Politica 30 Luglio 2020

PCI: “Rimborsi di viaggio durante il lockdown, Giani e Rossi costretti a recuperare le indennità pagate”

Barzanti: “Grande vittoria del Pci, Giani e Rossi costretti a recuperare le indennità di viaggio pagate ai consiglieri regionali durante il lockdown”

 

Marco Barzanti PCI Toscana

Marco Barzanti PCI Toscana

Firenze 30 luglio 2020 – “Giani e Rossi hanno dovuto cedere all’indignazione popolare. E’ un grande successo per il Pci, se questo è accaduto, è perché siamo stati tra i primi a sollevare la questione. Abbiamo chiesto l’intervento della corte dei conti e siamo gli unici a pretendere una legge per il recupero delle indennità di viaggio – corrisposte anche nel periodo del lockdown quando gli uffici regionali erano chiusi – e l’attività di consiglieri regionali ed assessori è stata svolta attraverso teleconferenze e senza trasferte a Firenze.

 

Non conosco i contenuti della proposta di legge e dubito che essa intervenga in modo completo e risolutivo.

 

Ma è già qualcosa che sia portata in aula. Il presidente del consiglio uscente Giani, candidato alla presidenza della regione Toscana per il Pd;  aveva subito detto che fare una legge per recuperare quei soldi era impossibile.  Mancava il tempo.

Noi gli abbiamo ricordato che, quando si è trattato di mettere le mani nelle tasche di alcuni dipendenti regionali;-modificando loro il contratto di lavoro, lo hanno fatto in quattro e quattr’otto attraverso l’approvazione di una legge.

Così adesso, a malincuore, hanno dovuto fare questa manovra. Sarò curioso, domani, di vedere cosa hanno escogitato. Non mi stupirei se tutto si rivelasse solo una mossa elettorale”.

Il segretario toscano del Pci, Marco Barzanti, candidato a presidente della regione Toscana, – si dice –  “soddisfatto in linea teorica ma perplesso per cosa potrebbero elaborare” nell’apprendere che il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, e il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani, hanno concordato che:

nella seduta di consiglio di domani, giovedì 30 luglio, presenteranno una proposta di legge contenente le misure per il recupero della quota – “erroneamente corrisposta nel periodo di lockdown per l’esercizio del mandato legata alla distanza tra sede del consiglio regionale e residenza – come si legge in un comunicato diffuso dall’ufficio stampa della giunta toscana.

L’aver pagato le indennità di viaggio anche negli 85 giorni di lockdown sarebbe costato alla collettività circa 80 mila euro.

“Noi avevamo chiesto che fossero restituite, anche in modo retroattivo, tutte le somme erroneamente erogate, dal 2009 ad oggi, per tutti i periodi in cui l’attività istituzionale è stata sospesa.

Il richiamo al 2009 fa riferimento al fatto che la legge regionale in vigore (la 3/2009, ndr) è del gennaio di quell’anno.

Si tratta di una legge che, in tutti questi anni, ha permesso l’erogazione del rimborso spese per i viaggi a Firenze anche nei periodi, come ad esempio le ferie estive ed invernali, in cui le attività istituzionali non sono state svolte. In un periodo in cui tutti siamo costretti a tirare la cinghia, in cui il lavoro non c’è o viene perso, una simile norma è un insulto alla popolazione.

Tutto questo Giani e Rossi lo sanno bene, ma in tanti anni hanno fatto finta di niente. Se oggi corrono parzialmente ai ripari è solo perché ci sono costretti dall’indignazione popolare; dalle nostre prese di posizione e dall’apertura di un fascicolo da parte della corte dei conti.

Sarei in ogni caso curioso di sapere a quanto è ammontato, fino ad oggi, l’esborso economico fatto dalla regione Toscana –  con i soldi dei cittadini – per rimborsare viaggi mai fatti a Firenze, durante la sospensione delle attività istituzionali, ai consiglieri e agli assessori regionali”.

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