Non poteva pagare in banca, crea falso allarme bomba, denunciato livornese
Falso allarme bomba in banca: i Carabinieri individuano l’autore, che ammette le proprie responsabilità
Livorno, 23 agosto 2019 – Nella mattinata di giovedì 22 agosto, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Livorno hanno identificato e denunciato l’autore del falso allarme bomba che, nella mattinata del 7 agosto u.s., ha creato grave allarme sociale in città, oltre a bloccare le attività della filiale della Banca Intesa di Via Cairoli ed il traffico circostante.
A seguito dell’allarme, infatti, i carabinieri hanno dovuto procedere ad un’attenta bonifica del sito e delle aree circostanti, anche attraverso le unità cinofile antiesplosivo dell’Arma fatte giungere da Firenze.
Le indagini, avviate già durante le attività di evacuazione e bonifica dell’istituto bancario, si sono sviluppate attraverso una fitta ricerca delle immagini di tutto il centro storico, nonché una serie di accertamenti volti ad individuare il responsabile della telefonata anonima, che aveva segnalato la presenza di un ordigno.
Le attività dei militari sono proseguite senza sosta nei giorni successivi, consentendo di individuare non solo il luogo di partenza della chiamata, una cabina telefonica del centro labronico, ma, successivamente, tutte le persone che nella fascia oraria di interesse l’avevano utilizzata.
Si è proceduto ad un attento studio dei soggetti che frequentano abitualmente la zona in cui l’allarme è stato lanciato.
Ad incastrare un 58enne livornese, autore del falso allarme, sono state le convergenze investigative, che hanno dato un volto al responsabile.
Pertanto, nella mattinata del 22 agosto, il presunto autore, che tra le 11:30 e le 12:00 transitava c/o l’istituto bancario già colpito, è stato individuato e fermato dai Carabinieri, che lo hanno avvicinato senza farsi notare, per poi condurlo negli Uffici della Compagnia per le formalità di rito.
In questa sede l’uomo ha confessato di essere stato l’autore del gesto fatto, a suo dire, per evitare di dover versare del denaro di cui in quel frangente non aveva disponibilità.
L’autore è stato pertanto deferito alla Procura della Repubblica di Livorno per i reati di “Procurato allarme presso l’Autorità” e “Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità”.