Occupazione: boom dei contratti a chiamata, calano quelli a tempo indeterminato
Occupazione. In calo i contratti a tempo indeterminato, boom di quelli «a chiamata»
Ecco quello che emerge dalla nota trimestrale sulle tendenze sull’occupazione nel terzo trimestre dell’anno diffusa da Istat, Ministero del lavoro, Inps, Inail e Anpal.
Nel terzo trimestre si registra il boom dei lavoratori a chiamata o intermittenti (+77,9%)
Forte crescita dei contratti a tempo determinato, con un aumento rispetto al secondo trimestre di ottantunomila contratti. I contratti a tempo determinato rispetto al secondo trimestre diminuiscono di seimila unità
I lavoratori a chiamata o intermittenti nel terzo trimestre 2017 sono in vertiginosa crescita (+77,9%), in significativo aumento anche il numero dei lavoratori somministrati (+23,8%)
La crescita tendenziale dell’occupazione è ancora interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente in termini sia di occupati (+2,3%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell’industria e dei servizi (+3,6%, Istat, Rilevazione Oros).
A fronte di quanto conferma nei dati il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (+482 mila posizioni lavorative nel terzo trimestre ), dobbiamo soffermarci sul fatto che queste occupazioni non sono tutte “rose e fiori” ma sono il risultato di contratti a chiamata anche di un giorno, contratti che non garantiscono continuità lavorativa ma che nei numeri interpretativi dell’occupazione fanno purtroppo “gongolare” positivamente i nostri politici e governanti che usano le cifre a loro vantaggio come spot.