PD Livorno esprime solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della GKN di Campi Bisenzio
Osserviamo con preoccupazione e sofferenza i fatti che stanno interessando la GKN di Campi Bisenzio, per la quale la proprietà ha deciso la chiusura del sito produttivo e il licenziamento collettivo dei 422 lavoratori, ai quali vanno aggiunti quelli dell’indotto, superando ampiamente le 500 unità.
A loro va la nostra piena solidarietà
Vogliamo sottolineare come, a sostegno dei lavoratori, si stiano mobilitando sindacati, associazioni, volontari e istituzioni; questo riporta ai valori imprescindibili che caratterizzano la nostra Regione, valori per i quali abbiamo lottato e che caratterizzano la nostra storia.
Detto questo, la vergogna a cui stiamo assistendo apre a riflessioni sia inerenti al caso specifico, sia in merito a storture assunte dal sistema economico nazionale e internazionale, alle quali la politica deve cercare di porre rimedio, ridefinendo un’idea di economia slegata dalle logiche speculative.
La sola possibilità di portare avanti un’azione di licenziamento collettivo e chiusura di uno stabilimento, senza passare da tavoli istituzionali, con la leggerezza tipica di chi pigia un pulsante, mostra come il sistema economico sia sempre più iniquo e distante dall’idea di lavoro quale nobilitazione dell’individuo.
Vanno bene la solidarietà e i presidi dei rappresentanti delle amministrazioni e del governo, ma il vero tema è: quali riforme portare avanti affinché episodi del genere non possano ripetersi?
Come colmare lo squilibrio evidente tra libera iniziativa privata e controllo pubblico a tutela degli interessi collettivi, che riguardano famiglie in carne ed ossa e territori in cui le aziende si inseriscono?
Ogni realtà ha delle specificità proprie, ed ogni settore presenta punti di forza e debolezza, dei mutamenti endogeni ed esogeni.
Sarebbe necessario avere contezza di quelli che sono i cicli aziendali, dalla fornitura di materie prime e semilavorati, alla vendita del prodotto finito; capire se un’azienda ha la possibilità di produrre utili, e quindi svilupparsi in maniera sana, se attraversa momenti di debolezza transitori, dettati da crisi del settore momentanee, o se versa in condizioni di costante difficoltà.
A seconda delle singole casistiche l’intervento pubblico si può manifestare in incentivi, contributi a fondo perduto, e in ultima istanza in ammortizzatori sociali.
Abbiamo ad oggi la capacità analitica di fotografare lo stato di salute delle realtà produttive del nostro territorio?
Tornando al caso della GKN; lo stabilimento toscano non presentava cali di fatturato, aveva e continua avere commesse che assicurano lavoro, aveva posto in essere investimenti in cespiti, alcuni dei quali ancora nel cellophane; allora perché procedere alla chiusura?
Possiamo essere schiavi delle decisioni fredde e neanche corroborate dai fatti, prese da proprietà collocate in paesi esteri, e che considerano realtà produttive, fatte di donne e uomini, delle pedine da poter chiudere o delocalizzare?
A queste logiche la politica si deve opporre con ogni mezzo disponibile, e se ad oggi i mezzi non sono sufficienti, introdurne di nuovi, fino all’esproprio dei siti produttivi.
Il caso della GKN riaccende i riflettori sullo stato di salute del settore della componentistica, settore che interessa direttamente anche il nostro territorio, visto le importanti realtà in esso insediate; c’è bisogno di un costante monitoraggio e di una riflessione in merito alle trasformazioni del prossimo futuro, ma che sono visibili anche oggi, che riguardano l’automotive; è necessario che il passaggio ad auto a basso impatto ambientale, ibride ed elettriche, sia un’occasione di rilancio del settore e non un elemento negativo in termini di impatto occupazionale.
Anche in questo senso il pubblico deve fare la sua parte, in primis incentivando l’implementazione delle aree aziendali di ricerca e sviluppo, vere e proprie cartine di tornasole sullo stato di salute aziendale, e soprattutto sulla capacità di gestire trasformazioni e innovazioni del settore.
Ad ultimo sottolineiamo l’esigenza di maggior tutela per le lavoratrici e i lavoratori.
Da questo punto di vista abbiamo osservato in senso fortemente critico lo sblocco dei licenziamenti del 30 Giugno; soprattutto per il messaggio che ha dato questo intervento. In una crisi così difficile e dalla quale dovremmo rialzarci con un rinnovato spirito di collaborazione e solidarietà, la forza lavoro dovrebbe essere messa al centro di un progetto di rilancio, e non considerata elemento da attaccare per alleggerire la voce dei costi fissi.
Da questo punto di vista auspichiamo una presa di coscienza del Governo, che porti ad una interlocuzione sempre più proficua con il modo sindacale e con le associazioni di categoria, e all’introduzione di nuove forme universalistiche di tutela del lavoro.
Alberto Brilli
Responsabile Sviluppo
Partito Democratico
Unione Comunale di Livorno