Ordine degli Architetti: “Livorno una città che si sviluppa con troppi progetti senza concorso!”
Abbiamo letto alla fine del 2018 del nuovo progetto da 5 milioni di euro per il nuovo Mercato di Livorno, un progetto innovativo si dice e finanziato con i fondi del Piano Periferie.
Qui il primo punto di domanda visto che il piano stesso è stato congelato dal Governo (che ci siano i soldi per realizzare dei progetti importanti sicuramente è un bene per la Città di Livorno) e poi il secondo punto che a noi sta ancora più a cuore ovvero come e da chi è stato elaborato il progetto di un opera ritenuta cosi importante e strategica. Avevamo già avuto modo di segnalare tramite la stampa la stessa questione per Piazza Dante, poi abbiamo letto di Piazza Guerrazzi, ancora di Via Grande e molti altri progetti sono in via di sviluppo sempre con lo stesso metodo.
L’Amministrazione Comunale di Livorno sembra essere precursore della Centrale Unica di Progettazione che noi Architetti (e con tutte le altre categorie professionali) a scala nazionale combattiamo e che è stata approvata nell’ultima legge di bilancio, una struttura centralizzata con pochi tecnici dipendenti che si occpranno di pensare e sviluppare progetti per gli enti pubblici.
Qualche mese fa un’incontro in Comune alla presenza dell’Assessore arch. Alessandro Aurigi e la rappresentanza del Consiglio dell’Ordine degli Architetti, un incontro che seguiva alcuni articoli di polemica sul Piano Strutturale di Livorno e in cui si è parlato anche dell’idea di mettere in atto Concorsi di Architettura per la rigenerazione di spazi pubblici nel tessuto urbano, creare un sistema di progetti a disposizione dell’Amministrazione da utilizzare al momento dell’accesso a fondi per la realizzazione degli interventi. Invece le notizie che abbiamo letto mostrano come il metodo non sia quello auspicato nonostante disponibilità di mezzi che potevamo mettere in campo per consentire lo sviluppo strategico delle nuove opere; strumenti semplici derivati dai bandi tipo disponibili, accompagnati dalla relativa guida all’uso; bandi che anche l’Autorità Anticorruzione ha condiviso e che prenderanno anche a livello regionale il loro percorso con Architetti ed Anci.
Quello che noi vorremmo e che ancora grazie alla stampa chiediamo è la condivisione dei percorsi progettuali con la società civile ed i cittadini, siamo lontani dal voler fare una rivendicazione sindacale che non è nei nostri compiti. Riteniamo che quando ai tratta di aspetti che riguardano lo sviluppo della città e della sua visione strategica debbano essere messi in atto gli strumenti di maggiore trasparenza, condivisione e partecipazione come i Concorsi di Architettura in due fasi ed i relativi bandi che hanno l’obiettivo di aprire le porte al confronto e creare la cultura di domanda dell’Architettura. La comunità degli Architetti e tutti i professionisti tecnici potrebbero essere coinvolti per elaborare soluzioni innovative ed adeguate alla qualitá degli spazi e dell’abitare a favore del buon vivere dei cittadini.
La differenza è sostanziale tra avere a disposizione un unico progetto che nasce da una visione ristretta e avere invece a disposizione un certo numero di soluzioni tra le quali scegliere quella migliore e che efficacemente risponde alle esigenze di sviluppo sociale, culturale ed economico di un luogo caro ai cittadini.
Certo nella scelta di questo percorso ci viene messa davanti la questione dei fondi per la progettazione che non sono mai disponibili e la nostra risposta spiega invece che quello che per l’amministrazioni è apparentemente un costo diventa invece un investimento per il futuro dello
sviluppo della città.
Racchiudere l’economia, la cultura e la società all’interno di un sistema di gestione centralizzato dei progetti di sviluppo strategico e sostenibile è una scelta che riteniamo perdente in partenza e che, a nostro avviso, non garantisce la qualità dell’opera pubblica: pensata da pochi e
realizzata spesso con 1l criterio del massimo ribasso.
“Il nostro obiettivo come rappresentanti della categoria nata per la tutela del cittadino — dice il Presidente arch. Daniele Menichini -, è garantire che la qualità dell’abitare e della città siano sempre le migliori e il più adeguate e per questo riteniamo che le scelte del cambiamento funzionale, ed anche estetico, della città debbano avere altri percorsi. La rivendicazione sulla qualità della città, della qualità del progetto e della scelta di utilizzare le capacità della comunità dei liberi professionisti per realizzarla è un obiettivo prioritario per l’Ordine degli Architetti di Livorno e per il suo Consiglio Nazionale e sicuramente anche per le altre rappresentanze di professionisti e associazioni di categoria”.