Piscine Comunali: interviene Morini, ex assessore allo sport
Livorno 28 settembre 2020
Andrea Morini, ex assessore allo sport Comune di Livorno nella giunta Nogarin, 2016/2019 interviene sulle piscine:
“Seguo con attenzione da tempo l’evolversi della situazione delle Piscine comunali.
Ho voluto però, prima di esprimermi, attendere la conclusione del passaggio referendario e delle elezioni regionali toscane perché; ritenevo che tale questione non doveva e non poteva esaurirsi nel pur legittimo dibattito, a mero uso elettorale.
L’affidamento del complesso Camalich/Neri, da parte del Comune di Livorno, a uno dei due soggetti che si sono resi disponibili a gestire una breve fase di transizione; sembra essere un passaggio necessario per ridurre i tempi di riapertura delle vasche ed evitare possibilmente di innescare contenziosi con il curatore fallimentare. I contenziosi finirebbero per dilatare ulteriormente i tempi.
Si rischia però di perdere di vista il vero convitato di pietra di questa partita: i dipendenti ODS.
Sono convinto che percorrendo a ritroso la loro storia, a partire dalla stagione della Livorno Sport, potremmo trovare la soluzione; non soltanto per Camalich, Neri e Bastia ma più complessivamente per lo sport cittadino.
Condivido dunque le critiche espresse dalla consigliera di Buongiorno Livorno Valentina Barale.
Le condivido sul fatto che indire un nuovo bando di gara non rappresenti assolutamente la soluzione giusta.
Esistono sicuramente valide gestioni private di impianti natatori, che non farebbero rimpiangere la breve stagione di Sport Management – a onor del vero precipitata definitivamente a causa del Covid.
Ma non si può non tenere conto di come siamo arrivati al bando del 2010:
per gli ex lavoratori Livorno Sport valse una clausola sociale integrale della quale gli attuali dipendenti Officine dello Sport non potrebbero più beneficiare.
Questo costringerebbe il Comune a prevedere nel bando una forte premialità verso chi assuma il maggior numero di questi.
Quindi un delta contributo/canone degli impianti più oneroso per la collettività e a trovare una non semplice ricollocazione per gli altri.
Salto apparentemente di palo in frasca per ricordare come il Comune allo stato attuale gestisca direttamente il Campo Scuola Renato Martelli e lo Stadio Comunale.
Nella stagione che si appresta a iniziare, tra mille incertezze, l’Armando Picchi sarà campo di gara per le partite casalinghe della Pro Livorno Sorgenti, oltre che per l’AS Livorno Calcio.
Tutto questo significherà non solamente avere almeno un match a settimana, con tutto quanto ne consegue, a iniziare dalla tenuta del manto erboso, ma sottoporrà il pur ottimo personale comunale, già in sofferenza per la mancanza di turn over, a un carico di lavoro senza precedenti.
E quindi?
La stampa riporta la voce di come l’amministrazione comunale stia prendendo in considerazione l’ipotesi di:
una società pubblica chiamata a gestire gli impianti sportivi livornesi.
Da ex assessore allo sport sono assolutamente convinto che QUESTA sia la direzione giusta verso quale andare; tant’è vero che elaborai la proposta di una Fondazione per lo Sport inserita poi nel programma elettorale del M5S per le comunali del 2019.
Non è un’idea completamente nuova perché già sperimentata a Reggio Emilia e non diversa, se ci pensiamo bene, dalla Fondazione Goldoni che gestisce un patrimonio totalmente comunale come il nostro teatro.
Penso a un soggetto chiamato non solamente alla gestione e alla manutenzione dell’impiantistica comunale esistente ma pure chiamato a concertare, assieme all’Amministrazione, la progettazione e la realizzazione di nuovi impianti perché nello sport la programmazione è praticamente tutto.
Una Fondazione che coinvolgendo soci privati potrebbe portare in addendum preziose risorse attraverso le quali organizzare eventi di promozione sportiva di caratura, capaci di sviluppare il turismo sportivo e il marketing territoriale, con le conseguenti ricadute economiche per la nostra città.
Tutto questo con il fondamentale contributo di soggetti quali CONI, CIP, gli enti di promozione e il variegato tessuto societario livornese.
Una Fondazione per lo Sport potrebbe così, non solo assorbire i dipendenti ODS, ma rivoluzionare e ripensare totalmente l’impegno del Comune su questo ambito.
Tornando all’affidamento di questa fase auspico che in ogni caso sappia vedere il più ampio coinvolgimento di tutti i soggetti sportivi (e non) che usufruiscono degli impianti natatori e soprattutto che i dipendenti ODS, attualmente in cassa integrazione, possano anch’essi essere impiegati già in questa prima fase.
Quanto all’impianto della Bastia confido infine che il sindaco Salvetti riesca a riaprirne da subito quantomeno la palestra dalla quale dipendono tantissime discipline.
La storia sportiva di Livorno esige questo genere di coraggio e sono certo che su questa ipotesi si possano, anzi si debbano trovare convergenze tra tutte le forze politiche del consiglio comunale.