Omicidio di Riotorto, eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere
Omicidio di Maria Gaggioli. Eseguita un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Riotorto (Livorno) 13 gennaio 2020 – Nel pomeriggio dell’11 gennaio scorso, i Carabinieri di Livorno, su ordine della locale Procura della Repubblica, hanno tratto in arresto una donna, in esecuzione di un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di quel Tribunale.
La donna è ritenuta responsabile dell’omicidio volontario e dell’occultamento del cadavere di Maria Gaggioli, il cui corpo, privo di vita, in avanzato stato di decomposizione, fu rinvenuto a Piombino (LI) la mattina del 3 agosto scorso, all’interno di un sacco a pelo abbandonato al margine della strada provinciale “Vecchia Aurelia” in località Riotorto.
Le indagine sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Livorno e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno e dal N.O.R.M. della Compagnia di Piombino.
Sulla scorta degli esiti dell’esame autoptico e delle altre concordanti risultanze acquisite da complesse attività investigative, l’arrestata, negli ultimi giorni del luglio scorso, avrebbe somministrato alla Gaggioli un farmaco, da lei già assunto per motivi terapeutici, in una dose massiccia, circa 10 volte superiore a quella prescritta, risultata letale.
La donna tratta in arresto avrebbe portato, da sola, il cadavere fuori dalla sua abitazione di Riotorto e, trasportata in auto, l’avrebbe abbandonato sul ciglio della “Vecchia Aurelia”. Tale circostanza è stata confermata nel corso dell’esperimento giudiziale in incidente probatorio, svoltosi il 3 gennaio scorso.
I motivi che avrebbero spinto la donna a realizzare il suo progetto delittuoso risiederebbero nel rapporto conflittuale con la Gaggioli.
Nel corso delle indagini è emerso che l’arrestata aveva maturato l’intenzione di andare all’estero. La donna, infine, secondo il G.I.P., che ha condiviso la richiesta della Procura, basata sulle investigazioni dei Carabinieri, è ritenuta responsabile anche dei reati di “truffa aggravata” e “indebito utilizzo di carte di pagamento”. La donna, non dando comunicazione dell’avvenuto decesso della Gaggioli, consentiva l’accredito della pensione sul suo conto corrente bancario e ne prelevava una somma utilizzando il bancomat della defunta.
Per concorso in tutti i reati contestati all’arrestata è tuttora indagata in stato di libertà un’altra persona.