Per feste e discoteche a Capodanno 3^ dose o tampone
Discoteche sul piede di guerra: "Così a Capodanno non si aprirà"
Per feste e discoteche a Capodanno 3^ dose o tampone
Dal 30 dicembre e fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19, “l’accesso alle sale da ballo, discoteche e locali assimilati, dove si svolgono eventi o feste comunque denominate, aperti al pubblico, è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una certificazione verde Covid-19, rilasciata a seguito della somministrazione della dose di richiamo successivo al ciclo vaccinale primario”.
Lo si legge nella bozza del dl Festività.
L’accesso è consentito anche a chi abbia fatto due dosi di vaccino o sia guarito dal Covid e presenti l’esito negativo del test antigenico rapido o molecolare.
Discoteche sul piede di guerra: “Così non apriamo a Capodanno”
“A queste condizioni non si aprirà. A Capodanno, così, non possiamo aprire”, dice all’ANSA il presidente del Silb, sindacato dei locali da ballo Emilia-Romagna Gianni Indino, sull’ipotesi di norme per l’accesso alle discoteche solo dopo aver fatto la terza dose o con l’esito negativo di un tampone.
“Per noi Capodanno vuol dire il 15% della stagione, era l’ossigeno per mantenerci in vita. E’ la pietra tombale”.
Chiediamo di fare slittare le norme dal 2 gennaio e poi vediamo di metterci tutti insieme a trovare un sistema”.
E’ un provvedimento “miope, chiude la notte corretta, controllata e favorisce il proliferare degli abusivi”.
“Abbiano due scenari da un lato le chiusure dall’altro le cautele. E’ evidente che non c’è battaglia. La prima priorità è non chiudere. Sono necessarie però misure sostenibili: certo non è pensabile il green pass per il caffè al bancone: in Italia si prendono 30 milioni di caffè al giorno.
I controlli sarebbero impossibili”. Così all’ ANSA il direttore generale di Fipe Confcommercio (la federazione dei pubblici esercenti), Roberto Carugi commenta le misure.
Fonte Ansa