“Pedoni birilli” in porto. Parcheggio selvaggio e sicurezza urbana.
Pedoni birilli in porto, una piccola analogia per descrivere la pericolosità di un percorso pedonale in una terra di nessuno dove tutti fanno quello che gli pare ma soprattutto chi deve controllare non controlla.
Una bella domenica di aprile ed una passeggiata con la famiglia all’interno del porto diventano un’avventura per i pedoni e gli automobilisti a causa dell’indisciplinato comportamento di alcuni scooteristi e automobilisti che parcheggiano occupando letteralmente il marciapiede con i loro mezzi.
Iniziamo subito con il precisare che su i due lati della strada esiste solo un marciapiede e non 2. I pedoni si trovano da subito a dover camminare per strada fino a raggiungere il ponte girevole a causa della vegetazione e delle macchine che parcheggiano il muso sul marciapiede in maniera da impedire al pedone di camminarci.
Il ponte girevole è l’unica oasi per il pedone, grazie all’altezza del marciapiede le auto non vi possono sostare e chi cammina può usufruire addirittura di ben 2 marciapiedi ( unico caso in tutto il porto).
Appena terminato il ponte per chi si vuole addentrare nel porto, è costretto ad attraversare la strada dato che il lato destro della carreggiata diventa inagibile al pedone, non esistendo marciapiede. Nessuna paura, sulla sinistra esiste una larga area pedonale che porta al marciapiede che percorre il muro dell’ex Lipsia.
La nota negativa è che lo slargo pedonale si trasforma in parcheggio auto e scooter vista la sua ampiezza e a niente servono i pioli deterrenti privi di catene e molto distanti l’uno dall’altro .
Niente paura dopo lo slargo il povero pedone si trova un lungo marciapiede, un’oasi dove poter camminare, invece no è solo un miraggio, la lunga distesa di marciapiede è usata come un parcheggio in piena regola dove le auto occupano con le 4 ruote l’intera ampiezza del percorso che il pedone deve seguire
Proseguendo poi il cammino, lo spazio dedicato al pedone in una zona del porto con 2 curve cieche è rappresentato da una striscia bianca sull’asfalto della carreggiata. La linea bianca è a tratti protetta dai dei piccoli blocchetti di cemento tanto alti da non impedire neppure ad una bicicletta di montarvici sopra, ma soprattutto disposti in maniera rada da consentirvi l’accesso usco parcheggio a scooter e moto.
Terminate le due curve cieche si apre un bellissimo marciapiede tra un muretto pali della luce ed il parcheggio a lisca di pesce delle auto (un parcheggio tipo quello del controviale Italia) e qui altri problemi. Il muso dei veicoli è completamente sull’area dedicata al pedone, con il risultato che non vi puoi passare.
Inutile dire che le zone pedonali ed i divieti di sosta sono ben segnalati ma nessuno li rispetta ed il risultato è che una persona diversamente abile con la sedia a rotelle è completamente impedita a usufruire del percorso pedonale ( anche la dove le macchine fossero parcheggiate correttamente a lisca di pesce, vi satebbero i pali della luce a fare da barriera architettonica ).
Le persone normali sono costrette a camminare lungo la carreggiata figuriamoci un diversamente abile. Le famiglie con i bimbi piccoli vivono la gita con terrore, i genitori tengono lo sguardo fisso sui piccoli e le orecchie tese nel captare qualsiasi rumore di motore che sente sopraggiungere alle spalle.
Gli utenti della strada dal canto loro viaggiano tra pedoni in mezzo di strada e devono stare attenti ad evitare una tragedia.
Per concludere, mentre su 100 auto e moto il 90% va a velocità moderata, esistono purtroppo dei “cretini” che scambiano la strada affollata per un circuito di formula uno. E pensare che la velocità massima è 20 all’ora.