Cronaca 22 Ottobre 2025

Pierburg, Braccini (Fiom):” l’azienda non può fare anche il sindacalista”

Pierburg, Braccini (Fiom):" l'azienda non può fare anche il sindacalista"Livorno 22 ottobre 2025 Pierburg, Braccini (Fiom):” l’azienda non può fare anche il sindacalista”

Pierburg, Braccini (Fiom):” l’azienda non può fare anche il sindacalista”

“Dopo le assemblee sindacali svolte nello stabilimento Pierburg di Livorno e la proclamazione dello
stato di mobilitazione permanente da parte dei lavoratori, la direzione aziendale ha convocato a
sua volta delle assemblee rivolte al personale, per esprimere la propria posizione sulla
possibile vendita della divisione automotive e sull’ingresso di un fondo finanziario statunitense.

Queste riunioni aziendali con i lavoratori non si sono limitate a fornire informazioni: sono state
utilizzate per ridimensionare la mobilitazione in corso, rassicurare i lavoratori e mettere in
discussione le scelte collettive espresse democraticamente in assemblea sindacale.

È del tutto inaccettabile che l’azienda utilizzi lo strumento dell’assemblea per sostituirsi al
sindacato, provando a orientare l’opinione dei lavoratori e a depotenziare un percorso di lotta
legittimo.

Le assemblee sindacali sono uno spazio autonomo, tutelato e insostituibile. Non è compito né
diritto dell’azienda replicarne i contenuti o contrapporvisi.

L’impresa gestisca pure le proprie funzioni organizzative, ma non si arroghi il ruolo di
interlocutore sindacale alternativo.

Dopo l’assemblea sindacale della scorsa settimana, la direzione ci ha incontrato, ma è evidente
che le decisioni strategiche non vengono prese a Livorno, bensì in Germania, dove ha sede il
gruppo multinazionale Rheinmetall, proprietario di Pierburg.

Quella di Livorno è solo una delle sedi produttive interessate dalla possibile cessione.
Ecco perché le rassicurazioni offerte nelle assemblee aziendali non hanno alcun valore formale:
chi le pronuncia non ha alcun potere decisionale sulle sorti industriali del sito.
I lavoratori, con un ordine del giorno approvato in assemblea, hanno chiesto all’azienda:
• la presentazione di un piano industriale dettagliato da parte del possibile acquirente;
• garanzie esplicite e vincolanti sul mantenimento di tutti i contratti di lavoro, dei livelli
occupazionali e degli investimenti futuri;
• il rispetto delle normative anti-delocalizzazione, italiane ed europee.
Ad oggi, a queste richieste non è stata data alcuna risposta formale. Solo parole generiche, che
non bastano a tutelare il lavoro e la dignità delle persone coinvolte.
I lavoratori non si accontentano di rassicurazioni: chiedono certezze.
Prosegue lo stato di mobilitazione sindacale, come deciso dall’assemblea, e la FIOM
continuerà a sostenere con determinazione la vertenza, al fianco dei lavoratori.
La mobilitazione va avanti finché non arriveranno risposte concrete, trasparenti e ufficiali.
I lavoratori devono poter decidere liberamente, con consapevolezza e senza pressioni, come
affrontare una fase così delicata. Su questo, non faremo alcun passo indietro”.
Massimo Braccini, Segretario Generale FIOM Livorno

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