Ambiente 18 Novembre 2017

PD – “l’inceneritore torna centrale con tanti saluti al pratino di Nogarin.” Rifiuti zero e privatizzazioni nascoste.

“Intervenire sul tema “caldo”  delle politiche di  gestione dei rifiuti non è certamente semplice. 
Tuttavia, anche se  sembrano assottigliarsi punti di vista condivisi, resta comunque un’innegabile convergenza sulla necessaria  ampia  dimensione dei bacini di utenza  – ed aziendale – dato che  ormai, indipendentemente dalla recente sentenza del TAR della Toscana, è evidente a tutti che il “piccolo è bello” non è più praticabile.
E a dirlo sono gli stessi sindaci “ribelli”  di ATO Costa, dato che, al netto dei tentativi di strumentalizzazione politica – come quello  recente del pluridecorato presidente di Zero Waste Italy Rossano Ercolini – è dalla voce del  sindaco di Camaiore Del Dotto  che sentiamo dire che  “le municipalizzate non sono la soluzione” perché “incapaci di sostenere dimensioni di investimento oggi necessarie per spingere a livello regionale la differenziata”.
A condizione di non dover ogni volta ripartire da capo ritardando oltre ogni ragionevolezza i percorsi intrapresi, possiamo discutere di quale possa essere la quota ideale che dovrebbe detenere il privato o su quali modelli di governance siano più efficaci , ma è evidente che parlare ancora di ritorno alle municipalizzate è fuori luogo.
Come Partito Democratico  pensiamo infatti che la  strada migliore da seguire sia  quella che vede pubblico e privato collaborare in sistema misto, che riservi alla parte pubblica un efficiente ruolo sia in termini di indirizzo degli investimenti che di controllo della qualità dei servizi erogati, e alla partecipazione privata il compito di mettere in campo capitali e know how adeguati. 
La città di Livorno paradossalmente –  pur essendone forzatamente ai margini per le note scelte autarchiche – è  involontaria protagonista di questo dibatto, e questo   alla luce di quanto sta emergendo nella politica aziendale portata avanti da  AAMPS dopo il concordato.
Concordato che , è bene non dimenticarsi, è costato alla collettività almeno un milione di euro di spese legali, soldi che, con una  semplice  ristrutturazione del debito – come era stato suggerito da più parti- sarebbero potuti essere risparmiati,  e in conseguenza del quale 50 lavoratori   dell’indotto hanno perso il lavoro.
La strategia aziendale  di AAMPS del dopo concordato hanno infatti ha inaugurato – o partorito se più piace – un “tutto pubblico” di  nuovo conio .
La “nuova municipalizzata” a direzione grillina infatti,  nel cercare   compensare i maggiori costi derivati dell’estensione massiccia del Porta a Porta,  ha  attuato una  sostanziale “privatizzazione nascosta” , consistita nell’ esternalizzazione dei servizi “core”   –  riscossione dei tributi, call center, spazzamento meccanizzato, raccolta degli ingombranti, sanificazione dei mastelli ecc. ecc.- come recentemente denunciato sulla stampa dalle organizzazioni sindacali.
 Il tutto  accompagnato da un  progressiva demansionalizzazione  della forza lavoro  aziendale , da to che molti dipendenti sono andati a rafforzare numericamente  il    personale impegnato nel  servizio di raccolta PAP .
Per tutelare scelte dettate dalla furia ideologica  -concordato e PAP –  Nogarin, ha  avvallato scelte   comportanti  una “mutazione genetica” delle politiche di gestione delle partecipate, facendo emergere un’altra volta la ”doppia morale” grillina.
Da un lato infatti  ci si riempie  la bocca di chiedendo a gran voce “tutto pubblico”, dall’altra si privatizza , inventando meccanismi in grado di ridurre , se non impedire , il controllo democratico sia  da parte dei cittadini che delle rappresentanze dei lavoratori, e questo in virtù della forte  parcellizzazione  e privatizzazione di competenze un tempo aziendali.
Sull’altare del PAP sono  stati quindi sacrificati lavoratori e cittadini, e questo   per le  granitiche certezze degli strateghi di “Rifiuti Zero”.
Ma esiste davvero il “Rifiuto Zero”?  Già la traduzione di Zero Waste  in “rifiuti zero” è una falsità. Rifiuti zero infatti non esiste , è solo un’invenzione lessicale.
Questo non perché lo dicono   le leggi della fisica (leggersi legge dell’entropia) o  associazioni come Greenpeace. 
Semplicemente perché anche il famigerato  PAP – come qualsiasi altra modalità di raccolta differenziata – produce una frazione di rifiuti da smaltire. Una frazione costituita in minima parte da scarti fisiologici di processo di selezione e , per la maggior parte, da errori di conferimento commessi da parte dei cittadini, ed in Toscana si aggira mediamente intorno al 20%.  
Questa frazione, –  come indica anche la gerarchia europea per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti –   non è valorizzabile come materia, ma può essere recuperata energeticamente nel termovalorizzatore.
Che lo si volgia o no, quasi, a dispetto di una certa sinistra ideologizzata,  l’inceneritore torna centrale , e questo sia  nell’attuale – pur debole – piano industriale Aamps,  che  in quanto impianto strategico in un’ottica di area vasta .
Con tanti saluti al pratino di Nogarin”. 
Il Responsabile Ambiente PD Livorno
Renato Gangemi