Cronaca 27 Ottobre 2020

Nuovo Dpcm, “Senza aiuti rischiamo di morire”, il grido di allarme dei 1.500 circoli Acli e Arci

Dpcm, il grido di allarme dei 1.500 circoli Acli e Arci: “Senza aiuti richiamo di morire”

Toscana (Livorno) 27 ottobre 2020

Mengozzi (Arci): “Presidio sociale a rischio”
Martelli (Acli): “Quadro ancora non chiaro dal Governo”

 

“1.500 circoli rischiano di morire e con loro la rete sociale che sostengono; soffocati dalla mancanza di aiuti economici e dalla poca chiarezza da parte del Governo”

E’ il grido di allarme che Acli Toscana e Arci Toscana lanciano dopo l’entrata in vigore delle nuove misure adottate dall’esecutivo per contenere la seconda ondata della pandemia.

Il presidente delle Acli, Giacono Martelli:

“Ad oggi permangano nei provvedimenti del Governo, anche nell’ultimo emesso ieri, riferimenti non chiari rispetto alla nostra tipologia associativa e all’esercizio delle attività di interesse generale.

Una situazione di incertezza assurda per tutti i nostri circoli ricreativi e culturali che fanno parte della tradizione toscana e con una identità ben definita all’interno del Terzo Settore”.

I circoli Arci e Acli si sono attivati “da subito e responsabilmente, anche prima delle disposizioni normative, limitando le proprie attività, adoperandosi per un attento rispetto delle linee guida, adottando specifici protocolli anti contagio, formando i propri dirigenti e i volontari.

Durante il lockdown molti di loro hanno contribuito alla coesione sociale delle nostre comunità con una particolare attenzione alle categorie di persone più vulnerabili”

“Le nostre associazioni rappresentano – prosegue il presidente Arci Toscana, Gianluca Mengozzi – un tessuto associativo di comunità, un presidio del territorio, una insostituibile rete di volontariato che opera per la coesione sociale.

Siamo uno stabile riferimento della Pubblica Amministrazione e sosteniamo con solidarietà e beneficienza molte realtà del territorio.

Tutto con le risorse delle proprie attività di autofinanziamento e senza gravare sui bilanci pubblici.

Ma è diventata ormai necessaria e urgente una chiara collocazione dei nostri presidi all’interno delle misure di sostegno per garantire la continuità della nostra funzione, anche in vista dell’importante intervento di tenuta sociale e di contrasto delle conseguenze della pandemia che vedrà le nostre associazioni agire con ancor maggiore intensità nei mesi a venire”.