Pecori: “Fanno il gioco dell’oca col nuovo ospedale”
Livorno – Scrive il consigliere regionale Monica Pecori: “Il gioco dell’oca: dopo 5 anni si torna praticamente al punto di partenza, con un progetto di ospedale nuovo. Se si aggiungono i 5 anni precedenti al 2014 trascorsi a disquisire sul progetto “Montenero” siamo a 10 anni di nulla cosmico. Nel frattempo, nuove norme nazionali e regionali per quanto mi riguarda non condivisibili, ridisegnano una sanità che tende a comprimere il pubblico a vantaggio del privato e qui, a Livorno, dieci anni passati a parlare di un contenitore senza soffermarsi mai al contenuto. L’ospedale di Livorno, come 5 anni fa, diventa argomento elettorale, bandierina da sventolare ai banchetti e nei talk show locali, sulla stampa e sui social, sempre a parlare del COSA e del COME ma mai del PERCHÉ. Comune e Regione continuano a parlare di contenitore e mai di contenuto. Non ha senso proporre un edificio di 24 metri infilato a forza in una struttura già esistente senza prima ragionare sulla possibilità di utilizzare ciò che già è presente e soprattutto di quale modello sanitario PUBBLICO sia più efficace. Insisto nell’affermazione che il monoblocco al posto di tre padiglioni previsto nel piano Mariotti avrebbe risolto decorosamente necessità sanitarie, economiche e temporali. Si preferisce invece tornare al “via” come nel gioco dell’oca, sacrificando anche quello che resta su un territorio già povero, in termini di presidi. L’abbandono del progetto casa salute all’Ipercoop, peraltro ancora non formalizzato, è il minimo sindacale in risposta a chi, leggi sindaco di Livorno, tendeva la mano al privato ignaro delle elementari norme igienico sanitarie vigenti e che a quanto leggo stampa, la ex assessore alla sanità Dhimjini, quella di cui non ricordo un fiato, negli anni in cui ha ricoperto il suo ruolo a Livorno, in merito a sanità e ospedale (tranne, se ben ricordo, l’approvazione per l’operato della Uslnordovest), velatamente ripropone, o almeno ciò intuisco dall’articolo. Serve un ragionamento condiviso con la cittadinanza e gli operatori sanitari sul tema sanità ma questo tema resta la solita bandierina da sventolare in campagna elettorale e da arrotolare nel cassetto a elezioni avvenute. Sullo sfondo restano irrisolti i problemi dei cittadini e la volontà della regione di fare cassa con le strutture territoriali, compresa Villa Rodocanacchi e il suo parco di 11 ettari, della cui fruizione pubblica resta solo uno sbiadito ricordo”.