Oltre 3mila i lavoratori coinvolti in situazioni di crisi nel settore metalmeccanico in provincia di Livorno
Livorno, 25 ottobre 2024 – Oltre 3mila i lavoratori coinvolti in situazioni di crisi nel settore metalmeccanico in provincia di Livorno
Sono oltre 3000 i lavoratori metalmeccanici in provincia di Livorno coinvolti in situazioni di crisi ed interessati ad ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione, (sia straordinaria che ordinaria) ed i contratti di solidarietà. E’ la drammatica situazione descritta da Massimo Braccini, segretario generale Fiom Livorno e Grosseto che prosegue:
“Il polo siderurgico di Piombino vede tutte le più importanti aziende in una situazione di crisi a più livelli ed utilizzo di vari ammortizzatori sociali; da JSW, con i suoi 1336 dipendenti, dove si attende l’ennesima promessa di rilancio, investimenti e l’avvio della nuova acciaieria green, alla Magona, con 420 dipendenti, la cui proprietà Liberty Steel è intenzionata a cederla, a Dalmine, con 96 dipendenti, Piombino Logistic, 117 dipendenti e GSI, 52 dipendenti.
Nel corso degli anni le varie imprese in appalto ed i suoi occupati che ruotavano intorno al settore siderurgico sono scomparse, con ulteriore grave perdita occupazionale.
Il polo siderurgico di Piombino, il secondo italiano per importanza, deve risentire di una visione complessiva, poiché dal suo rilancio e dal suo sviluppo dipendono le sorti di migliaia di posti di lavoro ed una parte importante dell’economia della Toscana.
Ci aspettiamo che il Governo su Piombino svolga un ruolo da protagonista, visto che spesso le aziende operano su terreni demaniali. Di fronte a situazioni inedite, i Governi, le Regioni ed i Comuni devono adottare misure straordinarie e pretendere dalle varie multinazionali serietà e rispetto degli impegni, non escludendo di poter adottare anche specifiche penali nel caso di mancato rispetto degli accordi.
A Livorno il settore componentistica auto sta risentendo una condizione di flessione produttiva. Le più importanti imprese, Magna (550 dipendenti) e Pierburg (248 dipendenti) benché producano serrature e pompe per tante case automobilistiche, hanno la gran parte delle produzioni legate a Stellantis, ed infatti sono interessate dall’utilizzo di ammortizzatori sociali.
I contratti a termine in scadenza alla Magna rischiano di non essere rinnovati e quindi si sta determinando una condizione di diminuzione del personale. Il Governo anche in questo comparto bisogna che attui un piano strategico che riguardi tutto il settore nella sua complessità, ben sapendo che siamo di fronte ad un profondo e radicale processo di trasformazione settoriale, ed a un cambio tecnologico irreversibile.
Altresì, si va verso la conversione della raffineria di Livorno, dove all’interno operano più di 200 lavoratori metalmeccanici, un passaggio importante che va seguito con attenzione al fine di garantire i livelli occupazionali.
La nautica è invece un settore che sta tirando, al cantiere Azimut Benetti a Livorno vi sono importanti carichi di lavoro e vi operano complessivamente oltre 1500 lavoratori. La gran parte sono dipendenti di ditte in appalto:
abbiamo il dovere di estender loro i livelli contrattuali e migliorare la loro condizione lavorativa. Un’altra importante azienda, come la ex Wass a Livorno, con circa 400 dipendenti, dovrebbe passare da Leonardo a Fincantieri ed è indispensabile conoscere i termini con cui avverrà il trasferimento, in modo da tutelare il futuro del sito livornese, l’occupazione complessiva e tutte le professionalità.
Il settore metalmeccanico della provincia di Livorno, fatto anche di tante imprese artigiane e piccole e medie imprese, spesso legate alla produzione di grandi aziende, registra un’occupazione complessiva di oltre 10mila addetti.
Come Fiom abbiamo fatto una fotografia specifica del comparto metalmeccanico, dove emergono crisi importanti e strutturali, ma anche specifici settori con carichi di lavoro, ma con tanti lavoratori con tutele e redditi diversi, a cui vanno estese migliori tutele.
Vogliamo creare le condizioni affinché le aziende investano sul territorio, non aspettare che vadano ad investire altrove alla ricerca del minor costo del lavoro, ed aprire una seria discussione con le istituzioni locali e le associazioni sulle prospettive dell’industria dell’intera provincia, ben sapendo che tanti temi si legano assieme, sia da un punto di vista delle infrastrutture, dei costi energetici, ma anche delle professionalità dei lavoratori. Per cercare di dare risposte alle fase di crisi, servono adeguati ammortizzatori sociali a cui il Governo deve rispondere, ma serve anche un bilanciamento delle politiche regionali verso la costa Toscana”.