“Mazzata covid, in calo la domanda di lavoro del 30%”. Il rapporto della Camera di Commercio
Mazzata COVID: in forte calo nel 2020 sia la domanda di lavoro (-30%) sia le imprese con programmi di assunzione.
Grande attenzione alla riqualificazione “digitale” del personale interno
Richieste competenze green per 8 assunzioni su 10
Lo shock da Covid-19 frena i programmi di assunzione delle imprese nel 2020, con un calo del 30% rispetto al 2019 (corrispondente a circa 8000 contratti di lavoro1 in meno, inclusi quelli stagionali e di collaborazione).
Le imprese di maggiori dimensioni, anche nel 2020, sono risultate più attive nella ricerca di personale.
Nonostante la contrazione dell’occupazione, continua a salire la difficoltà di reperimento dei profili ricercati (24,1% contro il 23,4% del 2019).
Tra i più difficili da trovare:
Ingegneri, architetti e professioni assimilate; Specialisti in scienze matematiche, informatiche, fisiche e naturali; Specialisti in scienze umane, sociali, artistiche e gestionali.
La domanda di lavoro pianificata nel 2020 dalle imprese con dipendenti (pari a quasi 19mila unità) riflette dunque gli effetti della grave crisi pandemica, a cui le imprese hanno risposto introducendo cambiamenti difficilmente reversibili e innescando un’accelerazione anche in diversi aspetti della trasformazione digitale e green.
“I dati non sono dissimili da quelli nazionali – è il commento del presidente Riccardo Breda – ma sono veramente preoccupanti se consideriamo che le nostre province di Grosseto e Livorno erano già fragili prima della crisi innescata dall’emergenza Covid.
Abbiamo perso migliaia di contratti di lavoro, e siamo ancora nella bolla protettiva del blocco dei licenziamenti.
A questo si aggiunge la difficoltà di reperimento delle professionalità che hanno le imprese più strutturate.
Da sempre esiste uno scarto tra offerta e richiesta per le figure più specializzate, ulteriormente ampliato dall’accelerazione digitale intrapresa dalle imprese in questo momento, per cui esistono ampi margini di crescita per le figure formate nel digitale e nelle professioni green.
Tutto questo ci deve far riflettere sul domani, perché ci troveremo presto ad affrontare una situazione ancora più difficile, alla quale è essenziale rispondere al meglio.
Da tempo la Camera di Commercio ha investito nella formazione specializzata, sia direttamente che a livello regionale nel sistema camerale e in collaborazione con la Regione Toscana.
Ora è ancor più essenziale cogliere le opportunità del cambiamento in atto, investendo sulla formazione specializzata adeguata, agendo fuori dal percorso scolastico, per favorire non solo l’ingresso di questi giovani nel mondo del lavoro, ma attraverso di essi innovare profondamente anche il tessuto d’impresa.”
Circa 6 imprese su 10 nel 2020 hanno effettuato investimenti nei vari ambiti della trasformazione digitale.
Molte imprese sono intervenute sul modello organizzativo aziendale soprattutto per favorire la ripresa delle attività ovvero adottando nuove regole per la sicurezza sanitaria dei lavoratori, l’uso di nuovi presidi e del risk management nonché investendo in strumenti di lavoro agile.
Una buona parte delle imprese ha operato per una modifica dei modelli di business, puntando principalmente sull’adozione di sistemi evoluti di analisi dei comportamenti e dei bisogni dei clienti per garantire la personalizzazione del prodotto o servizio offerto.
Quanto agli aspetti tecnologici gli investimenti sono stati orientati prevalentemente sulla sicurezza informatica e su internet alta velocità, cloud, mobile e big data analytics.
Saranno quindi proprio le competenze digitali, richieste al 51,7% dei profili ricercati nel 2020, uno dei principali driver su cui faranno leva le imprese per gestire la fase di recupero che si aprirà nei prossimi mesi.
Mentre per 8 posizioni di lavoro su 10 sono state richieste competenze green che costituiscono un altro fattore strategico di competitività a livello trasversale.
Per affrontare la complessità delle sfide in atto le imprese puntano su figure dotate di maggiori competenze trasversali, comunicative, tecnologiche e green, ma anche di esperienza, richiesta nel 67,6% dei casi.
Da quest’anno l’indagine Excelsior monitora più specificatamente il fabbisogno di titoli ITS (Istituto Tecnico Superiore) agli altri titoli di studio.
Per il 2020 la domanda espressa dalle imprese livornesi per questa tipologia di titolo di istruzione equivale al 2,5% del totale entrate previste nel 2020, quota superiore a quella regionale ma sostanzialmente in linea con quanto risultante nel contesto nazionale.
Per questo livello di istruzione si registra la più alta difficoltà di reperimento da parte delle imprese livornesi (e non solo) tanto che la quota di irreperibili sul totale è risultata pari al 38,6%.
Da notare come l’indirizzo di studio più segnalato dalle imprese per questo livello di istruzione è quello denominato “Mobilità sostenibile”.
Sono queste alcune delle tendenze che emergono dal Rapporto sui fabbisogni occupazionali 2020 delle imprese dell’industria e dei servizi con sede in provincia di Livorno, contenente un approfondimento dei dati del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal che realizza un monitoraggio dei flussi di entrata nelle imprese e delle competenze richieste dal mercato del lavoro. Il rapporto è stato realizzato dal Centro Studi e Servizi, Azienda speciale della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, ed è consultabile sul sito camerale https://www.lg.camcom.it/pagina1753_studi-e-ricerche.html.
1 Le informazioni sui flussi delle entrate programmate dalle imprese riguardano le attivazioni di contratti di lavoro (a tempo indeterminato, a tempo determinato, stagionali, a chiamata, apprendistato, in somministrazione, di collaborazione coordinata e continuativa ed altri contratti non alle dipendenze) della durata pari ad almeno 20 giorni lavorativi.