Cronaca 13 Novembre 2021

No Caro Vita Day, la manifestazione a Livorno

Livorno 13 novembre 2021

Il mondo della sinistra in piazza per dire no al carovita.

Le ragioni della protesta e le foto  della manifestazione

“Da mesi le manifestazioni No Vax travestite da No Green Pass hanno polarizzato il dibattito politico spostando l’attenzione dai problemi reali.

La cosa più grave è che nel frattempo il Governo Draghi indisturbato sta approvando in Parlamento una manovra lacrime e sangue che scarica la crisi su Studenti, Precari, Lavoratori e Pensionati.

E’ ora di dire basta a tutto ciò e scendere in piazza a Livorno per i veri problemi del nostro futuro.

Vogliamo fare un corteo unitario che da Piazza Cavallotti spieghi per le vie del centro quanto sta accadendo: l’età pensionabile portata a quota 102, nessun investimento in edilizia popolare, continui tagli alla sanità pubblica, delocalizzazioni selvagge, deregolamentazione della logistica e autoproduzione in ambito portuale, taglio delle tasse previsto solo per le grandi aziende e al contrario per i cittadini comuni un aumento di bollette, gas, luce, spese correnti e benzina.

Assistiamo inoltre ad un utilizzo strumentale della legittima preoccupazione per i cambiamenti climatici attraverso un bluff chiamato transizione ecologica.

Per mesi ci hanno raccontato che sarebbe andato tutto bene e adesso stanno scaricando la crisi economica collegata a quella sanitaria sulle solite persone.

Nel frattempo nelle città ci si mobilita su temi individualistici che poco hanno a che fare con un miglioramento oggettivo delle nostre condizioni di vita nel nostro futuro, disperdendo energie e forze su temi che non scalfiscono minimamente il governo.

Le generazioni future non hanno prospettive. Vediamo continui tagli alla scuola e all’istruzione, accorpamenti di aule e mancanza di insegnanti adeguatamente retribuiti.

I nostri salari negli ultimi 30 anni sono gli unici ad essersi abbassati rispetto al resto d’Europa.

In Italia abbiamo 3 milioni di lavoratori al nero.

Un esercito di precari: senza diritti, senza contratti, con salari da fame, che non possono permettersi di ammalarsi; c’è una vera e propria strage sul lavoro che ha prodotto 15 mila morti negli ultimi 14 anni.

Rivendichiamo la necessità di un piano globale e condiviso per superare la pandemia. Mentre i paesi più ricchi discutono della necessità della terza dose, per aumentare la copertura e limitare la circolazione del virus da questa parte del mondo, in molti paesi ancora si attende la prima. Tutto ciò, oltre a non contrastare efficacemente il Covid, espone ad alti rischi le popolazioni più povere e contribuisce alla circolazione del virus ed alla formazione delle varianti, rappresentando quindi un pericolo anche per l’efficacia dell’immunizzazione delle popolazioni vaccinate.

Le grandi industrie farmaceutiche si sono enormemente arricchite durante questa pandemia costata milioni di morti, ma non hanno neppure pensato a fornire lo strumento primario di protezione a milioni di abitanti della terra, abbandonati a sé stessi, a differenza di paesi come Cuba che ha inviato nel mondo i suoi medici e ha messo a disposizione un vaccino gratuito per tutti.

Le necessarie misure di contrasto al virus come il vaccino, non possono essere utilizzate per scendere in piazza rivendicando un diritto alla libertà individuale che è in aperto contrasto con la salute collettiva. A dirlo sono i dati a confronto del 2020 con quelli del 2021, dove le vaccinazioni hanno garantito una riduzione di morti e contagi, al netto di tutte le interpretazioni e le fake news che circolano.

La libertà non è un concetto astratto ma concreto, quindi, noi vogliamo riportare al centro dell’agenda politica e dell’attenzione delle masse, tutte le questioni citate, che costituiscono veramente un pericolo per chi da sempre, e non da un anno, vive sotto la vera dittatura in atto: quella finanziaria.

E’ arrivato il momento di dire BASTA.

Per questo, oggi, sabato 13 novembre alle ore 15.30, abbiamo chiesto a tutta la città di scendere in piazza compatta contro il governo e le sue politiche di tagli e austerità.

Al fine di evitare protagonismi e per mettere al centro lo spirito unitario, non sono state portare bandiere e simboli delle proprie organizzazioni”.

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