La sanità tra tagli e riorganizzazioni
Il punto del Fials e del suo segretario Massimo Ferrucci sulla riduzione dei posti letto e le esternalizzazioni della diagnostica.
In lungo e circostanziato documento il sindacato Fials, Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità, ha fatto il quadro sulla situzione della sanità livornese e toscana. Il segretario provinciale, Massimo Ferrucci, ci commenta alcuni fatti essenziali, partendo da quelli contingenti.
Posti letto nel periodo estivo. “Il FIALS non è stato informato dalla Direzione aziendale sul piano delle riduzioni dell’ospedale di Livorno; la nostra valutazione è negativa perchè questa disposizione che comporta la chiusura di 43 posti letto su 139 dell’area chirurgica è la plastica rappresentazione del fallimento della programmazione in area vasta.
L’Azienda Universitaria Pisana ridurrà il numero dei posti letto a luglio del 16,5% ( meno 195) e ad agosto del 34% ( meno 402 posti letto). Tali riduzioni riguarderanno la chirurgia generale che passerà da 36 a 14 posti letto, l’ortopedia che ridurrà i posti letto del 61% ( meno 36 posti).
Il FIALS valuta negativamente la riduzione del periodo estivo che è l’emblema del taglio dei posti letto operato per l’atttuazione del modello per intensità di cura; meri accorpamenti che hanno ridotto ai minimi termini es.le attività di urologia ( cinque posti letto nell’area chirugica), hanno eliminato di fatto la chirurgia pediatrica, determinando per la ex ASL il numero più basso di posti letto nella nuova USL Toscana Nord Ovest: 1 posto letto ogni 434 abitanti contro 1 posto letto ogni 334 abitanti nella ex ASL 1 Massa. Il taglio dei posti letto e delle attività è lo specchio di una evidente incapacità gestionale.
Non è accettabile che nella realtà Livornese si costringa il cittadino a trovare soluzioni per le proprie patologie in altre realtà o attraverso l’implementazione delle prestazioni a pagamento non solo nel settore privato ma anche con un uso improprio della attività intra-moenia che di solito assegna corsie preferenziali”.
Esternalizzazioni nella diagnostica. “Le recenti scelte compiute dalla Direzione della USL Toscana Nord Ovest per “appaltare” varie prestazioni diagnostiche ( Tac, risonanze ecc.) al settore della sanità privata si inserisce in questo contesto di strisciante “privatizzazione” della sanità.
Ci domandiamo quali siano i requisiti di qualità richiesti alle apparecchiature dei soggetti che si aggiudicheranno l’appalto. Non tutti i dispositivi sono uguali e hanno la medesima qualità. C’è il rischio che molti esami siano di fatto inutili e da ripetere.
Perchè non utilizzare le apparecchiature presenti nel pubblico ? Ci sono, nella ex ASL 6: 2 risonanze e 3 TAC su Livorno, 1 risonanza e 1 TAC a Cecina, 1 TAC e 1 risonanza a villa Marina Piombino, 1 TAC all’Elba. Perché la Direzione della ASL non aumenta il numero degli operatori per far funzionare le apparecchiature almeno sulle 12 ore?”
Una riforma sbagliata all’origine. “La legge regionale n.84/2015, all’art. 32, prevede la possibilità di ricorrere al settore privato per la erogazione delle prestazioni sanitarie.
Il FIALS si era già battuto precedentemente contro la Legge Regionale n.28/215. La popolazione ha dovuto subire una nuova edizione della ristrutturazione del Servizio Sanitario Regionale (cioè la Legge 84/2015) che ha disposto una per legge la volontà di ampliare il trasferimento di parte delle prestazioni sanitarie al settore privato. Questo atto è la manifestazione evidente dello spreco delle risorse pubbliche.
Nessuno può ignorare che nelle Aziende Sanitarie ed in particolare nella ex ASL 6 siano stati fatti grandi investimenti per l’acquisto di apparecchiature costose ed di alto livello tecnologico; basta contare il numero di macchine Tac, risonanze magnetiche, ecografi ecc. presenti nel territorio della provincia di Livorno per capire che la scelta dell’affidamento in regime di “appalto” al privato è assolutamente ingiustificato. Il Direttore Porfido , all’atto dell’acquisto della nuova TAC al Pronto Soccorso, affermò che tale attivazione sarebbe servita tra l’altro alla riduzione delle liste di attesa; ciò non solo non è avvenuto ma la situazione, nonostante, l’adozione di progetti speciali si è aggravata“.
Indicatori statistici chiari. “La USL Toscana per la realtà livornese non ha prodotto scelte necessarie per colmare le carenze croniche di personale e ciò ha determinato l’aggravarsi della situazione.
Vogliamo ricordare che la ex ASL 6 registra un rapporto di 1 infermiere ogni 202 abitanti ( ex ASL 6 n. Abitanti 343.000) mentre nella ex ASL 1 il rapporto è 1 infermiere ogni 169 abitanti ( ex ASL 1 abitanti 200.235); ricordiamo inoltre come la spesa per il personale nella ex ASL 6 si attestava nel 2015 al di sotto del livello previsto dalla legge finanziaria di oltre 12.000.000 di euro.
In questo contesto osserviamo come il numero delle ferie accumulate dal personale sia in varie realtà così rilevante ( es. Oltre 100 giorni di ferie relativi agli anni pregressi) da averci indotto a ricorrere all’Ispettorato del Lavoro per tutelare i lavoratori che porebbero perdere il diritto al loro godimento, per circolari interne, che ipotizzano la perdita del diritto rispetto alla non fruizione entro il 30 settembre del corrente anno”.
“Per questi motivi – conclude Massimo Ferrucci – chiediamo la decadenza della direzione della Ust Toscana Nord Ovest e l’abrogazione della Legge Regionale 84“.