Pierburg Livorno, Fiom: “vendita prevista nel 2026, ma resta l’incognita del futuro”
Livorno 24 settembre 2025 Pierburg Livorno, Fiom: “vendita prevista nel 2026, ma resta l’incognita del futuro”
Il CEO del gruppo Rheinmetall, Armin Papperger, ha dichiarato che la divisione Power Systems — cui appartiene anche lo stabilimento Pierburg di Livorno — sarà venduta nel primo o secondo trimestre del 2026.
La dichiarazione è stata rilasciata durante un’intervista al canale economico tedesco n-tv il 12 settembre 2025.
Per i circa 245 lavoratori dello stabilimento di Livorno, questo rappresenta l’unico elemento ufficiale emerso dopo mesi di incertezze e voci non confermate.
E mentre l’azienda annuncia piani strategici alla stampa tedesca, a Livorno tutto resta fermo: nessuna comunicazione formale, nessun confronto attivato, nessuna certezza su chi acquisterà, con quali garanzie e secondo quali modalità.
A oggi, non è stato chiarito se la divisione sarà venduta in blocco o suddivisa tra più soggetti, né chi siano i potenziali acquirenti: si parla di fondi finanziari, ma nessuna conferma è arrivata da parte dell’azienda.
Ancor più grave è l’assenza totale di informazioni su piani industriali, livelli occupazionali, investimenti e continuità produttiva.
Il rischio è concreto: che questa cessione si traduca in un’operazione puramente finanziaria, con impatti incerti anche per il sito di Livorno e il suo indotto.
I lavoratori di Pierburg hanno già approvato mesi fa un ordine del giorno in cui si chiede:
• piena trasparenza sulle trattative in corso; garanzie per tutti i posti di lavoro, diretti e indiretti;
tutela del sito di Livorno e delle competenze strategiche presenti;
• Clausole di stabilità per i prossimi anni, nonchè clausole anti-delocalizzazione;
• un tavolo istituzionale al fine di presidiare la transizione societaria.
Ribadiamo queste richieste, ricordando che il tempo delle attese è finito e che vi debbano essere
informazioni complete e verificabili.
Serve un tavolo istituzionale che metta insieme tutti i soggetti competenti, per affrontare con trasparenza il futuro dello stabilimento.
Il caso Pierburg è l’ennesimo esempio di un modello sbilanciato, dove le multinazionali decidono in autonomia, mentre i territori devono solo subire.
Questo sistema è stato alimentato da anni di politiche che hanno reso le imprese libere di dismettere, vendere o delocalizzare senza alcun vincolo sociale.
È un modello che va messo in discussione, perché produce solo precarietà, svuotamento industriale e sfiducia. E perché la transizione industriale non può avvenire sulle spalle dei lavoratori, senza un progetto pubblico, territoriale e partecipato.
Pierburg non è solo una fabbrica: è una comunità di lavoratrici e lavoratori, è una realtà produttiva strategica, è un pezzo della storia industriale livornese.
Continueremo a lottare affinché questa vicenda non venga gestita nell’ombra, ma affrontata alla luce del sole, con responsabilità e visione. Ora servono risposte, serve trasparenza, servono garanzie. Questo è quanto dichiara Massimo Braccini, segretario generale FIOM Livorno e Grosseto