Mobilità, sicurezza e partecipazione
Il punto di Antonio Morozzi, vice-presidente di Eufemia
Antonio Morozzi, vice-presidente di Eufemia nonché uno dei riferimenti dell’aggregazione di quartiere in Borgo Cappuccini, fa il punto sulla larghezza delle strade, la rispondenza alle norme nazionali e sulla partecipazione effettiva dei residenti alle decisioni.
“Mobilità, sicurezza e partecipazione
Il tema della mobilità urbana ha riempito recentemente le pagine dei quotidiani e le piazze livornesi, in particolare a riguardo del nuovo sistema della sosta della città e della sicurezza stradale.
E’ sotto gli occhi di tutti che l’attuale amministrazione, facendo a meno di rinnovare un piano del traffico vecchio ben 18 anni, privando i cittadini del loro diritto di essere coinvolti nei passaggi progettuali e decisionali a riguardo, ha proceduto sia all’eliminazione di centinaia di posti auto che ad allargare la larghezza minima delle carreggiate da 3,00 m a 3,50 m, adducendo di essere “costretta” da indicazioni del corpo dei Vigili del Fuoco per la sicurezza dei cittadini ( n.b. giustissimo se le carreggiate fossero percorse solo dai mezzi di soccorso)
Essendo di parere contrario ed a conoscenza della normativa vigente e consultando, per averne conferma, l’Architetto Maria Lucia Conti, Direttore Generale della Direzione Generale per la Sicurezza del Ministero dei Trasporti, mi è stato confermato che le norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade D.M. 5/10/2001 non hanno subito variazioni a riguardo della larghezza minima delle strade di quartiere tipo E, pari a 3,00 m e nel caso di vie a senso unico percorse da autobus 3,50 m.
Sembra strano che i legislatori e il CNR che stilarono tale normativa nel 2001 non tenessero conto dei mezzi di soccorso, ed altrettanto strano che i nostri amministratori non vedano ad esempio:
- quello che accade tutti i giorni nel tratto Scali Cialdini /Scali Novilena direzione sud: le autoambulanze o si accodano con la fila di autovetture ed autobus mettendo da parte l’urgenza del loro intervento, oppure procedono sorpassando contromano nella carreggiata contraria!
- che in via Carlo Bini, in prossimità dell’istituto scolastico omonimo, la larghezza della carreggiata sia passata da 3,00 m a 4,80 m ed in via degli Asili da 3,00 m a 3,50 m
- la pericolosità per attraversare in piazza Mazzini dopo la “eliminazione” del semaforo facendo prevalere la fluidità del traffico alla sicurezza dei pedoni (la scelta delle rotatorie non poteva che inevitabilmente portare a questo, come ogni testo inerente indica)
Oltre alla normativa se si vuole favorire la convivenza sulla strada di pedoni, ciclisti ed autoveicoli, se si vogliono ridurre la velocità dei veicoli e gli incidenti e riqualificare la città si può, si deve, fare uso delle tecniche di moderazione del traffico.
Piattaforme rialzate, rotatorie (ben progettate!), chicane, zone 30 ed inoltre riduzione della larghezza delle strade sono alcune delle tecniche su citate, metodi consigliati in particolare in prossimità di edifici scolastici o luoghi pubblici.
Inoltre ove si va ridurre la larghezza della carreggiata si riduce la velocità delle autovetture e si guadagnano posti auto ed a riguardo dei ciclisti la larghezza consigliata per la loro sicurezza è minore di 3,00 m o superiore ai 3,85 m (fonte FIAB).
Va detto che alcuni dei su citati interventi sono stati programmati, ma al contrario il diffuso allargamento della carreggiata delle strade dei quartieri va chiaramente contro la sicurezza generale degli abitanti.
Quanto sopra è verificabile da qualunque cittadino, come il dato di fatto che a Parma, città con circa lo stesso numero di abitanti di Livorno, in due anni, 2015-2017, si è arrivati ad un nuovo PUMS con la condivisione e la partecipazione dei cittadini, mentre nella nostra città ciò è rimasto solo scritto sul programma elettorale del M5S: “In qualunque modifica di aspetti urbanistici occorre coinvolgere i cittadini nei processi partecipativi per le scelte che riguardano il proprio quartiere.”