Nogarin sulla vicenda della discarica del Limoncino: “Avevamo ragione sin dall’inizio”
Filippo Nogarin sindaco di Livorno sulla vicenda della discarica del Limoncino
“La faccio breve. Tredici anni fa una ditta privata ha ottenuto il permesso di costruirla all’interno di una ex cava. Ma non è mai entrata in funzione perché collegata al resto della città da una strada che già secondo una sentenza del Tribunale di Livorno era privata e dunque non utilizzabile dai mezzi pesanti.
La precedente giunta ha deciso di fare ricorso in appello contro questa sentenza, mentre noi, quando ci siamo insediati, non abbiamo mai nascosto di essere contrari alla realizzazione di qualsiasi tipo di nuova discarica sul territorio comunale, pur nel rispetto della legalità.
Per questa presa di posizione siamo stati attaccati da tutti i fronti: la ditta ha fatto un esposto in procura e ha fatto ricorso al Tar chiedendoci addirittura 54 milioni di euro di risarcimento e questo mentre in appello si doveva ancora stabilire se la strada fosse pubblica ed adatta a servire una discarica. Ci hanno detto che, se non confermavamo il ricorso in appello, avremmo leso l’interesse pubblico. Siamo stati accusati di aver passato carte riservate ai comitati anti discarica e una troupe Rai ha persino piazzato una telecamera nascosta per cercare di strapparmi chissà quale verità inconfessabile. E poi c’è stato l’episodio di un mitomane che mi ha inviato una foto con i proiettili, minacciandomi di morte se non avessi autorizzato l’apertura della discarica. Cosa che tra l’altro non spettava a me.
Bene. Ora c’è una novità.
Una consulenza tecnica depositata pochi giorni fa nel giudizio davanti alla Corte di Appello di Firenze ha stabilito che la strada che collega la zona della discarica alla città risulta intestata a privati. E a questo punto l’avvocatura ha fatto ciò che io e la mia giunta ritenevamo necessario fare già 4 anni fa: uscire dal processo.
E’ la fine della storia della discarica del Limoncino? E’ presto per dirlo. Ma quel che è certo è che il Comune non c’entra più nulla, non esiste alcun interesse pubblico su quella strada, e la sua manutenzione non sarà più a carico della collettività. Insomma, avevamo ragione sin dall’inizio“.