Moggia (PCI), l’analisi del voto a Livorno e provincia
Moggia, prima analisi del voto a Livorno e provincia:
“Risultato importante, il Pci torna a radicarsi sul territorio, serve però un fronte comune delle forze di classe ”
La federazione livornese del Partito comunista italiano ringrazia tutti coloro che in questa tornata elettorale, in continuità con le scorse elezioni amministrative; hanno posto una croce sullo storico simbolo della falce e del martello, dando al ricostituito Pci rinnovata fiducia.
“Ringraziamo i nostri militanti ed i nostri iscritti che con molti sacrifici e tanta passione hanno permesso al partito, dopo trent’anni; di partecipare nuovamente alle regionali in Toscana”.
Lo afferma in una nota il segretario della federazione livornese, Luigi Moggia, che mette in evidenza:
come la campagna elettorale sia stata “completamente autofinanziata”;
sono state raccolte “quasi 900 firme”.
“In questo mese si è stati nelle piazze nei quartieri, a contatto con le persone, ascoltandone i problemi e raccogliendone proposte ed esigenze; ricostruendo quel rapporto sentimentale che è per noi la vera vittoria di queste elezioni”.
“E’ in via di compimento quel lavoro di ricostruzione e radicamento del soggetto politico che ci eravamo proposti”, precisa Moggia.
“Tale lavoro e la trasformazione della società sono l’essenza stessa del nostro progetto e in questo percorso abbiamo ritrovato nuovi e già conosciuti compagni e nuove leve, insieme alle quali costruire:
l’identità politica e culturale partendo dai cardini che hanno contraddistinto la storia del movimento operaio internazionale ed italiano; criticandola quando è necessario senza tuttavia compiere abiure. Semmai adeguandola alla società odierna perché quella storia sia motore e linfa del movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti”.
“Sulle elezioni regionali”, continua il segretario della federazione del Pci:
“vogliamo innanzitutto rimarcare l’antidemocraticità della legge elettorale toscana.
Questa legge ha permesso a forze che non hanno radicamento sul territorio, liste civetta ancorate a qualche forza politica già presente in consiglio regionale; di potersi presentare con una manciata di firme.
Mentre altre liste, come la nostra, hanno dovuto raccogliere migliaia di firme per potersi presentare in nemmeno in tutti i collegi”.
E sempre sulla legge:
“Sorvoliamo poi sui meccanismi di attribuzione dei seggi che si differenziano per singole liste o coalizioni, sulle soglie di sbarramento e sui premi di maggioranza.
Sono veri e propri stratagemmi antidemocratici che tendono ad eliminare la rappresentanza di intere fasce di elettorato.
E’ una legge peggiore della legge truffa del ’53”.
Per quanto riguarda il voto toscano:
il Pci, che non si presentava alle elezioni regionali da trent’anni, ha ottenuto, pur presente in dieci circoscrizioni su tredici, l’1%; attestandosi attorno all’1,3% se si considera la media delle dieci circoscrizioni elettorali in cui il partito che presentava Marco Barzanti alla carica di presidente è stato in competizione.
“E’ un primo passo che possiamo valutare come positivo.
Infatti, se consideriamo che queste elezioni erano per noi un passaggio propedeutico alla ricostruzione del Pci, non possiamo non evidenziare che il nostro vero obiettivo; far conoscere e radicare il partito, è stato raggiunto”, evidenzia Moggia.
“Abbiamo interloquito con i cittadini nelle piazze e nei quartieri, ai banchetti e ai gazebo, toccando con mano la vitalità della nostra proposta politica; incentrata sui diritti economici e sociali, presentata in questa campagna elettorale altamente competitiva in cui ha dominato il continuo appello al voto utile, favorito da una legge elettorale che spinge forzatamente verso un falso bipolarismo”.
A caldo, Moggia, inoltre sottolinea:
“Queste elezioni ci consegnano un consiglio regionale iperliberista formato da due destre, una più populista e una più istituzionale. Entrambe espressione degli interessi padronali e finanziari, con la scomparsa di qualsiasi opposizione reale di classe.
Non vi saranno infatti in questo consiglio rappresentanti delle classi popolari e del mondo del lavoro. Sranno assenti anche rappresentanti della sinistra liberale, civica, piccolo borghese, centrata sui diritti civili, che esce anch’essa di scena.
Una sconfitta complessiva che è anche la conseguenza della mancata volontà di costruire un fronte all’interno del quale ogni partito, ogni movimento; avrebbe dovuto partecipare con il proprio simbolo e la specificità, culturale e politica.
Adesso però bisogna ripartire da lì. Dalla costruzione di un fronte comune dei partiti comunisti e della sinistra di classe.
Siamo pronti a mettere al servizio di una piattaforma condivisa, dove ognuno rimane sé stesso ma si lavora per punti strategici; il buon risultato ottenuto, che premia il lavoro svolto dal partito sul territorio, dove siamo cresciuti e ci siamo rafforzati”.
Per quanto riguarda Livorno e provincia, infine, Moggia conclude:
“In città il Pci ha superato il 2 per cento aumentando il risultato ottenuto lo scorso anno. A Sassetta ha raggiunto il 2,65, a Collesalvetti il 2,5 per cento.
Questo è sintomo di un lavoro di radicamento, compiuto sul territorio e nei luoghi di lavoro, che sta dando i suoi frutti.
La media provinciale è di quasi il 2 per cento.
Il nostro scopo, adesso, non può che essere quello di incrementare l’attività per mettere al centro dell’azione politica le grandi questioni di Livorno e della sua provincia, i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, la sanità, la scuola e il rispetto dei diritti comuni”.
Il risultato regionale
CANDIDATO PRESIDENTE | VOTI | % | LISTA | VOTI | % | SEGGI |
---|
Barzanti Marco | 16.061 | 0,9 | Partito Comunista Italiano | 15.550 | 0,96 | 0 |
Il risultato sul territorio di Livorno e provincia
CANDIDATO PRESIDENTE | VOTI | % | LISTA | VOTI | % | SEGGI |
---|
Barzanti Marco | 2.650 | 1,72 | Partito Comunista Italiano | 2.480 | 1,76 |