata una pattuglia delle volanti della Questura di Livorno all’allertata dai cittadini; la donna condotta in ospedale con un’ambulanza, è rimasta in osservazione per alcuni giorni a causa delle lesioni riportate alla testa.
Sentita, nei giorni seguenti da personale della Squadra Mobile su delega dell’AG. è stata ricostruita la grave situazione di violenze a cui era stata sottoposta. Le sue dichiarazioni sono state poi riscontrate con le testimonianze di alcune amiche a conoscenza dei maltrattamenti.
Il quadro indiziario a carico del cittadino marocchino è stato dunque ricostruito nei brevissimi termini previsti dalla nuova legge sul “codice rosso” e ha consentito l’emissione della misura cautelare della custodia cautelare in carcere, unico strumento ritenuto idoneo per impedire la reiterazione delle violenze nei confronti della persona offesa.