Porto di Livorno, per la Cgil serve una svolta: “Infrastrutture, Darsena Europa, buona occupazione, rispetto della legge 84/94”
Livorno, 4 novembre 2019 – “Abbiamo più volte denunciato l’immobilismo delle istituzioni nell’accelerare i processi di realizzazione delle infrastrutture necessarie a connettere il territorio toscano e dare risposte in termini di buona occupazione. Un anno fa, definimmo il porto di Livorno come Godot. Siamo ancora in attesa.
Servono infrastrutture, nessuno può negarlo, altrimenti lo stesso Piano Operativo Triennale diventerà carta straccia. Il nodo logistico complesso dell’Alto Tirreno (come definito dalla mappa della commissione europea che include: Aeroporto di Pisa, Aeroporto dell’Elba, Interporto Vespucci, Porti di Livorno, Piombino, Capraia isola, Portoferraio, Rio Marina, Cavo) non ha ancora quella connessione intermodale sperata, progettata, indispensabile per sprigionare le potenzialità della nostra regione.
Serve la Darsena Europa, con l’ammodernamento delle infrastrutture viarie e ferroviarie.
Ma oggi, lo ripetiamo, servono risposte in attesa che tutto sia realizzato.
Definizione dell’organico porto, correlazione dei turni di lavoro con le maestranze avviate, in alcuni accosti del porto si accede senza alcun controllo dell’orario di entrata e uscita. E’ comprensibile quali distorsioni si producono in termini di distribuzione dei carichi di lavoro e come la salute e sicurezza dei lavoratori venga compromessa, senza contare i rischi a cui viene esposta l’utenza del Porto. E’ prioritaria una assidua verifica dei soggetti autorizzati o concessionari, al fine di garantire la corretta applicazione dei contratti e il rispetto dei piani d’impresa. Quello che rivendichiamo sono adempimenti normativi contenuta nella Legge 84/94.
La comunità portuale deve lavorare per essere in grado di governare il cambiamento, non subirlo. Buona occupazione, aggiornamento delle abilità per rispondere alla costante implementazione tecnologica del settore. Salario adeguato al costo della vita.
Tutto questo è realizzabile, basta solo una rigida applicazione della norma di disciplina dei porti. Il sistema portuale toscano potrà dare le giuste risposte solo se il governo del porto conterrà la frammentazione della comunità portuale: imprese e lavoratori. La competizione non può scaricarsi sempre sui lavoratori”.
Giuseppe Gucciardo – segretario generale Filt-Cgil provincia di Livorno