Mattarella a Livorno, l’intervento del sindaco Salvetti al teatro Goldoni
Livorno 15 gennaio 2020 .- L’intervento integrale del sindaco Luca Salvetti al teatro Goldoni, durante la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avvenuta oggi, mercoledì 15 gennaio.
Signor Presidente della Repubblica,
Autorità civili e religiose,
Signore e Signori,
Esattamente 15 anni fa l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi varcò l’ingresso del teatro Goldoni, percorse il corridoio della platea e si accomodò tra la sua gente, sottolineando con la sua presenza la riapertura del teatro, rimasto chiuso e in stato di abbandono per diversi anni, e una fase della città in cui accadevano molte cose belle e significative. Da allora molte situazioni sono cambiate, Livorno ha attraversato un momento difficile, anni in cui tutti noi siamo stati messi a dura prova da una crisi mondiale che qui ha colpito ancora più duramente.
Adesso per me e immagino per buona parte di voi è come vivere un déjà-vu, il Presidente della Repubblica che varca l’ingresso del Teatro, percorre il corridoio della platea e si siede in mezzo ai livornesi. Un’emozione ed un onore ospitare la massima carica dello stato dopo 15 anni, un’emozione ed un onore farlo in una fase che per la città deve rappresentare una svolta nella quale ritrovare la propria identità e uno slancio fondamentale per rispondere a tante sfide che, dal punto di vista sociale, civile ed economico, ci troviamo di fronte.
Livorno non è mai stata una città banale, qui non sono mai avvenute cose banali e non ci sono mai stati personaggi banali. Dalle leggi Livornine, alla risposta tutta labronica all’assedio degli austriaci nel 1849. Dalla nascita del partito comunista nel 1921, dopo la scissione consumata proprio in questo luogo, alla resistenza partigiana, dal movimento operaio negli anni 70 fino ad arrivare ai giorni nostri. E poi i personaggi Francesco Domenico Guerrazzi, Amedeo Modigliani, Pietro Mascagni, Giovanni Fattori, le storie degli Scarronzoni, di Federico Caprilli e di altri sportivi, e poi Giorgio Caproni e Carlo Azeglio Ciampi, di cui avremmo tratteggiato a breve il ruolo di uomo delle istituzioni capace di rimanere legato profondamente alle proprie radici e alla sua città, e al quale abbiamo poche settimane fa intitolato la rotonda d’ardenza uno dei luoghi più belli e cari ai livornesi.
Questo è il nostro quadro di riferimento, il puzzle di una città toscana che però da sempre, rispetto al resto delle realtà della regione, ha caratteristiche e tratti di assoluta unicità che devono essere recuperati con orgoglio e passione per potersi far largo in un panorama difficile e pieno di insidie per la nostra gente e per le nostre famiglie che hanno bisogno di lavoro e nuove certezze in grado di affiancarsi ad una qualità della vita che qui è da sempre pregiata e impreziosita da un territorio straordinario e immensamente affascinante.
Signor Presidente della Repubblica, la città di Livorno, attraverso il pensiero di chi in questo momento la rappresenta, si rivolge a Lei ringraziandoLa per aver voluto sottolineare con la Sua visita un pezzo importante della nostra storia e aver voluto osservare direttamente il nostro impegno nel ridare forza e convinzione a gente tosta, a livornesi che da sempre nei momenti più complicati hanno saputo dare il meglio di sé.