Attualità 24 Dicembre 2022

Pisa: rissa nel carcere Don Bosco tra due etnie diverse, incendiata postazione di polizia penitenziaria

La protesta del sindacato Sappe

Pisa, alta tensione in carcere: al Don Bosco prima una protesta violenta, poi pestaggio tra detenuti. Incendiata postazione polizia penitenziaria. Protesta il Sappe

Donato Capece segretario generale SAPPE

Donato Capece segretario generale SAPPE

ATTUALITA’ – Pisa 24 dicembre 2022

Alta tensione, ieri, nel carcere Don Bosco di Pisa. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Segretario Regionale della Toscana Francesco Oliviero, che spiega il pomeriggio di tensione vissuto nel carcere pisano:

“I detenuti del secondo piano Giudiziario hanno dato luogo ad una protesta inizialmente per questioni sanitarie.

Durante la protesta, sono stati incendiati alcune suppellettili e la postazione di servizio dell’agente di Polizia addetto alla vigilanza e osservazione della Sezione.

Per motivi ancora da accertare, la protesta si è poi trasformata in una rissa tra detenuti di etnia albanese contro i ristretti del Maghreb.

 

Sul posto, vista la situazione, sono accorsi rinforzi dal Nucleo Traduzioni Piantamenti Polizia Penitenziaria di Firenze.

Grazie al dialogo e la professionalità degli uomini della Polizia Penitenziaria, solo verso le 22.30 si è riusciti a mettere in sicurezza la Sezione.

Il carcere pisano, per la presenza di detenuti di difficile gestione, per la fatiscenza della struttura nonché per la grave carenza di organico specialmente del ruolo dei sottufficiali, è una polveriera e merita la giusta attenzione da parte dei vertici dell’Amministratore penitenziaria”.

Per Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE:

“servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto.

La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie.

Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario.

La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità”.

 

Impietosa la denuncia di Capece, che esprime solidarietà ed ha parole di apprezzamento per la professionalità, il coraggio e lo spirito di servizio dimostrati dai poliziotti penitenziari di Pisa:

 

“Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori.

Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia”.

 

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