Cronaca 16 Gennaio 2019

Ottavio Herbstritt: Ero di Sinistra – lettera aperta agli artisti livornesi

“È interessante assistere a come si stiano comportando le persone del mondo dello spettacolo in questi ultimi mesi.  
Insediatosi Salvini, é iniziata una mobilitazione forsennata che ricorda molto quanto successo in America con Trump. Un fenomeno mondiale che vede il mondo di certa cultura opporsi alla richiesta di sovranità dei popoli, sposando invece, e sostenendo, il globalismo. 
Perché difatti questa è la sfida della contemporaneità: sovranisti vs globalisti. 
Ciò che desta perplessità però, é la mancanza di analisi da parte di chi si erge a portatore sano di morale, etica ed intellettualismo collettivo. 
È notizia, poi, di questi giorni che Sanremo avrà nuovamente come tema l’immigrazione e la critica al Governo. Bisio difende Baglioni e conferma che ci saranno monologhi sui migranti. Non importa nulla a nessuno che sia un festival della musica, nulla a nessuno che sia un servizio pubblico pagato da noi cittadini, e niente a nessuno che il 60% degli italiani non condividerà tale scelta. The show must go on…
 
D’altronde -siamo onesti- dove si è mai visto che un servizio pubblico faccia solo campagna contro il Governo? 
Qualsiasi canale si scelga, salvo rare eccezioni, è possibile assistere a come venga dato spazio ossessivamente alle opposizioni (ma non doveva essere una dittatura?). 
Il comico-presentatore del Festival però dice di più: il suo autore è Michele Serra di Repubblica, tutto normale? 
Ma il frivolo diventa drammatico se si pensa che, mesi fa, venne lanciato un appello tramite RollingStone con nomi illustri dell’ambito televisivo e musicale schierati contro il Ministro degli Interni, ma, una settimana dopo, la stessa rivista, in prima pagina, ha lanciato un articolo dal titolo “Solo il satanismo può salvarci dal populismo”
Eppure nessuno di questi artisti che si sia fermato a chiedersi: ma sono tutti matti? Per quali follia ho firmato col mio nome? Silenzio. 
E a Livorno? È news recente che personaggi dello spettacolo abbiano lanciato un appello. Alla gente? No, alla sinistra, che deve compattarsi per fermare l’ondata populista e sovranista. Tralasciando che entrambe sono parole nobili. Sarebbe molto interessante scoprire quale sia il contenuto che vorrebbero portare avanti, oltre all’essere anti-qualcosa. 
Io non ho la presunzione di definirmi “artista”, forse l’avranno loro, quel che è certo è che per dichiararsi tali bisogna avere nel sangue la volontà di porsi delle domande capaci di trascendere il proprio schieramento ideologico (che poi, esiste ancora la sinistra? Quella di oggi lo è davvero?). 
Vorrei tanto sapere perché allora si siano schierati fra i globalisti. 
Vorrei sapere cosa ne pensano del trattato di Maastricht e di Lisbona; vorrei sapere quale visione abbiano dell’accoglienza indiscriminata; vorrei sapere dove erano questi con Monti, Letta, Renzi, Gentiloni; vorrei sapere cosa ne pensano di un’Europa che non permette nulla per obbedire ai mercati?
Vorrei sapere cosa ne pensano, del fenomeno della globalizzazione, della perdita delle nostre radici e dell’identità dell’uomo occidentale. Sempre più schiacciato tra logiche di mercato e comunicazione e che viene sempre più ridotto ad individuo fluido, a prodotto. 
Ma soprattutto vorrei sapere come si faccia oggi a sentirsi di sinistra, dal momento che quest’ultima è fiera sostenitrice di tutto quanto appena detto: la tutela del più becero capitalismo finanziario che non potrà che culminare con l’autodistruzione. 
Mi domando cosa si augurerebbero per la gente, considerando che ci sono 5 milioni di poveri, e ben 3 milioni che, rassegnati, non cercano neanche più lavoro. Cosa ne pensano di Livorno, una città ormai abbandonata a se stessa. Mi chiedo come si possa dire di far satira schierandosi a favore di 70 anni di regime politico in questa città; perché chi tutela il potere, a regola, dovrebbe esser chiamato giullare di corte, come accadeva nel Medioevo (no, non è un attacco, parlo di storia). 
Dal momento che stiamo parlando di cultura e di attualità, mi piacerebbe invitarli a rileggere Pasolini sull’antifascismo, e ad ascoltare ciò che il Presidente del Panafricanesimo, Konare, pensa in merito al fenomeno dell’immigrazione. Forse ci penserebbero due volte prima di dare il loro sostegno a certe battaglie e di lanciare hashtag come #restiamoumani.  
La verità è ben nota a tutti, c’è solo timore di dirla. Chi non si riconosce nell’attuale sinistra troverà sempre enormi difficoltà a far parte del mondo della “cultura”. 
Ne so qualcosa: quando lanciai il progetto di satira “il Male necessario” ricevetti miriadi di minacce, perché certi argomenti non si possono proprio trattare, e tutt’ora mi ritrovo costretto ad evitare di farmi vedere in certi luoghi della città. 
Non solo quindi in tv, come confessa anche Bisio, ma anche nei teatri i temi proposti sono sempre gli stessi, medesimi e ritriti, in un circolo vizioso di autoerotismo e autocompiacimento: migranti e donne presentati come categorie protette, e non come persone con diritti e doveri; diritti lgbt, arrivando addirittura a portare in scena un bambino transgender, strumentalizzando così minori di una fascia d’età in cui dovrebbe esser tutelata la loro innocenza; monologhi monocolore; arte sperimentale, un continuo inno all’ossessionata ricerca dell’IO confuso. L’uomo che diventa dio di se stesso, in un mondo che invece ci grida disperatamente la necessità di un NOI, apprezzando le diversità, cioè l’esatto contrario dell’uomo omologato, privo di radici, identità sessuale, culturale e presto religiosa. 
Al contrario dei firmatari all’appello, mi schiero con il Governo, che reputo il male minore, con la consapevolezza che senza di esso vi sarebbe un ritorno al golpe europeo in salsa troika. 
E di macelleria sociale siamo letteralmente stanchi. Manterremo uno spirito critico quando ce ne sarà bisogno, senza avere padroni.
Resto aperto al dialogo come arricchimento, sperando di ottenere risposte in merito alle diverse domande poste in questa lettera. E chiamatemi anche populista, non si tratta di un termine disdicevole, ma anzi ritengo che sia nobile esser parte del popolo. 
Non ho bisogno di alcun appello, faccio parte della maggioranza di questo paese, opposta ad una minoranza che demonizza chiunque la pensi diversamente, che inconsapevolmente (voglio sperare) tutela i reali poteri forti. 
Sì, ero di Sinistra, ma non me lo posso più permettere”.

Ottavio Herbstritt