Occupazione di Via Borra, impedito accesso a funzionario Istituto Aste Giudiziarie di Firenze
Livorno 7 novembre 2024 Occupazione di Via Borra, impedito accesso a funzionario Istituto Aste Giudiziarie di Firenze
Occupazione in Via Borra: protesta delle famiglie e del sindacato Asia-USB, bloccato il funzionario giudiziario
Nella mattinata di ieri, mercoledì 6 novembre, sette famiglie – di cui cinque straniere e due italiane – hanno manifestato in Via Borra a Livorno, insieme al sindacato Asia-USB per impedire l’accesso a un funzionario dell’Istituto Aste Giudiziarie di Firenze agli appartamenti da loro occupati.
Gli immobili, in precedenza di proprietà di una banca, sono stati posti all’asta, con il rischio imminente di sgombero per le famiglie coinvolte.
Accompagnato dalle forze dell’ordine, il funzionario non è riuscito a entrare negli appartamenti a causa del picchetto organizzato dai manifestanti.
Sostenuti da Asia-USB Livorno, gli occupanti hanno esposto uno striscione con la scritta:
“Chi compra questo palazzo compra anche le famiglie che ci vivono. Gli interessi delle banche vengono dopo, nessuno sgombero senza soluzioni”.
La protesta è volta a sottolineare il bisogno di soluzioni abitative alternative, chiedendo che lo sgombero non avvenga senza una risposta sociale che tenga conto delle famiglie, alcune delle quali con bambini.
Analisi: il diritto all’abitazione e quello alla proprietà privata
L’occupazione di Via Borra evidenzia la complessa tensione tra il diritto all’abitazione, rivendicato dal sindacato Asia-USB e dagli occupanti, e il diritto alla proprietà privata, difeso dai proprietari degli immobili.
Da un lato, il sindacato e le famiglie occupanti mettono in risalto l’urgenza del diritto all’abitazione, un diritto fondamentale riconosciuto anche a livello internazionale.
In particolare, per famiglie vulnerabili, spesso con minori, la perdita della casa può avere un impatto sociale e personale devastante, specialmente se non esistono soluzioni alternative.
Asia-USB sostiene che, nel contesto di una crisi abitativa, il libero mercato non dovrebbe prevalere sui bisogni primari di chi vive in situazioni economiche difficili.
Dall’altro lato, vi è il diritto alla proprietà privata, un principio cardine della libertà economica.
Secondo questo principio, i proprietari – che siano banche o acquirenti privati – hanno il diritto di disporre dei loro beni senza ingerenze esterne, incluse le occupazioni.
Gli immobili messi all’asta rappresentano per i creditori una risorsa importante, un investimento che, secondo la legge, ha un valore economico che va tutelato. Le aste giudiziarie sono inoltre il mezzo attraverso cui la giustizia cerca di rimediare a situazioni di insolvenza, restituendo liquidità ai creditori.
Il confronto di Via Borra esemplifica una delle grandi sfide sociali contemporanee:
bilanciare la tutela del diritto all’abitazione per le fasce sociali deboli con la salvaguardia del diritto alla proprietà e la garanzia di una libera circolazione economica.
Una soluzione, per essere davvero inclusiva, dovrebbe forse prevedere percorsi abitativi stabili per le famiglie in difficoltà, senza limitare il diritto dei proprietari e dei creditori a gestire liberamente i propri beni.