Partito il corso di cucina per i detenuti delle Sughere
E' organizzato dal Rotary Mascagni Livorno in collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi
Livorno 17 gennaio 2022
Un’idea nata dalla commissione progetti del Rotary club Livorno “Mascagni” (nelle persone di Nicola Minervini; Annalisa Verugi; Stefano Mencarelli; Fabrizio Orlandi) coordinata dal presidente Vito Vannucci.
Un’idea che è diventata realtà grazie alla collaborazione della Federazione Italiana Cuochi.
Con la prima (di otto lezioni) prende il via un corso di cucina per i detenuti della casa circondariale “Le Sughere”.
«Per noi – spiega Vannucci – un altro appuntamento importante, di indubbia rilevanza sociale..
Il motto dell’anno del Rotary International è “servire per cambiare vite”.
Noi facciamo il possibile a livello locale, ma il contributo di tutti alla fine dovrebbe portare traguardi concreti.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare persone disponibili per completare un lavoro in equipe: tante buone volontà si sono messe insieme.
E cercheremo di dare un seguito al progetto, con un secondo corso e iniziative similari».
L’insegnante, Valerio Vittori, chef della Federazione Italiana Cuochi, comincia con l’elargire le norme principali ai 10 ragazzi del carcere selezionati.
«Visto che il corso è focalizzato sulla panificazione -dice-, proporremo delle ricette di pane, pizza, schiacciata, nelle loro varie declinazioni.
E anche pasticceria da panificio, con biscotti secchi e lievitati fritti, in modo che le cose apprese possano essere utilizzate in futuro, in un eventuale inserimento professionale.
Ho scelto di fare lezioni pratiche dove i ragazzi mettono le mani in pasta, non voglio che stiano passivi guardando quello che faccio io.
All’inizio sbaglieranno, ma è il metodo migliore». Soddisfatto padrone di casa, il direttore del carcere Carlo Mazzerbo.
«Un momento importante, bello e utile, per il quale ringrazio sentitamente di cuore il Rotary Mascagni che ce l’ha proposto.
Effettivamente noi abbiamo bisogno di attività concrete, facili, anche da realizzare: la speranza è che qualcuno un domani possa utilizzare le nozioni apprese sul mercato del lavoro.
Chi esce con un lavoro, ha meno probabilità di rientrare in carcere. E questo per noi è fondamentale»