Piazza del Pamiglione cambia nome, diventa piazza Italo Piccini
Fu Console della Compagnia Portuale di Livorno dal 1963 al 1989
Sabato 4 giugno alle ore 10.00, cerimonia di intitolazione della piazza del Pamiglione a Italo Piccini (1927-2010), alla guida della Compagnia lavoratori portuali di Livorno per più di un quarto di secolo (dal 1963 al 1989).
Come motivato nella delibera di Giunta Comunale con la quale, nella seduta dell’8 marzo scorso, fu decisa l’intitolazione al Console dell’area prospiciente il Palazzo del Portuale, Piccini ha rappresentato per lungo tempo la causa dei diritti dei lavoratori e l’impegno per un porto moderno e competitivo.
Impegnato anche in politica, è stato consigliere comunale nelle file del Pci dal 1964 al 1980.
La cerimonia di sabato sarà presieduta dal sindaco Luca Salvetti.
Interverranno Enzo Raugei, presidente del Gruppo Compagnia Portuale di Livorno e le autorità civili e militari.
BIOGRAFIA ITALO PICCINI (a cura di Enzo Raugei presidente del Gruppo Compagnia Portuale di Livorno)
Italo Piccini nasce il 4 novembre del 1927 a Livorno in Venezia nel cuore della città, nel centro storico, dove risiedono la maggior parte dei lavoratori portuali.
La famiglia è numerosa, il padre portuale, i guadagni sono scarsi, sei figli sono tanti: chi per primo si alzava riusciva a mettersi le scarpe (zoccoli) gli altri no, andavano scalzi, perché di scarpe non c’erano per tutti.
Anche per Italo la priorità non è la scuola, ma aiutare a procacciarsi il cibo, per sé e per la famiglia.
Tutti i lavori andavano bene, anche quelli di fatica. I segni di questa gioventù difficile, vissuta in gran parte durante la seconda guerra mondiale, restano per tutta la vita: lo pneumatorace per tubercolosi, contratta anche per scarsa nutrizione, una asimmetria della spalla destra, determinata dal peso delle balle.
Si arriva al dopoguerra, nel 47 si costituisce la Compagnia Lavoratori Portuali il primo console Vasco Jacoponi
Nell’aprile del 1949 Italo si sposa con Mara, nel dicembre nasce il figlio Roberto.
Sono gli anni della militanza politica, nel P.C.I., delle letture, dello studio che recuperano la mancata frequenza scolastica.
Nel1961 Italo viene eletto vice del console Jacoponi, nel 63, alla sua morte, gli subentra.
Sarà sempre rieletto alla carica di console della Compagnia Lavoratori Portuali fino al 1989, quando nel marzo il decreto del Ministro Prandini, con il commissariamento della CLP, ne determina la destituzione.
Dopo il commissariamento della Compagnia, a seguito della Riforma Prandini, nel giugno 1989 si costituisce la Cooperativa Impresa Lavoratori Portuali CILP di cui Italo sarà amministratore delegato fino al 2010, anno della morte.
Sarà sempre riconfermato anche nel consiglio della Compagnia Portuale.
E’ semplice la biografia di Italo: coincide con il percorso di emancipazione dei lavoratori, con la crescita commerciale della Compagnia, con i suoi investimenti, si identifica con il suo ruolo di motore dell’economia del porto, con la sua funzione sociale per la Città.
La storia di Italo è quella della Compagnia e del Porto di Livorno, il suo motto “ il potere sta nella volontà” è alla base delle scelte innovative della Compagnia.
Nel1967 l’inaugurazione della Biblioteca dei Portuali, nel 1975 l’acquisto del Leonardo Da Vinci, dove inizierà il cammino verso il primato nei contenitori, 1985, più container a Livorno che in ogni altro porto del Mediterraneo, significativo fu il rapporto che instauròcon il management della Zim. E poi l’alleanza con la Star norvegese per i forestali, con la Dole per la frutta, con Contship per la Darsena Toscana, con gli Operatori del settore per l’altra idea imprenditoriale di successo, le auto nuove, grandi intuizioni che ancora oggi fanno di Livorno un porto di eccellenza, a lui si devono anche la realizzazioni di grandi opere infrastrutturali: il molo Alto Fondale, la Darsena Toscana e in ultimo l’autoparco del Faldo.
In un recente evento, il prof. Paolo Dario ha parlato di innovazione tecnologica, ha spiegato che il ricercatore ha bisogno di Innovatori che hanno capito quel che serve: e Italo è stato un grande Innovatore.
Anche nelle relazioni di lavoro: i Clienti, i Fornitori, i Soci erano compagni di cammino, persone con cui molto spesso si instaurava un rapporto di confidenza, talvolta di amicizia.
Per i lavoratori della Compagnia, del Porto, per i livornesi, era Italo “si va a parlare con Italo”, con rispetto, anche con soggezione: per molti anni è stato definito l’uomo più potente di Livorno, ma è sempre rimasto riconoscibile, un lavoratore fra lavoratori, il Console che ha sempre guardato a far crescere i lavoratori, il movimento sia a livello culturale, ne sono un esempio le tante iniziative che hanno trovato sede al Palazzo, dalla biblioteca alla Fondazione Antonicelli, che economico e e di coscienza secondo il principio che ognuno è imprenditore di se stesso.
Italo si faceva preciso scrupolo di non fare mai attendere a lungo fuori dal suo ufficio, nessuno, chiunque fosse, passava da parlare con personaggi primari della vita economica, non solo locale ma nazionale e internazionale, ad ascoltare le istanze, anche familiari, di singoli lavoratori.
Finché ha potuto ha continuato a studiare, a leggere, di tutto, dai quotidiani ai saggi economici alle poesie, a fare politica, quella di sinistra, della solidarietà, dei diritti.
Quando regalava qualcosa, a chi obiettava “ ma è un mistificatore, non ha bisogno”, rispondeva “meglio dare a un imbroglione che negare a chi ha necessità”.
In questa sede avrebbe detto che “chi non c’è’ più diventa buono bello e bravo”… a distanza di dodici anni, il riconoscimento della Giunta del Comune di Livorno non significa il riconoscimento ad un uomo perfetto, ma ad un uomo intelligente, di qualità che aveva ben chiaro che “noi” è meglio di “io” anche negli affari.
Fra gli errori, ne aveva commesso uno in particolare: era convinto che la malattia gli avrebbe concesso più tempo.
Così non è stato. Purtroppo per lui, per la sua famiglia e per tutti noi, portuali e livornesi.
Passeremo da questa piazza, davanti al Palazzo della Compagnia, dai prossimi giorni Piazza Italo Piccini, e lo saluteremo “ciao Italo, grazie lavoreremo con tenacia per dare continuità e solidità alla Compagnia per la quale hai dedicato gran parte della tua vita”