Nuova vita per l’obelisco di pazza Mazzini, Salvetti inaugura il restauro conservativo
L’obelisco in piazza Mazzini torna a nuova vita
Dopo i lavori di restauro e consolidamento a cura del Comune di Livorno
Inaugurato oggi l’obelisco fontana collocato all’estremità sud di piazza Mazzini dopo i lavori di restauro conservativo e consolidamento a cura del Comune di Livorno, effettuati dall’impresa di restauro “SCR Pulvirenti Restauri Soc. Coop. A R.L.”.
Il lavoro è iniziato il 6 dicembre del 2021 e terminato la scorsa settimana, con un costo complessivo di 39 mila euro.
Erano presenti il sindaco Luca Salvetti, l’assessora all’Urbanistica Silvia Viviani, l’assessore alla Cultura Simone Lenzi, dirigenti e tecnici dell’ufficio Progettazione e Qualificazione degli Spazi Pubblici (ingegnere Roberto Pandolfi, architetti Bambini e Mori), i restauratori dell’impresa Pulvirenti.
L’OBELISCO
L’Obelisco Fontana, realizzato dall’architetto Pasquale Poccianti nel 1836; è stato transennato nel 2009 dal Comune per l’incolumità dei cittadini, viste le condizioni di degrado in cui si trovava.
Prima del restauro erano presenti, infatti; numerose e vaste porzioni pericolanti, sia nella parte antica in pietra arenaria, sia per quanto riguarda i rifacimenti e le stuccature realizzati nel passato più recente.
L’Obelisco si erige sulla sommità di un basamento ottagonale alto circa 80 cm, al di sopra del quale è possibile salire attraverso 5 gradini, ricavati all’interno del volume del basamento stesso. I gradini permettono la salita al di sopra del basamento in pietra serena.
Al centro del basamento è posto un piedistallo in pietra serena a sezione quadrata (lato di circa 115 cm), il quale si restringe arrivando ad una sezione quadrata con lato di circa 95 cm.
Questa seconda porzione risulta molto più slanciata, con un’altezza di circa 125 cm. Su ciascuno dei quattro lati presenta una rientranza rettangolare che probabilmente un tempo ospitava una lastra di un materiale differente rispetto al resto del piedistallo.
Proseguendo verso l’alto, si trova una cornice, ormai erosa dal vento e dalla pioggia come tutto il resto del monumento, che, per quel poco che rimane, sporge rispetto alla parte sottostante a mo’ di cornicione o marcapiano. Su di essa poggiano quattro sfere di bronzo ossidate, che insieme ad un pilastro centrale pieno sorreggono i blocchi dell’obelisco soprastante.
Gli otto blocchi parallelepipedi in pietra panchina che formano l’obelisco sono di sezione variabile e decrescente mano a mano che si sale di quota: si parte, infatti, da un blocco che ha una sezione orizzontale quadrata di lato di circa 90 cm e si arriva all’ultimo blocco caratterizzato da un lato di
poco più di 70 cm.
La guglia era ben più alta di come è attualmente, in quanto ad oggi manca la parte sommitale e risulta un’altezza dal basamento ottagonale di circa 5. 85 metri.
CENNI STORICI
Nel passato piazza Mazzini si chiamava piazza Marte perché qui si svolgevano spesso le manovre e gli esercizi dai militari. Il nome attuale le fu dato nel 1872 in memoria del patriota italiano.
Nel 1700 la piazza veniva usata anche come deposito di travi da costruzioni e nella parte più vicina all’attuale darsena del cantiere venivano costruite e riparate le piccole navi.
Nell’estate del 1871 alcuni imprenditori vi aprirono un vasto recinto e vi eressero diversi padiglioni e molte botteghe che erano abbelliti da fiori, fontane d’acqua e illuminazione a gas.
La fiera comprendeva anche un teatrino, padiglioni della musica e lotterie.
Dopo diversi anni questa fiera chiamata “Eden” venne spostata sul lungomare presso i Regi Bagni Pancaldi, sulla grande spianata sul mare dei Cavalleggeri.
L’adiacente Corso Mazzini, che attualmente arriva fino al largo Attias; nel 1600 faceva parte di Via delle Spianate che partiva da Via dei Condotti Vecchi (S. Andrea) e arrivava a Piazza di Marte .
Nel 1836 l’antica Piazza Marte fu arricchita dall’Obelisco Fontana, chiamato anche “la Fonte Guglia”; realizzato da Pasquale Poccianti e posto a dimora su ordine di Ferdinando I dei Medici per segnare lo spazio entro cui era proibito costruire abitazioni o fabbriche.
L’Obelisco Fontana era denominato in questo modo poiché al di sotto della guglia un tempo si trovava una fonte d’acqua pubblica. La fonte fu chiusa nel 1888 a causa di “scene sconvenienti” che il popolo faceva quando si radunava a prendere l’acqua , su quello che oramai era un passeggio prestigioso.
Purtroppo, oggi dell’obelisco rimane una piccola parte, poiché manca la parte sommitale che lo rendeva ben più alto e svettante.
INAUGURAZIONE
Il sindaco Luca Salvetti, prima dell’inaugurazione ha parlato dell’importanza del recupero dell’Obelisco Fontana, che è stato restituito al quartiere e alla città.
“Restauro che rientra nel ragionamento sul decoro e la manutenzione della città che stiamo facendo da un anno e mezzo con grande impegno.
Una cura particolare è stata dedicata a piazza Mazzini; ricordiamo le nuove panchine, le zone che si allagavano e sono state risanate e la gestione complessiva dell’area.
Per questo faccio un richiamo ai cittadini affinchè abbiano cura della propria città e dei monumenti.
La gestione della piazza, come per tutte le piazze cittadine, non è facile. Negli ultimi tempi sono state segnalate situazioni non chiare soprattutto durante la notte, dopo la chiusura delle attività.
Il Questore è stato messo a conoscenza delle criticità ed ha già attivato un’azione di monitoraggio e controllo della piazza per la tutela dei cittadini”.
L’assessora all’Urbanistica Silvia Viviani ha ringraziato gli uffici comunali per il lavoro svolto, insieme alla ditta di restauro Pulvirenti ed ha aggiunto una novità:
“Oltre al lavoro di consolidamento dell’Obelisco Fontana, essendo noi impegnati nel decoro progressivo della città e delle piazze, abbiamo già un progetto piccolo, ma significativo. Allargheremo la base dell’obelisco e metteremo a posto i sentieri che le persone hanno scavato da sole camminando e cercando il modo più semplice per attraversare la piazza”.
L’assessore alla Cultura Simone Lenzi ha raccontato la storia dell’Obelisco Fontana e della Piazza, ribadendo l’importanza di preservare i monumenti della città.