Parco Pertini, appello di associazioni e comitati per mantenerlo integro
L'area del cosiddetto "Parterre" sarà infatti interessata dai lavori per il nuovo ospedale
Livorno 17 gennaio 2021
Ci vuole una nuova proposta per salvare il Parterre/ParcoPertini nell’ambito del rinnovamento dell’ospedale di Livorno
I seguenti gruppi, comitati ed associazioni culturali ed ambientaliste di Livorno (Comitato Salviamo il Parterre; LIPU Livorno; OTU; Quartieri Alberati,) pongono questo appello per manifestare le loro preoccupazioni circa la realizzazione del nuovo ospedale all’interno della ex area Pirelli/Parco Pertini.
Inoltre, anche in considerazione di imprevidenti interventi sul patrimonio arboreo avvenuti di recente, auspicano che:
si avvii un percorso partecipativo per tutelare e salvaguardare i luoghi della nostra identità storica ed urbanistica.
Un luogo importante del patrimonio cittadino è l’area sulla quale è stata ipotizzata la realizzazione del nuovo blocco ospedaliero
Va ricordato, si trova sulla direttrice dell’Acquedotto Leopoldino, in prossimità della “Gran Conserva”, realizzata nella metà dell’800 dall’architetto Poccianti, per l’approvvigionamento idrico della città, lungo il viale degli Acquedotti (oggi viale Carducci).
Il parco, conosciuto come Parterre, uno dei primi esempi di parco pubblico in Europa, progettato dallo stesso Poccianti; fu realizzato a protezione e valorizzazione della “fabbrica” detta Cisternone; il parco fu ampliato ad est nel 1984, con l’occupazione di parte della superficie degli stabilimenti della ex Pirelli che costituì la fascia di rispetto e riequilibrio dei parametri urbanistici conseguente all’intervento residenziale attuato sull’area di demolizione dell’opificio stesso; questa zona, ceduta al Comune di Livorno, fu rinaturalizzata ed attrezzata con spazi ludici e l’intero parco rinominato Parco Pertini.
L’area pertanto si connota come zona di particolare pregio urbanistico e culturale ed un bene ambientale per le essenze arboree presenti e l’architettura del verde del parco.
Ulteriore considerazione circa la tutela paesaggistica dell’area è quella relativa alla presenza, lungo il viale, di fabbricati contemporanei alla realizzazione del viale ovvero in epoca ottocentesca.
Per le sopracitate considerazioni, con particolare riguardo alla tutela e salvaguardia del parco e della immagine storica presente per tutto lo sviluppo del viale Carducci, dalla stazione ferroviaria fino alla Gran Conserva, riteniamo che la collocazione prevista dallo studio di fattibilità sia da rivedere, pur condividendo la scelta di realizzare il nuovo ospedale nell’ambito del plesso esistente.
A questo proposito auspichiamo che, per concepire il nuovo ospedale, venga presa in considerazione una soluzione compresa all’interno del perimetro dell’ospedale attuale, che ne usufruisca le permanenti potenzialità funzionali,
così da perseguire i seguenti obiettivi:
1 – Non consumare nuovo suolo, operando esclusivamente all’interno del sito ospedaliero esistente, che occupa già un’area delle dimensioni ragguardevoli di oltre 10 ettari!!!
2 – Conservare e mantenere l’intero Parco Pertini con tutte le essenze arboree presenti, comprensivo dell’area ludica eseguita nel 1984 da parte del Comune di Livorno sull’area ex Pirelli, evitando di collocare una volumetria importante a ridosso del parco storico che ne limiterebbe fortemente l’apertura visiva, la luminosità, la godibilità e l’uso con la sua presenza incombente (prospetto di circa 100 m x 16 m).
3 – Mantenere le attuali aree permeabili, intervenendo invece su un’area già asfaltata e edificata presente all’interno del plesso ospedaliero, a sud del progetto presentato dall’USL;
4 – Operare una rigenerazione urbana e la riqualificazione dell’area nel rispetto dell’art 165 della legge regionale 65/2014, senza consumo di nuovo territorio, come auspicato dal documento regionale;
5 – Creare l’integrazione funzionale ed architettonica tra l’Ospedale attuale e la nuova struttura.
6 – Intervenire in sicurezza su un’area non contaminata, a differenza dell’area industriale dismessa della ex Pirelli, con minori costi.
7 – Risolvere il problema di accessibilità, esplorando la possibilità di realizzare un parcheggio multipiano integrato con la nuova struttura e sulle aree marginali ancora scoperte e comunque agire attraverso l’utilizzo di navette su aree di scambio limitrofe.
8 – Recuperare i capannoni e gli edifici dell’area ex Pirelli per destinarli ad attività di supporto del presidio ospedaliero, di servizio al parco e per attività sociali e culturali, ma che, in fase di esecuzione del nuovo ospedale, potranno temporaneamente essere utilizzati per attività e funzioni sanitarie da ricollocare nella nuova struttura, una volta ultimata.
9 – Ridurre il traffico generato dalla nuova struttura su viale Carducci, utilizzando anche la via Gramsci, alla quale la nuova struttura sarà prossima, rendendo così l’ospedale accessibile dai due assi viari già presenti senza difficili e deturpanti modifiche dell’attuale articolazione viaria.
10 – Mantenere ed eventualmente integrare un’ampia zona di rispetto dell’attività ospedaliera in relazione alle attività circostanti, come necessario per ogni insediamento sanitario.
11 – Tutelare e conservare l’unicità paesaggistica presente lungo il viale Carducci, l’immagine ottocentesca dei fabbricati presenti (asse Cisternone – Stazione) e la percezione visiva degli stessi, nella sua visione totalizzante e non parziale, senza operazioni di squilibrio architettonico, come in passato, invece già perpetrato dal Palazzo di Vetro, costruito al posto della preesistente palazzina ottocentesca Bertocchini.
Le tecnologie costruttive più innovative potranno consentire di operare gli interventi all’interno del plesso esistente rispettando i requisiti ambientali e di sicurezza (rumore, polvere, aree di stoccaggio ecc.), anche attraverso un’articolazione delle nuove volumetrie e per la loro collocazione periferica, ad ovest dell’ospedale attuale. In questo modo non sarà necessario interdire l’utilizzo di ciò che rimarrà del Parco durante le fasi di cantiere che occuperebbero verosimilmente un’ampia area circostante il sedime del nuovo edificio, nel caso di procedere con la soluzione avanzata dall’USL.
Un’accorta programmazione potrà consentire, durante il periodo di realizzazione delle nuove strutture, di non sospendere l’attività ospedaliera se non per servizi marginali e comunque ricollocabili all’interno dei vari padiglioni e/o come indicato al punto (8).
La salvaguardia della gran parte dell’attuale ospedale e la sua integrazione consentiranno infine di incrementare il numero delle degenze ed articolare la struttura secondo il più recente orientamento derivante dall’esperienza pandemia, a fronte di una evidente riduzione di posti letto prevista dall’ipotesi USL ed una concentrazione problematica dei servizi specialistici”.