Pecori su dibattito in Regione sui rifiuti e l’economia circolare
Nuova Politica sui rifiuti e sull’economia circolare in dibattito in Consiglio regionale
Pecori (TpT): “ La politica dell’economia circolare non può riferirsi unicamente ai rifiuti urbani. La Regione nelle premesse non quantifica i rifiuti speciali prodotti dai grandi distretti. Come può definire un piano organico senza conoscere i numeri effettivi di quel che vuole normare?”
Firenze – “ Un pianificazione regionale che non include i rifiuti speciali non può che essere zoppa. I rifiuti urbani, costituiscono solo un sesto dei rifiuti prodotti e, tengo a precisare, che della pianificazione regionale fanno parte anche i rifiuti derivanti dalla depurazione delle acque reflue, come raccomandato nelle nuove linee guida del ministero, in fase di revisione della legge 99/92”. Questo il commento di Monica Pecori, Consigliera regionale del Gruppo Toscana per Tutti, a margine del dibattito sul tema, in Consiglio oggi. “Sono perplessa dal pressappochismo di chi, parlando di impianti di recupero con biodigestori della frazione organica da raccolta differenziata e produzione di biogas, non tiene conto del fatto che ciò è, ad oggi, infattibile perchè gli impianti in grado di smaltire 600000 tonnellate all’anno, sono insufficienti. Di chi indica l’opportunità di coinvolgere i settori tessili, cartacei e di lavorazione del cuoio ma non il servizio idrico. Come si può fare una norma di economia circolare se, nelle premesse, la Regione non tiene conto dei quantitativi dei rifiuti speciali dai grandi distretti? Come si può definire un piano tralasciando alcune componenti fondamentali?”. “ “Per quanto riguarda il cuoio- prosegue Pecori- si assicura in discarica lo smaltimento transitorio in attesa degli investimenti senza però definire l’attuale livello di conferimento nelle discariche toscana. Sulla carta si parla invece di ottimizzare la raccolta differenziata e questo aumenta il pulper di cartiera che va a smaltimento in discarica. Si parla di 200000 tonnellate che verranno incrementate ma, su questo non si da alcuna soluzione. Per quanto concerne il tessile poi, si dice che non è stato possibile creare un raccordo con i produttori e si ipotizza, da parte di Alia, un nuovo impianto in futuro quando in realtà non si conosce neanche il flusso generato”. “ Mi pare ovvio- conclude la Consigliera- che si tratti di una programmazione poco attenta ai numeri e all’effettivo bilancio di un settore così importante. Che l’economia circolare si fa con i privati, e che se la Regione fa finta di ignorare le filiere di innovazione, concentrandosi solo su Eni, esclude dalla possibilità di incentivi delle realtà virtuose in grado di aprire a nuovi scenari”.